Flaubert e le parole

In Quaresima sono stato in malattia due settimane per un problema alla schiena saltato fuori all’improvviso. Si è ridotto lo spazio tra le prime due vertebre, può essere protusione o ernia. Mi fa male in basso a sinistra. Ho fatto lastre, ho iniziato la fisioterapia, ho fatto la visita ortopedica. Il medico di base ha prescritto Brufen, Tachidol, Tauxib, il dolore non passa. Pago sei anni e mezzo di sali e scendi dal furgone. Guido un Fiat Ducato, furgone alto da cui scendere 150 volte al giorno. Dal gennaio 2018 al settembre 2023 ho preso 30 chili. 120 chili che pesano su un piede sinistro che poggia a terra 150 volte al giorno per sei anni non sono senza effetto.

La fisioterapista è un genio, la prima che è riuscita a spiegarmi perché sono ingrassato pur non mangiando a pranzo; il corpo riceve l’informazione: “Non mi dà da mangiare per varie ore” perciò inizia a mettere da parte grassi e riserve. È così che, mentre credevo di far digiuno intermittente, mettevo su 30 chili. Come farò? Dovrò andare a lavorare con questo dolore? Dovrò cercare un altro lavoro? Questi problemi schienali non sono cose che passano... Se mi prendessero in qualche monastero sarei felice... scriverei meno, pregherei di più... Ma anche l’ultimo ritiro a Dumenza non è andato a buon fine. Cioè, è stato bellissimo, ma non mi hanno voluto.

In occasione delle due settimane di malattia, col tempo a disposizione, ho modificato il template del blog. Sono soddisfatto del risultato, ho sempre voluto che fossero solo le parole a risaltare, come nei libri. Flaubert viveva in campagna con la governante, aveva una vita monotona, senza sbalzi e diceva: “Occorre vivere in modo da far sì che una parola nuova, un dato giorno, sia un avvenimento”; ecco la fibra dello scrittore. Italo Calvino ha rinventato l’italiano; mi piacciono l’italiano di Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Grazia Deledda, Giovanni Verga, Luigi Pirandello, ma anche di scrittori contemporanei come Paolo Nori, Vitaliano Trevisan, Ugo Cornia, Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Luigi Malerba.

Ho lavorato un po’ sull’italiano, mi sembra abbastanza. È importante concentrarsi sull’espressione, ma solo allo scopo, penso, di non offuscare il pensiero. Il pensiero è una perla, va presentato com’è, pulito, senza impurità, a questo serve il lavoro sul linguaggio. Se non sappiamo usare il linguaggio rischiamo di non far arrivare il pensiero nemmeno a noi stessi.

Come ho detto più volte, gli scrittori che divengono troppo bravi a blandire il lettore col linguaggio poi possono sparargli in testa qualsiasi cosa; anche i pubblicitari e i creatori di trailer fanno così. Meglio lavorare sul pensiero che sull’espressione, in Fedro si dice che i migliori scrittori e parlatori sono quelli che conoscono la verità, non quelli che si intendono di retorica e oratoria.

Modificando il template del blog ho avuto occasione di rivedere vecchi post. Voglio solo dire che mi dispiace soprattutto per due cose, l’estremo, a volte, flagellarmi e il giudizio contro le persone. A volte porto rancore così a lungo che non riesco a non liberarmene se non scrivendo. Più che sfogo è vendetta, mi rendo conto ora. Tuttavia ho voluto lasciare i post e non cancellarli. Sono testimonianza di cos’ero e di un eventuale arco.

È vero, non posso dire neanche di voler scrivere solo umorismo. Amo la commedia perché mi tira su, ma non posso non riconoscere che ho bisogno di assumerla dall’esterno proprio perché non l’ho in me. Sono una persona che spesso fatica a vivere e, nonostante ami Dio, non riesce sempre ad amare la vita, da Dio voluta.

Inoltre, sono stato troppo appassionato di Thomas Bernhard per essere in grado di non portarmi dietro un po’ di ispirazione, di imitazione dello stile, di emulazione del sentire. Oggi non c’è niente che mi leghi a Bernhard se non la riconoscenza per avermi tenuto in vita in tempi in cui non avevo nulla tranne la letteratura. Ma un estimatore di Schopenhauer non può più essere il mio punto di riferimento.

