Conformità Europea

Un paese della bassa bresciana, un tecnologico allevamento da 100 bovini con accanto la vecchia cascina, un gruppo di case attorno alla corte, terra battuta su cui si intravede qualche colore: biciclette e giochi di bambini, una casetta in plastica... Un’ex stalla allestita a capannone... alla luce dei neon 30 macchine da cucire; su due file, cinesi ingobbiti sul lavoro... Due donne in un angolo a stirare... All’ingresso un ammasso di fibra di poliestere...
Lo scuolabus arriva solo fino alla strada sterrata, sono le 13,16, una bambina con zaino carico del suo stesso peso si incammina, passa in mezzo alle mucche famigliari scivolando un po’ sul morbido fangoso terreno, fa il cortile, svolta a destra ed entra in una porticina, va direttamente in cucina dove si serve un pranzo di riso e verdure, poi farà i compiti e aiuterà in tessitoria...

Sullo stipite dell’hangar due uomini fumano e parlano. “Un giorno”, dice uno, “arriva uno con la moglie e dice: «Riparate lavatrici?». «No, solo telefono e televisione». Dalla porta indica l’auto, mi affaccio, il bagagliaio aperto a metà, c’è su una lavatrice. «No, no, solo telefono e televisione! Compla nuova! Amazon, 300 eulo!». «Come ti chiami?». «Lim». «Senti Lim, non hai capito, voglio spendere massimo 100 euro». Chiamo mia moglie, dico che hanno portato una lavatrice, dice: «Prova, cosa ti costa, al massimo non riesci, mica perdi niente!». Dico sì, scaricano la lavatrice e la lasciano in negozio. Dice di chiamarsi Monaldo, di Gallipoli. Provo a riparare la lavatrice, non ho fortuna. L’elettrodomestico è antidiluviano, non vuole saperne di andare. Dopo una settimana, Monaldo torna con un uomo, dice: «Questo è mio cognato». Dico: «Niente da fale, non funziona, tloppo vecchia, non si può più fale niente, buttale!». «Lim», dice Monaldo, «ho portato una lavatrice in buono stato, bastava poco a ripararla e adesso dici che non c’è più niente da fare, buttare. Lim, mi devi 100 euro!». «Io non dale te 100 eulo!». «Chiamo i Carabinieri!». Ero senza licenza”, dice Lim, “o meglio, la licenza era ancora dal commercialista, non so perché, in ogni caso non volevo che i Carabinieri venissero al negozio. Do a Monaldo 100 euro. Monaldo e il cognato caricano in auto la lavatrice e la portano via. Dopo un mese si ripresentano. «Lim, non sono riuscito a far riparare la lavatrice e i tuoi 100 euro non sono bastati per comprarne una nuova, dammi 200 euro!». «Io non dale te 200 eulo!». «Chiamo i Carabinieri!». In quel momento si concretizza il timore che si era formato in me, capisco di essere vittima di estorsione, allora do 200 euro a Monaldo. Poi chiamo i Carabinieri e racconto tutto. I Carabinieri sono venuti e hanno fatto chiudere il negozio. Il mese dopo Monaldo si ripresenta col cognato e i Carabinieri li arrestano. Al processo, il giudice mi ha graziato dal pagare 7,000 euro di multa – per mancata licenza e perché parte della merce che avevo esposta non aveva l’obbligatoria descrizione in italiano mentre su alcuni articoli c’era il marchio China Export, la cui sigla è quasi identica a quella obbligatoria della Conformità Europea – poiché ho aiutato ad arrestare il latitante Monaldo di Gallipoli assieme ai suoi complici.

“Yucham”, dice Lim alla bambina, “va’ in bici all’Eurospin, prima va’ da tua madre e fatti dare la lista”.

Viver bene

Mi è sempre stato impossibile capire quelli che vivono bene e compiono il bene ma sono atei. Quale motivazione si può avere per compiere il bene? La paura della prigione? L’insegnamento dei genitori?

