L’animatore

Benedite e non maledite (Rm 12, 14)


Oggi è San Biagio, grande festa a M., Ciociaria. Chissà se mi ricordano. Se lo fanno, sicuramente è per parlar male. Che brutta abitudine, la maldicenza eletta a regola di vita. Come fanno a vivere? Non si rendono conto del male che fanno agli altri e a se stessi. Sì, perché la maledizione ha effetto e inoltre è peccato. Uno pensa che le parole non contino, invece la calunnia ha effetto, le parole contano.

Le parole trasformano l’anima. Una persona che ha parlato male di un’altra persona si comporterà in modo diverso quando le si trova di fronte. Una persona che ha ascoltato maldicenze su un’altra persona si comporterà in modo diverso quando le si trova di fronte. Le maldicenze non sono solo un modo per far male, spesso sono anche calunnie, cioè false. Chi le fa, pertanto, commette doppio peccato, il primo, fare male, il secondo, dire falsità, bugie. Quanto è dannosa la maldicenza. Fa male a tutti.

C’è la possibilità che a dire male di una persona si azzecchi, c’è un detto che lo dice. A pensare male il più delle volte si fa centro, e certo, chi non è peccatore? C’è però un altro detto che dice: “A sospettare si attira il demonio”. Come faccio a sapere se una persona ha fatto o meno il male? Come faccio a conoscere i peccati di una persona (a meno che non li abbia visti direttamente)? I peccati si dicono solo al confessore.

Dire male dicendo la verità corrisponde al biasimo. Il biasimo è rimprovero. Okay, ma allora bisogna dirlo in faccia, non a terzi. Anche nel Vangelo è detto (a memoria): “Se un fratello pecca, prendilo da parte e diglielo a quattr’occhi; se persevera prendi con te un’altra persona e diglielo in sua presenza; se ancora non ti ascolta dillo ai superiori della comunità; ecc.”. Ciò vale solo nel caso in cui la maldicenza è vera, se cioè si è stati testimoni del peccato.

Il più delle volte, però, la maldicenza è calunnia. È cioè dire male falsamente. Si parla male giusto per parlare, si inventa, si attacca, si vuole colpire. E la calunnia ha effetto, colpisce, fa realmente male a chi è bersaglio.

Per quelli di M., paese di montagna di meno di 1.000 abitanti, il parlare è passatempo. Ci si incontra per i viottoli e si parla male di qualcuno, di questo e di quello, dei nemici, del sindaco, del prete. In un posto così ci metti solo un parroco, non l’aiuto parroco. Già le offerte sono poche, nessuno va in chiesa, in quelle terre l’hanno a morte da secoli con l’autorità ecclesiastica, i monasteri benedettini possedevano le terre, comandavano e angheriavano i contadini. In un paese così solo le vecchie, perlopiù vedove o zitelle, frequentano la parrocchia. Cosa ci metti a fare un vice-parroco che non si capisce a cosa serva? 

Non voglio fare maldicenze sulla comunità in cui sono stato, meglio smetta. Presi singolarmente sono santi, posso solo lodarli. Vergini, hanno una vita specchiata e fanno tutto per Gesù. A livello organizzativo, come fondatori di comunità (erano loro, di fatto, i successori della madre fondatrice, passata all’altro mondo nel 2020), ammetto che ho dubbi sul loro operato, cioè mi sembra che possano aver commesso errori. Ma tant’è. Acqua passata. Non porto rancore per ciò che può essere stato commesso sulla mia persona. Sono ancora gli anni migliori della mia vita, anche se ho tribolato, sofferto.

Non ero adatto a stare in parrocchia. I giovani frati erano visti più o meno come animatori, catechismo, direzione dei chirichetti, visite alle famiglie, chiacchere sul sagrato dopo la messa... come ricordo le chiacchere sul sagrato che mi portavano indietro al cortile di liceo dove in base a con chi stavi era calcolata la popolarità... non sono mai stato capace di fermarmi a chiaccherare, o meglio, con qualcuno che conosco e con cui c’è una storia mi fermo volentieri a parlare, ma fare l’intrattenitore, l’animatore con persone che non conosco è una cosa che proprio mi è ruvida, faccio una fatica a fare il primo passo, a far conoscenza, non sono bravo nelle relazioni sociali, proprio non mi viene facile; la chiacchera, poi, in sé è qualcosa che non rispetto, nel senso che penso che la maggior parte delle volte non porti uno scambio di informazione, ma abbia solo la cosiddetta funzione fàtica, ossia creare contatto... la chiacchera è tipica del mondo femminile – studiai in Sociologia –, cioè del mondo che storicamente è legato alla sedentarietà, mentre l’uomo usciva a procacciare il cibo, ecc., non mi dilungo su cose che tutti sanno.