Ho quattro quaderni di appunti presi in tre anni di incontri con l’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi. Si parla di Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce, Santa Teresina e altro. Voglio trascriverli e trarne materiale per post. Faccio troppa fatica a inventare racconti, anche se è un’attività che mi piace. Per ora preferisco dedicarmi a materiale che ho già pronto e devo solo rimaneggiare.

30 commenti:

  1. Mi dispiace per i problemi alla schiena, ogni tanto ho qualche fastidio anch'io dovuto alla cronica scogliosi che mi porto dietro da quando ero piccolo, ho avuto pure qualche "colpo della strega" ogni tanto e so che non è piacevole...
    Riguardo il dedicarsi il più possibile a migliorare l'espressività, io ci ho provato in passato ma mi sono dovuto arrendere all'evidenza che io sono più uno che sente la necessità di raccontare storie, il mio linguaggio diventa funzionale alla narrazione, non riesco a renderlo formalmente unico e diverso, al contrario è abbastanza ordinario... Ma vabbé, io sono un dilettante e scrivo in modo "terapeutico" per fini prettamente individuali, quindi non è un problema per me.

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    1. Avevo anch’io la scogliosi da piccolo! Facevo ginnastica correttiva con una maestra che diceva: “E-là, e-là!”, esilarante, lo ricordo ancora. Colpi della strega non ne ho avuti ma la mia preoccupazione è che la situazione non possa che peggiorare, siamo solo all’inizio, con queste cose non si torna indietro.

      La mia immaginazione non vola, per i racconti in cui mi cimento faccio un lavoro meticoloso, scartando idee su idee, cercando di dettagliare i personaggi ancor prima di iniziare, ecc., i risultati sono non certo fantasmagorici. Non penso di essere come te, con la necessità di raccontare storie, è una cosa che mi riesce proprio difficile e non naturale.
      Colgo l’occasione per elogiarti ancora una volta per Haiku boy, secondo me stai superando te stesso, è un lavoro davvero eccezionale.
      La mia passione, piuttosto, è sempre stata il concetto di mondo non scritto e mondo scritto di Calvino, il portare alla luce il pensiero, le emozioni, anche il raccontare ma pur sempre dando forma tramite la parola. È proprio l’atto di composizione delle parole, metterle una dietro l’altra che mi gasa. È interessante anche vedere come si può modificare ciò che si sa mediante la scrittura.

      Devo dire che scrittori come Bernhard e Nori mi hanno spinto, in certi anni, a fare una ricerca sull’espressione, su come blandire il lettore ecc. ma ora sono più checoviano, nel senso che Čechov consigliava agli aspiranti scrittori di essere audaci e non limare troppo, consegnare a un certo punto il testo com’è. Sono anche pigro e ho poco tempo. Sogno di avere la possibilità di lavorare al singolo periodo come Manzoni fino a renderlo perfetto, scorrevole, equilibrato.

      Anch’io uso la scrittura a scopo terapeutico: ho notato che quando ho dentro qualcosa che si agita metterlo per iscritto aiuta a placarlo. È stato una delle strade che mi hanno portato alla preghiera. Si tratta pur sempre di comporre usando parole, ma stavolta diretto a Dio e dedicato solo a lui. Il lavoro che Dio può fare sull’anima è terapeutico al massimo.

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  2. L'italiano è una lingua meravigliosa, ricca di espressioni, sfumature, che poi di fatto spesso nemmeno sfruttiamo nel nostro parlato... Ma fai bene ad attingere ai maestri, Italo Calvino in particolare è uno che ha toccato più generi, fra cui anche il fantastico che spesso mi pare un po' snobbato (o ridotto, nella percezione comune, alla saga di Harry Potter...)
    Mi piace l'associazione fra pensieri e linguaggio: quando studio cerco di fissare i concetti soprattutto nella mia testa, ma poi mi accorgo che nel ripeterli finisco per creare un discorso parlato pensando a ciò che dirò in sede d'esame, i 2 aspetti sono correlati... Gli stessi grandi teologi parlavano di Lógos immanente a Dio e di Lógos emanato da Dio... E siccome l'uomo è "imago dei"....🙂
    Prego per una veloce riabilitazione, ma anche sul poter trovare (tutti) la nostra strada più autentica... 🙏🏻