La morale, se non si ha Dio, è l’al di là del bene e del male nietzschano. C’è un racconto di Mark Twain che s’intitola A proposito del recente festival del delitto nel Connecticut che parla di un uomo che di colpo riesce a vedere la propria coscienza personificata, la uccide strangolandola e da quel giorno è libero di compiere qualsiasi azione, da cui il titolo.

Ho conosciuto psicologi ed educatori atei. La loro missione è fare del bene, aiutare le persone a star meglio, portare benessere, felicità. Quale può essere la definizione di felicità se non stare bene?

Una volta riconosciuto che il bene è l’obiettivo, cosa ci vuole a idolatrare il bene e riconoscere quindi che il bene stesso è Dio? Quale fatica ci può essere nel riconoscere che il bene stesso è ciò che ha creato tutte le cose? Il bene ha creato l’universo intero e ha dato all’uomo sete di lui. L’uomo vuole il bene e cerca costantemente il bene perché il bene ha creato l’uomo a sua immagine.

“Bene” non è solo una parola vuota, rappresenta qualcosa. Le persone che vivono bene fanno del bene il proprio Dio. È inevitabile pensarla così. Perché, altrimenti, vivere bene? Se si cerca il bene significa che si mette il bene al di sopra di ogni altra cosa. E cos’è quella cosa che è al di sopra di ogni altra cosa se non Dio? Quale può essere la difficoltà nel chiamare il bene: “Dio”? È ciò che idolatri, che metti al primo posto. Ma l’ente al primo posto è Dio. Quindi: “bene” e “Dio” s’equivalgono.

Tutte le cose hanno un principio, un inizio, un’origine, come vogliamo chiamarlo. Il principio non ha principio, altrimenti non sarebbe un principio. Il principio dunque non è nato, è dall’eternità. Essendo dall’eternità, è eterno.

Se consideriamo che il bene è prima di tutte le cose – a questo siamo giunti dicendo che lo consideriamo Dio – come possiamo non dire anche che ha creato tutte le cose? Se è prima, è principio, se è principio, è origine, se è origine, è creatore, generatore.

Davvero, non riesco a capire dove le persone che vivono bene trovano la forza.

Una spiegazione che mi sono dato è questa. Certe persone hanno buona natura. Sono portate per natura a non violare le leggi – forse grazie a un forte super-io, cioè a una forte educazione, che li sgrida interiormente quando vanno contro l’ordine costituito –, amano gli altri e tendono a far loro bene. Conosco alcune persone così. Ma io non sono così. Ho una patologia psicologica che mi porta a vedere tutto nero e a non amare la vita. Sono pieno di difetti (senza colpa) e di peccati (colpa), non ho buona natura, perciò tendo a vedere negli altri sempre il male. Tutto mi dà fastidio, nel mondo e nelle persone. Questo, come natura.

Se Dio non fosse entrato in me dicendo che bisogna amare e praticare le sue leggi, se qualcuno non mi avesse messo davanti il Vangelo e insegnato come praticarlo non avrei la tendenza naturale a trattare le persone bene, a conviverci. Non a caso già a 24 anni stavo diventando solitario. Ancora, dopo 20, lo sono, sebbene faccia sforzi per andar contro la natura. Gli sforzi mi vengono dagli insegnamenti della Bibbia. Guai se lasciassi la natura controllare la mia persona! Sono in sovrappeso anche per questo, perché mi privo di altre consolazioni corporali e la mia natura limitata ha bisogno di consolazioni. Beati coloro che non hanno bisogno di consolazioni dal punto di vista della carne! Certo, c’è più merito per me a vivere bene, per gli sforzi che devo fare, che per uno a cui viene naturale.

Dopo aver imparato a vivere bene per timor di Dio, ossia per paura dell’inferno, c’è poi il passo di imparare a farlo per amor di Dio, ossia perché si riconosce Dio come l’entità più amabile di tutte e quindi gli si dedica l’amore più grande (“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze”, Dt, 6, 4-5) e perciò si applicano le sue leggi per amore e non più per paura. Ma questo è l’ultimo stadio.


