La classicità di Friends

Per me Friends è un classico.

È il classico dei classici tra le sitcom, e in quanto tale entra a far parte dei classici della letteratura. Dopotutto, è teatro.

Per la definizione di classico rimanderei a Italo Calvino (“Perché leggere i classici?”) o a Umberto Eco (qualche Bustina di Minerva).

Perché penso che Friends sia un classico? Le ragioni, principalmente, sono tre.
Il momento in cui è arrivato, la forma famiglia pur non essendo una vera famiglia, il livello non troppo sofisticato.

Innanzitutto, il momento in cui è arrivato. È arrivato al culmine. Ha rappresentato la somma di tutte le sitcom fatte ed esistite in precedenza. Non è un caso che, finito Friends, cʼè stata la paura collettiva che quel formato particolare di sitcom, ossia il multicamera (tre o quattro cineprese) filmato davanti a un pubblico dal vivo in studio era morto.
In realtà la sitcom multicamera è stata portata avanti da telefilm come The big bang theory, How I met your mother, Two and a half men e altri. Ma nessuno ha raggiunto risultati stellari come Friends. Sono sempre state tutte sitcom di nicchia, ossia ciascuna dedicata a un settore di pubblico particolare.

Il sottotitolo di Friends, quando è nata la sitcom, era qualcosa del genere: “La vita di sei persone che vivono in quel periodo in cui si esce dalla famiglia e in cui gli amici diventano la propria famiglia”.
Le più classiche delle sitcom hanno sempre avuto al centro la famiglia. Raffiguravano la vita di famiglia. Friends ha continuato a fare questo, pur staccandosene. Genio puro. Non stiamo parlando di un genere di nicchia che si rivolge solo a un certo tipo di pubblico. Il senso di famiglia presente in Friends lʼha sempre reso appetibile a qualsiasi pubblico. So che può sembrare ardito come concetto, ma non è un caso che la puntata finale sia stata guardata da 52,5 milioni di americani, rendendola la quinta più guardata puntata finale di una serie nella storia della televisione.

Per quanto rigurda il livello, è vero, si può accusare Friends ogni tanto di essere basso come livello di storie e di battute, spesso incentrate sul sesso o sul cibo.
La verità è che questa medietà è un elemento che rende Friends un classico. Deve potere essere visto da tutti. Prendiamo serie come Frasier, in onda negli anni Novanta, che narra le vicende di due fratelli psicologi di cui uno gestisce anche un programma radiofonico. Bellissimo, per carità, ma troppo sofisticato, troppo di nicchia. Come del resto The big bang theory.

Friends ha elementi di tutte le sitcom. È la somma di tutte le sitcom.
È lʼunica serie con un cast di sei attori tutti esattamente alla pari e allo stesso livello. Infatti per tutti gli anni della produzione si sono alleati perché nessuno avesse la paga che superasse quella degli altri. Hanno tutti sempre voluto la stessa identica paga per dieci anni.
Tutti e sei gli attori erano egualmente pieni di talento. Anche se io li dividerei in tre coppie discendenti in base alla bravura. Perry-Aniston, Scwhimmer-Kudrow, LeBlanc-Cox.

La forza segreta di questa sitcom, in ogni caso, al di là di tutte le teorie, e qui non metto un “per me” perché siamo di fronte a un dato oggettivo, è che contrariamente a molti set in cui ci sono rivalità, ego e rancori, qui i sei attori che interpretavano sei amici erano, e sono, anche veri amici nella vita.

2 commenti:

  1. Non posso dire di aver seguito con grande regolarità "Friends" (sono stato molto più interessato a "The Big Bang Theory" essendo un nerd, anzi, piuttosto un otaku) però credo che certe sitcom abbiano effettivamente la capacità di entrare nel cuore della gente rispetto ad altre, segno che gli autori hanno saputo entrare in sintonia con le emozioni più profonde degli spettatori. Che è il tipico elemento distintivo delle opere divenute "classiche" per acclamazione popolare più che per le scelte dei critici (penso a romanzi come "Piccole donne" o racconti come "Canto di Natale").

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  2. Naturalmente la classicità di Friends è una mia teoria. Non sei costretto e crederci. Però "gli autori hanno saputo entrare in sintonia con le emozioni più profonde degli spettatori" è un altro argomento a favore che mi sento di aggiungere ai miei, dato che sono un po' pochini. Grazie!

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