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    1. Trovo anch’io che con l’italiano si possano fare tante cose belle. Andiamo però più nel campo della sperimentazione e della poesia. Mi trovo meglio con la narrativa e col non-fiction perché non sono mai stato per la parola peregrina ma per la semplicità. Apprezzo però chi sperimenta, chi gioca con le parole. Prendiamo un Gadda: è uno che mi ha insegnato a osare. Bisognerebbe avere tempo. L’uomo di cultura, dice Bernhard, usa tutte le parole del vocabolario. A Scienze di Comunicazione imparai che in ogni vocabolario c’è un gruppo di 7.000 parole su 200.000 dette di uso comune che sono quelle usate dai più.

      Una cosa che ho notato provando a scrivere racconti è quanto sia difficile rendere l’azione. È la parte che può appesantire di più se non si sanno usare bene le parole. Per quanto riguarda il pensiero, la teoria, mi sento più sciolto e riesco a esprimermi meglio, ma quando si tratta di mettere sulla carta le azioni mi sento un principiante ed è lì che creo intoppi al lettore.

      A me Calvino piace per l’italiano, per i saggi e per libri come Il sentiero dei nidi di ragno, come sai sono per lo slice of life come genere, il fantastico non mi ha mai colpito molto. Ma sono gusti miei.

      Il discorso di modificare ciò che si sa al momento di metterlo in parola è un concetto che appresi dal bellissimo libro Scrivere per comunicare di Gabriele Pallotti che studiai all’università e che posso passare a chi fosse interessato (è difficile ormai trovarlo).

      Logos immanente a Dio e Logos emanato da Dio... uhm... non ho mai sentito questo concetto. Però mi pare di aver capito a cosa ti riferisci, più o meno a ciò che si è detto, cioè all’esistenza del pensiero in una forma prima dell’espressione e in un’altra inevitabilmente determinata dall’espressione.

      Ringrazio infinitamente per le preghiere. La mia schiena, come ho detto, può solo peggiorare, anche perché continuo a lavorarci sopra e non riesco a dimagrire perché ho abitudini solidificate. Per quanto riguarda trovare la strada, purtroppo tutti mi sconsigliano di farmi monaco a quest’età proprio per la questione del cambiamento delle abitudini; sto iniziando a rassegnarmi, ma vedremo, più avanti forse tenterò visite ad altre comunità.

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  3. Anch'io ultimamente combatto col peso. Per le donne, è (anche) duvuto al fatto che il metabolismo cambia repentinamente con l'avvento della menopausa. Nel mio caso, però, annovero una sorta di blocco mentale e una tendenza a placare lo stress o i dispiaceri mangiando carboidrati salati e grassi (per esempio, patatine, ma anche la pasta non è che vada bene...).
    Ogni fine settimana devo stare un po' come in "ritiro" per concentrarmi sulla mia motivazione a scendere di peso e ad evitare gli amati carboidrati (pane, pasta, patate, riso... più che evitare, in realtà, è mangiarne in modica quantità).

    Ieri sera ho (a mio avviso) finalmente capito il perché del mio blocco mentale: richiedo a me stessa sempre la perfezione quando so che "non ce la faccio a mantenere il mio standard" mi stresso e mi blocco. Il che è nocivo.
    Quindi ho finalmente pensato da sola una cosa banale (che, con altre parole, mi è stata ripetuta e ripetuta da altri, ma non l'avevo capita) : devo abbassare lo standard. Ovvero: il medico mi dice che devo fare 30 minuti di cardio al giorno. Io lo so che non ci riesco (tra lavoro e altro) e cerco di fare qualcosa ogni paio di giorni, e mi vanno via varie ore tra spostamenti e altro, il che non è sostenibile, e allora a volte salto, e il mio fisico ne risente e io mi stresso... circolo vizioso. Finalmente ieri ho pensato:
    "Secondo me riesco a fare max 15 minuti al giorno ogni giorno, senza che mi vadano via ore, anche se non è 30 minuti è qualcosa, è sostenibile, lo farò." Infatti l'ho fatto ieri sera e stasera ripeterò. D'estate è bello perché c'è luce fino alle 11 e perché ieri sera, anche se spiovigginava, non diluviava e non c'era freddo estremo.
    Avere fatto quei 15 minuti di corsa attorno al lago sotto casa mi hanno fatto stare benissimo dopo una settimana stressante. Mi hanno fatto sentire così bene che oggi non ho sgarrato nell'alimentazione. Purtroppo più avanti si va con l'età più si pagano gli sgarri alimentari e l'inattività fisica.