Vendesi baci

Alla fiera della pannocchia dell’agosto 2023, fuori Los Angeles, si poteva osservare Russel Crowe posizionato in un gabbiotto di legno con un cartello e una scritta vergata a vernice: “Vendesi baci. Sulla guancia: Dato 10 dollari, Ricevuto 20 dollari. Sulla bocca: 50 dollari. Con la lingua: 100 dollari ogni cinque secondi”.
Durante le cinque ore in cui Crowe è stato sotto il sole cocente ha raccolto 570 dollari. L’hanno baciato sulla guancia sei donne e sette uomini. Hanno voluto ricevere un bacio sulla guancia due donne, sorelle ipovedenti di 86 e 81 anni proprietarie del dvd Il gladiatore. L’hanno baciato in bocca, insieme, due trans che lavoravano alla fiera come cubisti. Ha voluto baciarlo per 15 secondi l’ex delle elementari, Cynthia Madison Foster, professoressa di Astofisica e cosmologia all’UCLA.
Più di 3400 selfie sono stati scattati gratuitamente.
L’attuale moglie Guntha, da cui Crowe sta divorziando, si è presentata e ha chiesto se poteva pagare 5 dollari per dargli uno schiaffo; a risposta negativa ha eluso la sicurezza, gliel’ha dato ugualmente ed è scappata (voci affermano che un giovane con occhiali scuri l’aspettava nell’auto accesa).
Crowe si è dichiarato soddisfatto e divertito dall’evento. Non ha risposto alla domanda se l’anno prossimo intende partecipare di nuovo.

Per scrivere bisogna vivere

Con la misura con la quale misurate sarete misurati. (Mt 7, 2b)


C’è chi sostiene che persona e artista siano due entità separate e chi, invece, che non sia possibile distinguere.

Nel primo caso l’artista sarebbe in grado di creare qualsiasi cosa a partire dal suo essere artista indipendentemente dalla condizione morale. Nel secondo caso si sostiene che la condizione morale influisce sull’artista.

Esiste l’artista capace di oggettività? Qualsiasi persona, nel momento in cui si mette a creare, è capace di essere oggettiva, vera? Chi è capace di rappresentare il vero trascendendo la propria condizione morale? Un’opera non è espressione di (tutto) ciò che la persona è?

La prima posizione è un pensiero originale, a sostegno della seconda posizione invece c’è Platone, che in Repubblica sostiene che l’esperienza non serve per la conoscenza.

Si prenda il film Beaux is afraid di Ari Aster. Ari Aster è cineasta auteur. Qualcuno ha sostenuto che ha potuto raccontare bene il personaggio di Beaux perché l’ha ricalcato su se stesso, mettendoci dentro propri desideri e fobie. Ma se Ari Aster dovesse rappresentare un cardinale, uno puro, non uno corrotto; diciamo, quindi, se Ari Aster dovesse rappresentare un santo, sarebbe capace? Cosa ne sa l’anima di Ari Aster di cosa succede nell’anima di un santo? Manzoni è capace di rappresentare il Cardinal Borromeo? Dostoevskij è capace di rappresentare Aleksej Karamazov? La teoria dell’oggettività dell’artista sostiene che nel momento in cui Ari Aster si mette a creare è capace di rappresentare anche un santo nella sua verità.

Platone, al contrario, sostiene che chi fa esperienze fa esperienza del peccato, il peccato macchia l’anima e la rende meno capace di acquisire sapienza e vedere la verità. Secondo lui per diventare sapienti è meglio star chiusi in una stanza e studiare, facendosi raccontare il mondo dagli altri. Tra le altre cose, un bel volume di casi clinici di Freud o di altri. Dopo molte fatiche e molti anni si sarà in grado, mantenendosi puri, di acquisire conoscenze su tutti i caratteri.

Per il ladro tutti sono ladri, perché giudica il mondo col suo unico metro di misura. Per il puro tutto è puro (cf. Tt 1, 15a). Se si sposa l’opinione di Platone non si può non arrivare a sostenere che solo il puro (moralmente) è in grado di conoscere e rappresentare tutti i caratteri. Chi, invece, fa tante esperienze si macchia l’anima e non è più in grado di vedere la verità.