Lodare se si può

Da quando ho letto Simposio di Platone ho imparato a fare la distinzione tra elogio, biasimo, adulazione e insulto.

Il passaggio che mi ha ispirato tale distinzione è verso la fine, nel discorso di Socrate.

In Simposio ci sono sette discorsi. Parlano, in questʼordine, Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Agatone, Socrate e Alcibiade. Ciascuno è chiamato a fare un elogio di Eros.
La sera prima avevano partecipato alla festa in onore della vittoria di Agatone alle gare di tragedie, e tutti avevano bevuto assai. Ritrovatisi a casa di Agatone la sera dopo  la sera cioè in cui sono avvenuti i fatti registrati in Simposio – gli amici decidono di non continuare a bere perché sono tutti più o meno rintronati e col mal di testa, e decidono invece di intrattenersi con discorsi. A turno, girando verso destra, ciascuno deve fare un elogio di Eros.
Alcibiade arriva alla fine. È completamente ubriaco. Beve ulteriormente. Dice di non voler fare lʼelogio di Eros, ma di Socrate.
(Ma lasciamo perdere Alcibiade, anche se il suo discorso va letto se si vuole capire qualcosa su Socrate).

Socrate, quando è il suo turno, fa una puntualizzazione su cosa è elogio. Dice, cioè, che è dire la verità in positivo su qualcuno o qualcosa, tralasciando le cose negative. Dice di non essere capace di fare un elogio di Eros come li hanno fatti gli altri, che erano delle esagerazioni  quindi delle adulazioni  piene di dettagli non verificati, e si ripropone di non far altro, su Eros, che dire la verità.
(Suggerisco a chiunque di leggere Simposio nella traduzione di Giovanni Reale, in particolare il discorso di Socrate, per capire cosa e chi è Eros).

Ho costruito questo schema basandomi sulle parole di Socrate su cosa è elogio.


elogio equivale alla lode. Il biasimo equivale al rimprovero.
Adulare significa dire qualcosa di falso in positivo su una persona, tipo: “Sei il più grande artista di questa generazione!”. Insultare significa dire qualcosa di falso in negativo su una persona, tipo: “Sei una merda!”. Ma nessuno è merda, o un cane, o qualcosa di peggio, perché siamo carne e ossa e siamo uomini.

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