Insomma, fare il frate da parrocchia non era proprio il mio paio di maniche. La mia è sempre stata più vocazione monacale. I monaci, però, non mi hanno voluto. Avevano paura cercassi troppo la solitudine per la solitudine in sé, come luogo di riparo, diciamo, non come luogo prezioso per l’incontro con Gesù. Più si scappa dalla Croce più la Croce va a cercare, anche nel luogo più sperduto della terra, dicevano. D'altronde Gesù lo si incontra anche e soprattutto nel fratello. È Chiara Lubich a dire al Movimento dei Focolari: “Per noi la clausura è il fratello”. E San Giovanni nella prima lettera: “Se non ami il fratello che vedi, come fai ad amare Dio che non vedi?” (cf. 1Gv 4, 20).

Sto ancora facendo ricerca vocazionale alla veneranda età di 43 anni – 44 in aprile. La speranza è l’ultima a morire. Nel 2022 andai a visitare un piccolo monastero nel piacentino, appena costruito. Mi avrebbero preso volentieri, ma sono una nuova fondazione (nati negli anni ‘90); il corrispondente alla Certosa di Farneta mi ha sconsigliato di entrare ancora in una nuova fondazione dati i traumi che ho vissuto nella prima. Nell’ottobre 2023 ho fatto una settimana di ritiro all’abbazia di Praglia, nel padovano. Un monaco con 62 anni di professione – venerabile! – mi ha sconsigliato di farmi monaco alla mia età; dice che a fronte dell’entusiamo iniziale di quattro o cinque anni si tende a incontrare difficoltà coi ritmi di vita o coi confratelli e si è portati a lasciare... Però il mio direttore spirituale, un frate Carmelitano Scalzo che hanno appena spostato da Brescia a Trento, mi invita a non desistere...

25 commenti:

  1. Io conosco chi mi ha fatto del male, direttamente. Tu hai appena fatto il cappotto a 1000 persone di M. 😱

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  2. Purtroppo le maldicenze sono più "saporite" delle lodi. Quindi, è più facile che "girino" più rapidamente delle notizie neutre o positive. Chissà se ci sono studi a riguardo (probabilmente sì).

    Ma San Biagio non è il 3 Febbraio? O ce n'è uno anche il 3 Marzo? È quando c'è la benedizione della gola con le candele, no?

    Sto ascoltando la messa alla radio in svedese. Ovviamente è liturgia protestante (il pastore è donna, e i canti ricordano molto i servizi evangelici con canti molto elaborati, moderni... non sono sicura che questo mi piaccia. I canti sono qualcosa che a me piace tradizionale e corale, non serve fare un concerto rock alla messa).
    Comunque hanno il padre nostro e il credo, e riesco a seguirli! Grammaticalmente parlando.
    Si vede che la settimana prossima ho l'esame? :)

    Comunque, non so cosa consigliarti. Non ho esperienze di stare in monastero. Non so se sarebbe adatta a me, quel tipo di quotidianità. Non so, direi di ascoltare il tuo direttore spirituale.

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    1. Ci sono sicuramente studi. È vero, probabilmente, come dici tu, la maldicenza viene più facile. Mi viene da dire che è perché chi dice male, giudicando, si pone su una posizione più alta rispetto al giudicato. Anche a me a volte scappano maldicenze sul lavoro, verso i colleghi, verso i capi. Cerco di redimermi cogliendo le occasioni anche per parlar bene.

      San Biagio è il 3 febbraio, sì, è quando ho scritto il post. (Scrivo quando riesco, poi programmo perché escano la domenica). Quest’anno è caduto di sabato, ma la benedizione della gola con le candele da me l’hanno fatta anche di domenica per andare incontro a coloro che non erano potuti andare di sabato. L’ho presa perché prima di Natale ho avuto tosse per un mese e mezzo, un aiuto in più non fa mai male.