    Posso immaginare che è difficile andare in palestra o fare sport con un lavoro che ti impegna la quasi totalità della giornata.
    Secondo me, devi trovare un sistema che vada bene per te, sia riguardo l'alimentazione che riguardo il muoversi. Fatti consigliare riguardo l'attività fisica che è meglio fare cose che non ti facciano peggiorare il problema alla schiena.
    Avrai probabilmente inerzia all'inizio, ma devi solamente trovare un sistema e tenere duro il primo mese, praticare con continuità. È come la regola del minuto al giorno giapponese. Vedrai che, se ti abitui, poi continui. Devi trovare il sistema che vada bene per te, ma soprattutto, devi sentire la "necessità" di questo cambiamento. Qualsiasi cosa che ti venga detta da altri non è tanto "forte" quanto la tua motivazione interiore.

    Ho scritto tantissimo!

    Aggiungo: sono d'accordo, lo scrittore deve lavorare sulla parola, ma non per "vendere", solo per presentare la "verità" nel modo più consono.

    Buona domenica!

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    1. Nuvola, anch’io mi concedo qualche piacere ogni tanto per placare i dispiaceri. Purtroppo ogni tanto ce ne sono. Settimana scorsa ad esempio mi hanno mandato all’improvviso in una zona che il giorno precedente era stata alluvionata con l’idea che con la mia pazienza avrei saputo interfacciarmi coi responsabili in ufficio più agilmente in caso di problemi d’accesso (strade interrotte per fango, lavori, ecc.). Il risultato è stato una giornata d’inferno (quando non conosci la zona devi fare il doppio di fatica per cercare gli indirizzi, non sai dove puoi entrare col furgone e ti senti un novellino) tanto che la sera non ho potuto che mangiare da solo mezzo chilo di gelato al limone. Inoltre, a volte sgarro col cioccolato. Ma non sono questi i veri problemi. Queste sono fuoriuscite sporadiche, potrà capitarmi una volta a settimana. Il vero problema è l’alimentazione quotidiana. Faccio due pasti abbondanti al giorno (colazione e cena) al posto di cinque piccoli, mangio tanto pane e marmellata (la mattina) e pane con pollo arrosto la sera, quindi tanti carboidrati e grassi. Il menù è fisso. Non cucino. Non mangio verdure. Al momento sono stabile, non ho né crescite né descrescite. Il problema è che i chili presi negli ultimi anni sono difficili da buttar giù. Dovrei proprio cambiare sistema, struttura della giornata. Non so come fare per ringraziarti per i preziosi consigli che attingi dalla tua personale esperienza, ma non sono abbastanza motivato per intraprendere cambiamenti. Non amo per niente il mio lavoro, ho questo punto fisso di scontentezza che mi impedisce di vedere la vita in termini di avanzamento. Sono bloccato e non per lo stesso motivo per cui lo sei tu. Anzi, ti faccio i complimenti per come hai riflettuto tu te stessa e hai capito il problema. Nel mio caso, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo e di una leggera depressione (diagnosticati). Tu hai motivazione e forza di volontà, una vita che, nonostante non sia priva di dispiaceri, ami ed è ciò che hai voluto e ti sei conquistata con impegno. Mi paiamo due casi parecchio diversi. Dico questo per dire che ascolto sempre i consigli ma nessuno è mai servito a farmi cambiare realmente. Sicuramente la ragione è dentro di me, fondamentalmente mi va bene così, come scrivevo in un commento a Luana un po’ di ciccia può anche servire da protezione... socialmente, diciamo... se non fosse apparso il problema alla schiena non avrei dato troppo peso al peso. Mi sento proprio arrivato a un punto in cui certi limiti mi paiono insormontabili. Detto in altre parole, non ho più voglia di impegnarmi, arrivo morto la sera e l’unica cosa di cui sento il bisogno è una dormita per ripartire il giorno successivo. Dio ha voluto questo per me e lo accetto, ma non riesco ad amarlo. Questo mi toglie qualsiasi stimolo. Ho un po’ di sollievo nella scrittura, grazie a Dio, almeno quello. Vedo che tu fai un lavoro importante su te stessa e sulle abitudini, ti ammiro e ti incoraggio. Ma per me è un campo del tutto negletto. Mi concentro su altre cose e mi sembra già di far tanto. Hai ragione a dire che la motivazione se non la trovi dentro te stesso è difficile che siano altri a dartela.
      Ti saluto! Un abbraccione!

