Vocazione

Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! (1Cor 13, 13)

Non sapeva cosa dire. Quello che in inglese chiamano: “small talk” era sempre stato il suo debole. Le chiacchere, le conversazioni non erano proprio il suo forte. Forse era perché era cresciuto da solo con la madre. In casa non aveva nessuno con cui parlare. Non era cresciuto abituato alla conversazione con la gente di casa come la maggior parte delle persone. Con la madre non parlava mai. La madre aveva un negozio dove stava la maggior parte del giorno. Quando tornava a casa cucinava e si metteva a tavola col figlio, ma tenevano la televisione accesa e guardavano Striscia la notizia. Il figlio, non appena poteva, si alzava e andava a guardare la televisione in sala. Cartoni animati, telefilm, aspettava il film della sera...
Quando fu divenuto frate, la cosa che lo terrorizzava di più erano le chiacchere da sagrato. Amava la messa e tutto quanto  comportava, la liturgia, i canti, le preghiere, lʼEucaristia. Ma non sopportava di doversi mettere a parlare con le persone fuori, sul sagrato della chiesa, alla fine della messa. Aveva il terrore del sagrato e lo sapeva. Faceva apposta a restare in sacrestia a finire di sistemare fino allʼultimo per rimandare il più possibile il momento in cui sarebbe dovuto uscire sul sagrato. Non sapeva come parlare alle famiglie. Non sapeva come attaccare discorso. I suoi confratelli frati, giovani e pieni di entusiasmo, ci sguazzavano nella situazione sagrato. Lui non vedeva lʼora che finisse e non vedeva lʼora di svignarsela. Forse, segretamente, in fondo al cuore, non vedeva lʼora di andare a guardare la televisione in sala, qualche telefilm, qualche cartone animato, aspettare il film della sera...
Ma no, queste cose non lo interessavano più. Agognava però la solitudine. Lettura e preghiera. Magari scrittura, qualche appunto sulle cose lette, qualche resoconto diaresco sui fatti della giornata. I resoconti diareschi fini a se stessi non gli erano mai piaciuti. Se scriveva qualcosa che gli era successo era solo per lamentarsi di qualche insuccesso o di qualche problema che stava vivendo nella sua vita, o magari per lamentarsi di qualcuno. 
Infine scoprì che la sua mancanza di idee sulle cose da dire sul sagrato davanti alla chiesa altro non era che mancanza di carità. Lʼincapacità di stare in mezzo alle persone è sempre stato segno di mancanza di carità. Gli pesava conoscere persone nuove. Non disdegnava ascoltare le vite delle persone, più volte era stato encomiato per la sua capacità di ascolto. Ma non era facile entrare velocemente in quel rapporto con tutti. Per lo più si trattava di essere bravi nello small talk. Questo lo annoiava a morte. Voleva andare sui libri o stare da solo con Dio, a pregare. Capì che non poteva fare il frate da parrocchia. O vita monastica, o altrimenti meglio abbandonare e lasciar perdere tutto.

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