      Non conosco le liturgie protestanti. Più che pregare e cantare non credo facciano, non essendoci l’Eucarestia.
      I canti in chiesa mi piacciono di tutti i tipi, a volte ascolto musica protestante su Youtube perché i protestanti sono bravi comunicatori.
      La prima volta che ho assistito a una messa del Rinnovamento nello Spirito Santo e ho visto chitarra, basso e batteria, band al completo, in chiesa ho storto il naso... ma in realtà approvo che si scrivano lodi a Dio in qualsiasi forma.

      Per il monastero ci sto andando coi piedi di piombo. Al momento sono fermo, ma cercherò di fare altre esperienze.

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  3. Non voglio mettermi nei tuoi abiti ovviamente, la vita è tua. Però credo che si possa inseguire la spiritualità anche senza entrare in un convento, magari avendo come obiettivo l'empatia per il proprio prossimo e quindi considerando il contatto diretto con "gli altri" come un modo per apprendere a empatizzare sopportando anche i piccoli difetti che gli altri (come noi stessi d'altronde) possono avere.

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    1. La santificazione è per tutti e per tutti gli stati di vita. L’importante è vivere il Vangelo. Gesù non era un sacerdote né un consacrato, eppure ha fatto sempre la Volontà del Padre.
      Io sento ancora amore per la vita consacrata, l’idea di lasciare tutto per servire Dio mi attrae. Per questo sto facendo verifiche.

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  4. èh sì, purtroppo la calunnia è un venticello, che si infila senza rumore da tutte le parti,
    piano piano,
    lentamente
    piace al bobbolo anche più mite

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    1. Quando all'uomo non resta più nulla, quando è talmente morto di fame che fa fatica pure a peccare, gli resta pur sempre la parola con cui poter offendere.

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  5. Sono essenzialmente un timido che però cerca di "combattere" la propria timidezza, provando comunque ad andare incontro agli altri, ovviamente valutando in base al contesto (non è che mi "tuffo" nelle situazioni con chiunque capita...)
    Cerco di essere appassionato in tutto quello che faccio, ma non mi lascio andare mai troppo... Mi sento poco "cacciatore", mi piace capire meglio gli altri e funziono bene in contesti che siano anche un po' "controllati", e mi piace molto anche collaborare con le Donne...oggi ad esempio ho conosciuto 2 catechiste insieme alle quali avvierò un nuovo percorso e sono curioso di vedere come si svilupperà, cosa imparerò e se riuscirò a portare qualcosa di "utile" anch'io 🙂 Riflettendo sul modo in cui mi sono presentato a questi ragazzi (età media 12 anni...) mi sono reso conto che potevo dire di più su me stesso e non l'ho fatto, diciamo che come io dovrò conoscere meglio loro, anche loro conosceranno meglio me (e adoro poter "crescere" così...)
    PS: sto leggendo un saggio breve per un gruppo di lettura all' università, in cui si parla di ben 3 frati vissuti nel Medioevo che scrissero libri di aiuto alle devoto, e tutti loro evidenziavano l'importanza del padre spirituale!
    Ciao Filippo 🙋🏻‍♂️

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    1. Ciao Alex, ti trovo una persona affabile e semplice, cosa che considero una fortuna, perché “più ci si avvicina al buon Dio, più ci si semplifica” come dice una suora anziana a Santa Teresina nei primi anni al Carmelo. Io nei miei anni giovanili ho fatto vari errori e perciò ho perso un po’ della povertà di spirito della fanciullezza. Spesso mi sento complicato. Sto cercando di riguadagnare semplificando la vita. Da quel poco che conosco di te, mi sembra che non dovresti avere problemi nei rapporti, a patto che sappia usare carità quando serve. Il catechismo è bellissimo e chi lo fa è gradito a Dio, riceverai tante grazie. Sempre Santa Teresina diceva che quando è stata maestra delle novizie le sue armi erano: “sacrificio e preghiera”. Ti auguro, come sempre, ogni bene.
      Un padre spirituale giusto è una grazia, è qualcuno con cui ci si può sfogare nel bisogno anche se non va visto come psicologo, non può ascoltare tutto, le cose da dirgli vanno scelte. Pregando per te, ottiene dall’alto una conoscenza sulle cose tue senza paragoni, a questo porta l’amore... le scelte di vita anch’io consiglio quando posso di prenderle assieme a un direttore spirituale, è gratis e va visto come immagine della ‘Madre del buon consiglio’, ricordando che la radice della parola: “consiglio” è la stessa di: “consolazione”...