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  4. Dimagrire da adulti è difficile, però 120 kg sono tanti per la tua salute, bisogna veramente che ti impegni.

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    1. Sì, è l'unico modo per limitare il peggioramento alla schiena.

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  5. incredibile, con la vita movimentata che fai, hai preso 30 kili.
    la vedo dura allora, perchè tutte le persone grosse che conosco lo sono ancora oggi che siamo vecchi e ricoglioniti, gente che non sapeva mai tirarsi indietro davanti le varie tentazioni mangerecce consumistiche, ma pure bevande zuccherate ed ipergassate, ma forse è meglio così, almeno moriranno felici mangiandosi un bel gelatone alla faccia mia che sto sempre attento

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    1. Dimagrire è impresa ardua. Anche se non me lo dicevi tu, mi ero preparato alla vecchiaia grassa. Chissà, magari mi cederà il cuore. La vita è meno movimentata di quanto si pensi, sto seduto la maggior parte del tempo, poi faccio su e giù, ma ora che non consegno più in città devo camminare molto meno. La dieta è fissa, per cui non scendo né salgo, però il gelatone ogni tanto me lo concedo, non so come fate voi resistenti.

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  6. Questo tuo post è sulle parole, eppure tutti siamo tentati di andare nella direzione del tuo problema di grasso superfluo. Ti racconto la mia esperienza. Sono stata in sovrappeso di una decina/quindicina di chili da sempre, a parte due parentesi di diete andate a buon fine. Lo so bene: quello che mi fa prendere peso sono i carboidrati farinacei (pane, pasta, pizza e tutti i derivati da farine), non è un caso che quando li ho cassati mi sono letteralmente sgonfiata e asciugata.
    Ciò che ci fa ingrassare, anche se non siamo dei mangioni e consumiamo molte calorie muovendoci e stando in tensione, è quello che non è compatibile con il nostro organismo. Vale certo anche quanto detto dalla fisioterapista, l'organismo tende ad autofabbricarsi delle riserve se fai le furbate.
    Da gennaio scorso la mia vita è cambiata, ho perso 10 chili, Filippo, nemmeno so io come sia possibile ma so di aver cambiato totalmente alimentazione. Mi sono scoperta in pratica intossicata da un'alimentazione sbandata nella quale nell'autunno scorso sono precipitata (stress lavorativo e stress psichico per il peggioramento e poi la fine di mia madre). Ho preso 5 chili senza mangiare di più, ma perché ero ormai disattenta, mi cibavo a caso, rispondendo all'impulso del momento. Io che avevo già il colon irritabile mi sono rovinata del tutto.
    La mia disbiosi mi ha portato a una stipsi fulminante, l'organismo è andato in corto circuito. Pensa, al sesto mese da allora ma ancora non ne vengo fuori. Sono andata da un nutrizionista e mi ha tolto immediatamente i carboidrati. Ho perso molto peso e ho capito dove stava l'errore. Certo, la stipsi si è come cronicizzata e molto conta anche l'aver superato i 50, tutto è più difficile. Oggi mi curo coi probiotici ma ogni giorno è davvero una scommessa. Ecco, prima che tutto degeneri, trova il modo di toglierti il peso e cattive abitudini. Mi rendo conto che non è facile, che fai un lavoro con cui devi scendere a un compromesso. Ne va della tua salute e credimi non solo fisica. Questi disturbi possono incidere perfino sul tuo benessere psichico.
    Ecco, il rischio che si cada in questi scompensi è reale. Io potessi tornare a quando semplicemente mi gonfiavo con i carboidrati e azzerare tutte le cattive abitudini... non so che darei.

