The extra mile

La carità è lʼunico modo per attuare la giustizia sulla terra.

Il cielo, ossia il regno delle cose invisibili, è perfetto. Sulla terra, ossia il mondo creato, nulla è perfetto.

Per un uomo fare qualcosa alla perfezione significa avvicinarsi al massimo grado a un limite senza toccarlo mai, il quale resta sempre irraggiungibile – si pensi al concetto matematico.

Gli angeli hanno tutti una funzione, portano a compimento immediatamente qualsiasi cosa Dio comandi.

Non cʼè scarto, non cʼè esitazione nei cieli. Tutto ruota costantemente come una macchina oliata.

Il cielo è la Gerusalemme celeste, la città di Dio, dove ciascuno svolge alla perfezione la funzione assegnata.

Sulla terra ciò avverrebbe se ciascuno, grazie a efficaci sistemi di orientamento, scoprisse da piccolo per cosa è stato creato, quali sono i talenti, qual è il lavoro per cui è portato. Ma anche negli stati meglio funzionanti, quante volte ciò si verifica? Quanti laureati in Lettere lavorano al casello autostradale? Quanti svolgono, spesso non per loro colpa, mansioni non consone?

In cielo non cʼè infelicità, perché ciascuna entità è perfettamente contenta di svolgere la propria mansione. Sulla terra il 99% delle persone si lamentano del lavoro e vorrebbero fare altro.

In cielo regna la giustizia, semplicemente perché nessuno si sognerebbe mai di trasgredire la legge vigente, legge divina.

Sulla terra, oltre alla legge divina, frutto di rivelazione dallʼalto, si sono aggiunte miriadi di leggi umane, frutto dellʼerrore proprio della natura umana, che opina mediante i sensi e non conosce la verità mediante ragionamento.

Nei cieli non esiste ingiustizia. Sulla terra sono perpetrati miliardi di torti ogni istante. Basta poco, commettere un torto significa fare del male; invece di dare, prendere. Non occorre uccidere per far male. Basta un insulto, unʼocchiata storta, una precedenza non data, una qualsiasi disobbedienza alla legge. Le leggi sono fatte per il bene comune. Ogni volta che disobbedisco a una legge faccio male alla comunità, non solo al singolo. Se faccio il notaio perché figlio di notaio, ma per essenza, per volontà di Dio, ero nato per fare il benzinaio, trascorro lʼintera vita nellʼingiustizia. Se mia madre, che – gerarchicamente – è un mio superiore, mi dice di fare i compiti, ma io passo lʼintero pomeriggio su Whatsapp, sto commettendo ingiustizia, sto facendo male allʼuniverso e a ciò che Dio aveva pensato per me.

Come riparare alla condizione di endemica ingiustizia che regna sulla terra? Non certo mediante lʼapplicazione della giustizia.

Certo, si può riparare a un torto. Se rubo e poi restituisco, giustizia è fatta. Di solito una cosa del genere si verifica quando vengo beccato, perché poche volte uno che ruba vuole restituire. Esistono istituzioni, sulla terra, demandate al ripristino della giustizia. Ma quante volte queste, di fatto, funzionano? La mala giustizia esiste ovunque ed è sempre esistita.

La città di Dio è ideale, esistente solo nei cieli. Si può farne discorso, descriverla, dipingerla col ragionamento, ma non si potrà mai vederla attuata (cf. Platone, Repubblica), a meno che il regno dei cieli non scenda sulla terra.

Come è possibile, dunque, vedere attuata la giustizia? Non è possibile. Applicare la giustizia, di fatto, significa compiere un nuovo male, quindi aggiungere ingiustizia a ingiustizia.

C'è bisogno di qualcuno che si sacrifichi.

Lʼunico modo per riportare la giustizia sulla terra è la carità.

Per capire la differenza tra giustiza e carità si può pensare al pari e al dispari. Pari è rendere cosa uguale a cosa uguale. Occhio per occhio, dente per dente. Lʼessenza del dispari, invece, dato il pari, è il più uno. È sufficiente, infatti, aggiungere una unità a un qualsiasi numero pari per ottenere un numero dispari.

Pari: uguale.
Dispari: più uno.

Ecco lʼextra mile, il miglio in più che uno fa, rimettendoci del proprio, per attuare la carità.

Carità infatti è dare senza volere nulla in cambio. Se ottengo il contraccambio, non è forse giustizia?

Primo esempio di attuazione della carità, il regalo. Do qualcosa, perdendoci qualcosa di mio, non aspettandomi nulla indietro. O il nonno aspetta il contraccambio quando regala qualcosa al nipotino?
Altro esempio principe di carità, lʼamore genitoriale. Non possiamo sapere se i figli si prenderanno cura di noi quando saremo anziani, contraccambiando così alle cure che noi gli abbiamo dato quando erano piccoli e impotenti, eppure doniamo loro a piene mani, gratuitamente.
Un altro esempio di attuazione della carità è la misericordia. Uno mi ruba la macchina, gli dico: “Tienla”. Trasformo il furto in regalo.

My extra mile

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