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  6. > dicendo la verità corrisponde al biasimo.

    Interessante. In effetti le osservazioni de-visu, dirette, sono ecologiche, nel senso che permettono alla persona che riceve una critica di migliorare.
    Come ogni cosa di pregio costa. Sebbene io sia di questo avviso, per evitare i costi, spesso preferisco il silenzio.
    Ma bene-dire e silenzio sono asimmetrici rispetto a bene-dire e biasimo, l'asimmetria è un segno quasi universale di mancata armonia, di disequiibrio.

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    1. “Rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui” (Lv 19, 17b), naturalmente qui siamo nell’AT, il libro che parla della giustizia di Dio. Nel NT, il libro che parla della misericordia, Gesù perfeziona: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano”.

      Nel campo spirituale (nella vita religiosa) il biasimo si chiama: “Correzione fraterna”. È un affare parecchio delicato. Una volta ho ascoltato un’omelia in cui il prete ha parlato solo di correzione fraterna in nove punti, citando i Padri della Chiesa e altri santi. Da qualche parte devo ancora avere la traccia che gli ho chiesto alla fine e che lui mi ha regalato. Bisogna capire l’intenzione con cui lo si fa (ad es. c’è dell’amor proprio?), bisogna stare attenti alle parole che si usano, bisogna non essere controproducenti (ad es. se si rimprovera con rabbia si ottiene l’effetto contrario), ecc.

      Concordo sul fatto che l’asimmetria sia segno di mancata armonia.
      Una volta avevo fatto uno schema:
      bene-dire + vero = elogio
      bene-dire + falso = adulazione
      male-dire + vero = biasimo
      male-dire + falso = insulto

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  7. > D'altronde Gesù lo si incontra anche e soprattutto nel fratello

    Potremmo riformularlo alla Sartre
    "D'altronde la croce lo si incontra anche e soprattutto nel fratello"

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    1. “Mea maxima poenitentia, vita communis” si trova scritto nel refettorio di qualche cenobio.

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  8. D'altronde la Croce la si incontra ...

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  9. Filippo, la mia sensazione è che Voi stiate vivendo il vostro apostolato nella vita civile di ogni giorno.
    Impresa molto più ardua.

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    1. “Guai a me se non predicassi il vangelo!” (1Cor 9, 16b). Se uno è convinto di aver ricevuto un dono, non può voler tenerlo solo per sé. E anche se uno ci provasse, deve tener conto che, primo, nell’AT il Padre diceva al popolo d’Israele qualcosa come: “Non è solo per voi che vi ho scelto, ma perché siate portatori di me a tutto il mondo”... (infatti nel mondo giudaico c’era il fenomeno del proselitismo); secondo, nel NT il mandato missionario è lo stesso Gesù a darlo, scegliendo gli apostoli, poi i loro successori, poi i battezzati e così via...

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  10. > “Mea maxima poenitentia, vita communis”
    Beh, dice tutto!

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  11. Bella questa tua spinta verso la vita monacale, insolita e, forse per questo, affascinante. Se un uomo della tua età vive questa esigenza deve indagare a fondo per verificarne l'autenticità. Immagino che la preghiera ti aiuti. Ricopierò quello schemino circa le accoppiate benedire/maledire - vero/falso, mi sembra molto azzeccato.

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    1. La preghiera aiuta e, come ha detto un mio amico una volta citando San Charles de Foucauld, vocazione è anche: “dove c’è un bisogno”. Spero ci sia un posto dove c’è bisogno di me, Amazon può mettersi da parte..
      È vero che alla mia età è insolito voler cambiare vita, ma tieni presente che quando ho avuto la conversione l’ho considerata anche una chiamata, dato che è stata così spiazzante e calata dall’alto.
      Lo schemino che ho fatto meditalo, per vedere se è giusto... dico solo che finora non ho trovato motivi per doverlo cambiare.

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  12. Tanto io lo sai cosa penso. Meglio un buon marito, un bravo padre, di un fratello incerto.

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  13. Hai fatto molte riflessioni interessanti per la tua vita nella quotidianità, sono certa che troverai la giusta misura per tutto. Ciao Filippo, buona serata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa, speriamo di imboccare la via giusta. Buona serata a te!

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