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    1. Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza per aiutarmi a superare il mio problema di grasso superfluo. Evidentemente tutti si rivolgono a quello perché tengono alla salute. Anticipo che purtroppo, date le condizioni di stanchezza in cui mi mette il mio lavoro, faccio davvero fatica anche solo a pensare di attuare uno schema di abitudini alternativo, ma ti assicuro che le tue parole sono prese in considerazione e non cadono a vuoto.

      Il mio mangiare quantità di pane parte dal mattino, dall’idea che il pane è fatto carboidrati a rilascio lento. Contrariamente agli zuccheri raffinati, che danno una botta di energia che però finisce subito, il pane dà energia fino a fine mattinata. Sono sempre ansioso per quanto riguarda il lavoro. I primi tre anni e mezzo l’ho svolto in città a Brescia e mi sono abituato all’idea che le prime ore del mattino sono le più importanti, quelle in cui bisogna essere svegli (litri di caffè) ed efficienti, veloci al massimo. Il traffico cittadino mi ha abituato alla necessità di far tutto alla svelta, poiché si parcheggia in divieto di sosta e si intralcia il traffico. Oggi consegno in provincia, ma l’idea di fare il grosso delle consegne al mattino non è cambiata. Al mattino devo essere al 100%, perciò dormire e mangiare tanto. Ho smesso di mangiare a pranzo per la stessa ansia da consegna. Ho scoperto, infatti, che, specialmente in provincia, alle 12,00 le attività chiudono e la gente va a casa a mangiare. Tra le 12,00 e le 14,00, ora in cui riaprono le attività, si trovano tutti i clienti a casa.

      È un punto delicato perché riportare alla sera pacchi non consegnati è visto di cattivo occhio. Col servizio Amazon Logistics non c’è la giacenza, non si può andare a ritirare i pacchi non consegnati in un magazzino apposito come coi vecchi corrieri, Bartolini, DHL o GLS o Poste, i pacchi semplicemente vanno in consegna tre giorni consecutivi e se dopo tali tre tentativi non sono stati conseganti tornano al mittente. Quindi c’è pressione a effettuare per forza la consegna, in qualsiasi modo. Anche per questo bisogna essere veloci: bisogna finire presto e avanzare tempo, il tardo pomeriggio, per gli eventuali ripassi.

      La pausa (mezz’ora) la faccio verso le 15,30-16,00, quando ho finito le attività del pomeriggio. A quell’ora sono affamato come un lupo ma non mangio. Arrivo a casa la sera alle 19,00-19-30 e allora sì che sono affamato. Ho provato a mangiar poco, riuscendoci, ma siccome il mio stomaco è ormai ingrossato, la notte mi sveglio coi crampi allo stomaco. Quando è vuoto, urla. Non sarebbe un problema se non che mi impedisce di dormire. Ecco perché ho ripreso a mangiare anche la sera, a ora tarda, vicino all’ora in cui vado a dormire, un pasto normale barra abbondante.

      Et voilà! Credo che la mia unica speranza è cambiare lavoro.

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    2. Mi metto nei tuoi panni. Ok, anch'io ho il grosso del mio sforzo al mattino essendo insegnante. La mattina faccio colazione mescolando dolce e salato, dopo tre ore mangio frutta secca e mezza banana. Lasciare lo stomaco vuoto a lungo è rovinoso. In generale, tu potresti distribuire degli alimenti lungo il corso della giornata, perché il principio del nutrirsi ogni tre ore è corretto ed essenziale per un equilibrio del metabolismo. Mi pare tu abbia descritto esattamente quello che faceva mio padre. Al mattino lui per giunta solo una tazzina di caffè, niente colazione. Arrivava a pranzo affamato come un lupo e mia madre aveva la cattiva abitudine di riempire troppo il piatto di pasta. Poi faceva una lunga pausa dal cibo fino a sera, la cena non la esagerava mai ma intorno alle 23 sentiva di avere ancora fame e consumava banane. Mio padre ha avuto un grave scompenso metabolico a 65 anni che gli ha compromesso tutti gli anni a venire (problemi cardiaci e poi anche peggio, non sto a scriverlo). Praticamente si è distrutto.
      Scusami, ho insistito, ma sentivo di voler aggiungere queste parole.

