Honorable mention

Ho fatto questo sogno. È stato lungo e chiaro e l’ho ricordato tutto. Quando mi sono svegliato, mezzanotte, ero talmente riposato e lucido e sveglio che ho detto: “Questo devo appuntarlo”. Ci ho messo mezz’ora a ricordarlo nei dettagli e a scriverlo in Google Keep sul telefono. Poi sono tornato a dormire.

***

Eravamo in una specie di caserma, tutti insieme in uniforme. Per la precisione eravamo in un refettorio. Alla fine del pasto c’era una esercitazione.

Provavo paura come per un attacco vero e come se dovessimo partire.
Uscivamo a casaccio, dai vari punti del refettorio in cui ci trovavamo. In base al punto in cui uscivamo ci trovavamo in vari punti dello spazio all’aperto, anche in relazione all’astronave. L’astronave era vicino alla caserma, sembrava una componente amica ferma a bassa quota.

Il punto in cui ero uscito era lontano dall’astronave, in campo aperto. Da un punto imprecisato in lontananza arrivavano uova sparate, a livello terra-terra. Mi trovavo come i soldati mandati allo sbaraglio lontano dalla trincea senza vedere il nemico. Allora arretravo, mi spostavo da quel campo aperto dove arrivavano uova sparate, le quali potevano colpirti sì ma anche no, e andavo vicino, sotto l’astronave, dove c’era la gran massa di noi, e prendevo in pieno un carico di uova scaricate dall’alto.

Subito dopo c’era la premiazione. Prima venivano premiati gli Honorable mention, quelli come me. Ci davano un sacchettino azzurro di tela leggera con dei nastrini, tipo bomboniera. Somigliava a un piccolo finto paracadute al contrario. La premiazione avveniva così. Si camminava in fila fino a un palco dove erano seduti a sinistra un colonnello impettito e la faccia indurita nel premiare gli Honorable mention. Diceva: “Honorable mention” nel darci il sacchettino. In mezzo un trono vuoto. A destra la S. G., ex compagna di classe delle superiori che dalla quinta in poi è stata fidanzata col membro di una nota baby gang di Milano, che allora conoscevamo tutti per sentito dire. Era uomo di audacia, girava col coltello, una volta l’aveva salvata da una rapina fuori da un negozio proprio puntando il coltello allo sfigato che aveva afferrato i soldi che lei aveva in mano uscendo dal negozio. Un po’ tondetta e giudicata stupidetta dalla classe, con l’insegnamento del compagno mezzo malvivente è cresciuta gran figa, magra, determinata e decisa nella vita. Dava i sacchettini con volto deluso e disgustato. Dopo aver ricevuto il sacchettino ci sedevamo in posti assegnati, in alto, tribuna spettatori. Con me c’era K., amico delle elementari morto adolescente per aver fatto un incidente con la moto appena regalata, era figlio di un iraniano e un’italiana; M., mio grande amico dalla quinta superiore agli anni di università, un po’ sfigato; mio padre; e c’era anche Serafin, altro compagno di classe delle superiori. 

Guardavo giù, in platea. Noi stavamo ammassati. Eravamo di più. In platea avevano poltrone ben separate tra loro. Veniva loro dato un cestello marrone con dentro patatine tipo nachos col formaggio tipo quelle che fanno adesso da MacDonald’s. Alcuni erano coppie, cioè sia l’uomo sia la donna erano stati premiati, si scambiavano il premio, per così dire, cioè lui la imboccava con le patatine. Ridevano, erano orgogliosi, avevano tute militari da aviatore tipo Top Gun. Ogni loro poltrona aveva accanto un fiore tropicale.

Si guardava tutti verso un palco dove qualcuno avrebbe detto qualcosa. Di fatto nessuno diceva niente. 

Nell’andare via uno di quelli che erano sotto, forzutissimo, portava su di sé, con le braccia, numerosissimi altri, quasi per ridere, soprattutto donne. Qualcuno scaricava delle borse e noi, K. con me, ci passavamo accanto dicendo: “C'è qualcosa di nostro? No”, ce ne fregavamo e passavamo oltre. 

