Educazione

Sulle notizie si continua a leggere di gente trovata morta. Questa in un burrone, quello in un campo, quellʼaltro ucciso sparato. Mi chiedo se capitasse a me. Morire di morte violenta. Il dolore, la consapevolezza che stai morendo – e non come in una malattia, dove hai il tempo di pensarci, ma tutto in fretta, inoltre lʼumiliazione di sapere che qualcuno è stato più forte di te e ha avuto la forza di ucciderti. Cʼè un sacco di gente, al mondo, che potrebbe uccidermi a mani nude.
Una delle cose più terribili, per me, penso, sarebbe vedere il mio corpo straziato, rovinato. Un taglio nel collo, un buco nella pancia, o in testa. Contusioni, ossa spaccate. Sangue che esce a fiumi, mentre dovrebbe stare al suo posto… dentro. Poco tempo fa ho letto la notizia che in un ospedale campano un ex infermiere ha strappato un occhio a una persona durante una lite. Ma stiamo scherzando? È così facile strappare un occhio a una persona? E questa rimane viva, senzʼocchio? Non dovrebbe, col nervo ottico, strapparsi via anche una parte di cervello? Non dovrebbe uno morire sul colpo quando gli si strappa un occhio? Dio mio. Di sicuro la morte migliore è un infarto nel sonno, poi cʼè la malattia, poi la morte violenta. In ogni caso, si spera che la morte sia breve. Non voglio vedere il mio corpo martoriato. Sono già brutto così. Faccio già fatica così, a camminare, a dormire, a lavorare… Figuriamoci con una parte del corpo rovinata… Tutto questo è tremendo. Si vorrebbe vivere il meno possibile dopo aver vissuto un evento del genere. Già leggere di un evento del genere è brutto. Poi assistere a un atto di morte violenta dovrebbe essere traumatico. Essere la vittima di un atto di morte violenta è il peggio del peggio. Mi chiedo: “Comʼè possibile che queste cose continuino ad accadere sotto i nostri occhi – mentre scorrono le nostre vite – con una frequenza del genere?”. Nelle nostre città. Magari in una via dove siamo passati spesso. Una strada che abbiamo fatto varie volte. O si pensi questo: “Una persona che conoscevamo”. Terribile. Noi stessi. Terribile.
Mi chiedo cosa gira nella testa di una persona che è pronta a uccidere. Di una persona che uccide. Di una persona che uccide involontariamente, senza premeditazione, e ancor più di una persona che uccide premeditatamente. Quale tipo di educazione, quale tipo di lavoro sulla persona devono aver fatto? Già mi rendo conto che uno che non ha unʼistruzione universitaria resta col cervello di quandʼera adolescente. Oggi cʼè la psicologia, ma nei secoli precedenti cʼera la letteratura cristiana, e prima ancora la filosofia, per quanto riguarda gli insegnamenti sulla ricerca della virtù. Come cambiare il proprio comportamento? Come diventare migliori? Basta unʼistruzione universitaria, bastano le nozioni?
La sapienza è una delle quattro virtù cardinali. Ma non è lʼunica virtù.
Le quattro virtù cardinali sono giustizia (“dikaiosyne”), coraggio (“andreia”), temperanza (“sophrosyne”), sapienza (“sophia”). Queste, secondo Platone. In realtà, sempre in Platone, la quarta è duplice. A volte, infatti, è chiamata saggezza (“phronesis"). È ovvio che saggezza e sapienza non sono la stessa cosa. Allora mi sono fatto lʼidea che siano due facce di unʼunica realtà, la saggezza/sapienza. Da Platone si ricava che la saggezza, “phronesis”, è il sapere di non sapere (cf. Fedro, Alcibiade). Riconoscere che tutto ciò che è in noi altro non è che falsa sapienza ossia opinione. Quando si è spazzata via tutta la falsa sapienza, ossia tutto ciò che si credeva di sapere, solo allora si può iniziare ad acquisire, con lenta e faticosa ricerca, la vera sapienza. Perciò è solo sulla base della saggezza che si può costruire la sapienza. Ecco perché le due vanno insieme (cf. Repubblica).
Dire che ci sono quattro virtù cardinali, ossia principali, dalle quali tutte le altre dipendono, pare non essere semplicemente la trovata geniale di un filosofo, Platone – anzi, nemmeno, bensì di Socrate attraverso i dialoghi coi vari ragazzi di nobile natura dai quali estraeva la sapienza attraverso la tecnica maieutica (cf. Teeteto) – ma una realtà ontologica che questi dialoghi filosofici, in quanto strumento di ricerca, hanno trovato con lʼaiuto di alcune divinità. Dico questo perché la tradizione cristiana ha conservato, passando attraverso Aristotele e dunque San Tommaso dʼAquino (il tomismo), questa suddivisione. I nomi, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, sono un poʼ cambiati (giustizia, fortezza, temperanza, prudenza), ma il concetto delle quattro virtù cardinali esiste ancora.
Io ho fatto circa metà di Scienze della Comunicazione (abbandonata) e circa metà di seminario (abbandonato), più una decina di anni di studi e letture indipendenti. Già il mondo accademico, con la sua struttura fatta di comunità di ricerca basate sulle pubblicazioni e sullʼinsegnamento stesso come ricerca, per quanto riguarda la possibilità della conoscenza ti trasforma. Ti fa, come dire, ponderare le cose, quando parli, invece di sparare opinioni estremamente convinte, convinto veramente di sapere qualcosa. Se hai fatto lʼuniversità, di solito se vuoi esprimere una verità parti citando qualcuno.
Con la filosofia, prima, e con la letteratura cristiana, poi, si impara anche a mettere le conoscenze al loro posto tra le cose della vita. Un poʼ come quando si prende coscienza che il sesso in un rapporto di coppia non è tutto, ma solo una delle componenti. Il Vangelo però, storicamente, una volta era insegnato sin da piccoli. (Ma che ne so io). So solo che nel Vangelo si apprende lʼimportanza della mitezza, nei padri del deserto si apprende che un uomo irascibile non è adatto per il regno dei cieli, con la letteratura spirituale (cristiana) si apprendono le virtù personali e comunitarie, civiche, sociali.
Dico, uno che ha in testa di uccidere, cosa cavolo deve avere in testa? Uno che uccide, quali idee della giustizia, delle leggi e dello stato ha? Si è mai interrogato su essi? La cantante neomelodica che esalta i boss di mafia e invita a uccidere i poliziotti che razza di educazione ha avuto? Una città in cui si permette di dipingere e venerare murales in ricordo di rapinatori uccisi dalla polizia, che città è? Che cultura ha?

3 commenti:

  1. un bel salto dal pensiero e cruccio d'una morte violenta alle virtù cardinali e alla distinzione fra saggezza e sapienza :)
    ma non mi dispiace affatto. buon giorno

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    1. Buongiorno a te! Sembrerebbe che la mia mente viaggi come la pallina di un flipper, ma in realtà il discorso avrebbe un senso. Se mettessi più sforzi nello scrivere sarebbe più percepibile...

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  2. non ho mica voluto intendere che non ci sia un senso e una logica. lo scrivo solo come precisazione. grazie e ciao

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