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  7. Mi dispiace molto per i tuoi problemi di salute, purtroppo le cose che abbiamo sempre fatto senza riflettere a volte non vanno tanto bene per la nostra salute.
    Io lavoro al PC tutto il giorno e spesso soffro di dolori alla parte alta della schiena.

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    1. Grazie per la comprensione, Stefania. Purtroppo ciascun lavoro è logorante a modo suo.

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  8. il mio corpo invece sa benissimo che lo nutro con costanza.
    perciò si mantiene fiduciosamente snello :)
    lieto giorno

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    1. Col tuo corpo fiduciosamente snello tu ci pedali pure abbondantemente, se non sbaglio.

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    2. sì, non sbagli: chi ama brucia :)
      ciao

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  9. flaubert non m'entusiasma.
    responsabilità sicuramente anche delle traduzioni.
    lieto giorno

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  10. Caro Filippo, coraggio! Mi permetto, e so che sai bene apprezzare la Parola di Dio, di ricordarti il passo della lettera ai Corinzi in cui si dice che Dio non ci dà da sopportare qualcosa oltre quanto siamo in grado di sostenere. La preghiera e la fede saranno sempre un balsamo per le tue ferite. Questo non significa che devi abdicare alla volontà di cambiare abitudini alimentari. La salute è un bene prezioso, fondamentale. Purtroppo il peso non aiuta a proposito della schiena, riesco a tenermi da quasi 30 anni un menisco sfatto solo perché non esercito peso sulla gamba, ma se mantengo la linea è anche perché soffro della sindrome del colon irritabile e molti cibi mi sono vietati assolutamente, tipo latticini o bevande gassate, questo mi porta a stare attenta alla dieta alimentare. Insomma, come ho potuto vedere anche leggendo gli altri commenti, siamo tutti alle prese con problemi di salute, ma fortunatamente è tutto rimediabile. Non scoraggiarti e aiutati (che Dio fa il resto!)
    Ah, Flaubert! Le mot juste! ❤️

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    1. Marina, grazie per l’incoraggiamento! La vera parenesi viene sempre dallo Spirito Santo, di cui ti fai portatrice citando la Parola di Dio! Come si dice, rompo le orecchie a Gesù per essere aiutato, ma mi rendo conto che sono anni che mi sgolo per avere supporto sul lavoro dato che ogni giornata mi sembra difficilissima, poi mi pento e mi metto a pregare anche per gli altri e arrivo a offrire la mia vita per intenzioni forse troppo grandi, come la fine della guerra in Ucraina, Palestina, ecc. e trascurando me stesso. Proverò a cambiare abitudini, ma ci vorrà tempo e il principio del poco per volta.
      Di Flaubert lessi Madame Bovary e mi piacque, ma ero giovanissimo e non ricordo quasi nulla. Come dice antonypoe, di sicuro in traduzione non si può cogliere la poeticità della sua prosa.
      La frase che ho citato l’ho sentita anni fa e mi è rimasta impressa, ma chissà dov’è scritta! Dopo aver scritto il post ho provato a scaricare su Kindle L’educazione sentimentale e devo dire che intanto l’incipit mi piace, nel senso che mi piace come scrive indipendentemente dalla storia raccontata.
      Ti saluto!

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  11. Io pure tendo ad ingrassare..mangio e mi muovo, e l'età non aiuta.. sto al computer a scrivere o scrivo comunque a penna, sempre seduto però.. ;) la fede però è un privilegio dal quale trarre massimo profitto. Io credo ma molto agnosticamente, sono un voltairiano, diffido di norme e orpelli, ma lo sai.. perché ti avrebbero rifiutato in monastero? Fanno un test finale? Forse sarebbe il tuo luogo ideale, salvaguardi schiena, peso, spirito e voglia di studio e affinamento della lingua. Potresti buttare giù il Manuale per farsi accogliere in Monastero.
    Un abbraccio!