Non avevo più il mio premio, il mio sacchettino. Guardavo indietro e notavo che molti erano stati lasciati per terra, non considerati preziosi. Erano stati calpestati e si erano rotti. Sporchi, mancavano le bretelline del paracadute. Il mio doveva essere tra quelli.

***

Il sogno è venuto dopo che, da un paio di settimane, Amazon ha chiesto alla mia ditta quali zone preferivamo, e i miei capi hanno risposto che non volevamo più le tre o quattro zone cittadine che ci assegnavano da tempo, e che preferivamo cambiarle con altrettante nella bassa mantovana. I miei capi sono stati misericordiosi con noi, loro sottoposti. Non so se è questo, o se c’è dietro qualche calcolo. Di fatto, le zone cittadine sono più difficoltose ed è più facile per un corriere che le fa portare indietro pacchi non consegnati, dato che non si fa in tempo a fare i ripassi, piuttosto che in zone di provincia. Dopo tre anni di città quasi quotidiana sono finalmente stato assegnato alla bassa mantovana, Goito, Solferino, Medole, Castel Goffredo, Guidizzolo, Solarolo, Castiglione delle Stiviere. Il lavoro è cambiato da così a così, quasi un altro lavoro. Ho ringraziato ogni giorno Dio, convinto che le mie preghiere siano finalmente state ascoltate. Girando per la campagna, o al massimo nel centro storico di qualche paesino, sono molto più rilassato di quando facevo la città. Il lavoro è divenuto un problema non più assillante. Non sento più il bisogno di dormire tutto il tempo che resta per riprendermi. Ho addirittura iniziato ad andare a correre di mattina, dato che adesso ci presentiamo sul lavoro alle 9,30 e finiamo, di conseguenza, anche un’ora più tardi. Mi sono messo a correre anche perché il sogno mi ha spaventato. Non sarà che adesso ho una vita troppo facile? L’Honorable mention significa Purgatorio o un punto basso del Paradiso?
Nonostante la presenza di Serafin al mio fianco, sono solo belle domande alle quali non so rispondere, anche perché non so se a mandare il sogno sia stato Dio o il diavolo.

13 commenti:

  1. il sogno te l'hanno mandato i fagioli con salsicce mangiati a cena. Io ci interpreto solo cose buone, come il fatto di poter rivedere un amichetto sfortunato, che è volato troppo presto in paradiso anche perchè il purgatorio, non esiste più, lo chiuse anni orsono il papa, non ricordo il nome, ce costava troppo A NOI contribuenti

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    1. Nella Bibbia i sogni menzionati sono mandati da Dio, tipo quello che dice ai magi di tornare indietro per un'altra strada, senza ripassare da Gerusalemme. Se non sono mandati da Dio, l'unica alternativa è quell'altro, come accade alla maggioranza di noi che non vive una vita santa. Per questo sono contorti e ingannevoli e si dice di non dargli peso.

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  2. Nuvola6/2/22

    Più che il sogno in sè importa come lo leggi tu.
    Sono contenta che il lavoro sia meno assillante e che tu abbia più tempo libero.
    Il tempo libero bisogna però impegnarlo bene (come tu stesso dici...)
    Quindi secondo me questo sogno sei tu che hai il timore di lasciarti andare... e di non usare al meglio il tuo tempo.
    Andare a correre e fare sport è di sicuro una cosa buona e salutare per te.
    Poi, vedi tu cosa farne del tempo in più che hai: magari studiare? O qualche altra attività che vedi come "positiva" e che ti lascia qualcosa, che ti fa sentire una persona migliore, di avere usato meglio il tempo.
    Quindi secondo me è nelle tue mani...
    Dai, bene :)
    Buona domenica :)

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    1. Cerco di fare un passettino per volta perché so che con me i grandi cambiamenti non funzionano. Per il momento ho messo indietro la sveglia e faccio una corsetta. Col tempo... chissà. Intanto cerco di perseverare in questo. Grazie per l'incoraggiamento!