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    1. errata: mangio e NON mi muovo ..ihih

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    2. Be’ io ho un metabolismo che basta che guardo il cibo e ingrasso.
      Cerco di trarre profitto dalla fede pregando ma ti assicuro che perlopiù mi sembra già tanto se riesco a concludere una giornata lavorativa. Prego ogni mattina per il lavoro, ambito in cui sento di aver bisogno di aiuto e, ti dirò, noto gli interventi divini. Sono uno dei più veloci, mi danno le rotte con più pacchi, mi danno i ragazzi nuovi a cui insegnare... tutte cose che da solo non riuscirei a fare. Fa Dio.

      Per i monasteri no, non c’è un test finale. C’è ciò che si chiama discernimento. Al momento ho parlato coi responsabili vocazionali di tre monasteri. Uno (nuovo) voleva prendermi ma il direttore spirituale mi ha sconsigliato di entrare in una realtà nuova, avendo già avuto esperienze non buone in una realtà nuova. Gli altri due, l’abbazia di Praglia (tradizione secolare) e l’abbazia di Dumenza mi hanno diciamo respinto al termine di colloqui dove ho parlato di me. Entrambi sconsigliano a causa dell’età.

      Ho fiducia perché penso che sarei un buon monaco e che col sostegno di una comunità potrei fare meglio di quanto faccia vivendo solo. Magari scriverei meno, ma sai, ultimamente non sono soddisfatto dei risultati quindi mi dico: “Ha davvero bisogno il mondo dei miei scritti?”. È una cosa che faccio come hobby, è l’unica cosa produttiva che mi piace tolte le più passive come leggere e ascoltare musica.

      Ricambio l’abbraccio!

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    3. perdonate l'intromissione.
      non occorre entrare in monastero per essere monaco.
      sono la riprova vivente :)
      a meno che uno non voglia far parte di una comunità specifica.
      lieto giorno

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    4. Ha ragione antony (minuscolo mi raccomando), e soprattutto: non è il mondo ad aver bisogno dei nostri scritti, mai noi. Non dimenticarlo mai. ;)

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    5. Se parliamo di stile di vita, sono perfettamente d’accordo con voi. Difatti, esistono i cosiddetti monaci cittadini diocesani, i quali, col consenso del vescovo e interfacciandosi con lui, vivono tale stile di vita in luoghi insospettabili.
      Pensandoci, però, credo ci sia un elemento dell’entrare in una comunità che costituisce una differenza importante: lasciare i propri averi.
      È questo che, sebbene spaventevole se uno si ferma a pensarci (tipo: se poi mi trovo male cosa faccio, dove vado?), mi ha sempre attratto. Lasciare tutto per Dio.
      Ma anche qui mi ribatterete che, come ha fatto San Francesco, si può lasciare tutto e mettersi a fare l’elemosina. Ebbene, è vero che San Francesco ha fatto così, ma poi è stato ricondotto, complice il suo stile di obbedienza alla Chiesa, all’ovile santo. Di fatto ha dovuto fondare una comunità, scrivere una regola e farla approvare dal Papa.

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    6. non sapevo di dover ottenere il consenso del vescovo :)
      io sono povero in spirito :)
      a parte gli scherzi (mica poi tanto): non amo il denaro e detesto la proprietà e il possesso.
      però mi adeguo :)
      per tranquillità. del resto mi basta pochissimo.
      ciao

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  12. Mi dispiace per i tuoi problemi di salute. Io, l'anno scorso, avevo dei dolori fortissimi a una mano. Con la fisioterapia, i dolori sono spariti e non mi sono più tornati. Spero sia così anche per te. Strano questo aumento di peso, hai provato a sentire un nutrizionista o, comunque, una persona competente che ti aiuti a fare le scelte giuste ? In bocca al lupo.

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    1. Purtroppo, per come sono fatto, non sono pronto a sentire un nutrizionista perché so già che non lo ascolterei. Ma dopo averlo pagato, non avrebbe senso! Magari lascio perdere la scrittura e vado a correre.

      Crepi il lupo!

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