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  3. Quante volte mi sono detto di prendere appunti dei sogni che faccio, specie quelli lunghi e ricchi di dettagli... Quante idee sprecate!... Utili per dei racconti a fumetti, ad esempio... Tiziano Sclavi faceva proprio come te ;)
    è che sono pigro, per lo stesso motivo non sono tipo da andare a correre, preferisco le passeggiate, eppure quando vado a passeggiare incontro sempre gente che va lì per correre, oltre a quelli che portano a spasso il cane...
    Oggi c'era un cane, un pastore tedesco, ha visto passare un altro cane ed è impazzito, il padrone che lo tratteneva con il guinzaglio per non farlo scappare... No, no, solo solo per questo non potrei mai tenere un cane...
    Invece un attimo prima c'erano due gabbiani che si beccavano su un tetto, come due innamorati, poi uno ha preso il volo e l'altro è rimasto lì, a fare un verso strano, che non si capiva se era triste o arrabbiato, eppure non si è mosso per rincorrere il suo simile, questa scena mi ha colpito molto, sembra quasi un sogno pure questo...
    Del tuo sogno mi hanno colpito le uova al posto dei classici proiettili, sembra quasi un quadro di Dalí con un significato politico forte, "mettete le uova nei vostri cannoni"... Gli artisti hanno una corsia preferenziale con il mondo dei sogni, bontà loro ;)

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    1. Quando avevo 26-30 anni ho scritto una pletora di sogni. Lo usavo come esercizio di scrittura. Era un argomento di cui parlare. Poi cercavo di interpretare... I sogni sono interessantissimi. A pensarci oggi, se uno volesse sfruttarli potrebbe trarci innumerevoli storie... ma non è un po' barare?

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    2. Per me no ;)
      Lasciare che le maglie della ragione si allentino un po' e affidarsi ad un mondo inconscio in grado di ispirarci... è un po' come la Fede, in un certo senso :)

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  4. Il sogno te lo ha mandato una confusa elaborazione di dati del tuo cervello, mettendo insieme elementi presi alla rinfusa dai tuoi neuroni che, persino mentre tu dormi, continuano a essere attivi e lavorare ;-)
    Riguardo la "notizia", sono contento per te. Anch'io non sono uno da "metropoli", soprattutto quando si tratta di doverla percorrere in lungo e in largo su un automezzo (quando vado a Roma faccio sempre le stesse strade, ormai le conosco a memoria, eppure ho sempre l'agitazione addosso; quando guido in paesini di provincia sono rilassato). E poi sono bei posti, ci sono stato solo di passaggio ma li ho trovati incantevoli (conosco meglio la zona più a nord, sulle rive del lago di Garda, dove ho fatto turismo in modo più stanziale).

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    1. Pensa che sono nato a Milano ma non ci ho mai vissuto bene. Guidarci fa diventare pazzi, farci il mio lavoro sarebbe un incubo. La città dove abito adesso è molto più vivibile. Il cambiamento che mi è capitato sul piano lavorativo è come aver vinto al superenalotto!

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  5. Mamma mia che sogni contorti ma precisi..e il trono vuoto? Fosse quello il succo dell'astronave che lancia uova?

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    1. Secondo me il trono vuoto, se dovessi dire la prima cosa che mi viene in mente, come insegna il metodo freudiano, rimanda al libro dell'Apocalisse. Sul trono si siede l'agnello, ma se non ricordo male c'è tutta una prima parte in cui non c'è seduto nessuno. Di fatto, la persona della ss. Trinità che non possiamo vedere né conoscere è il Padre.

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  6. Sono contenta per te che i nuovi itinerari ti siano più consoni.

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    1. Grazie! È davvero cambiata la vita. Gesù mi lasci sempre in queste zone.

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