Lo scontro fisico

Qualche giorno fa ho fatto un errore con un collega bestemmiatore e ne ho pagate le conseguenze.
Chi è il più grande bestemmiatore? Il diavolo. Il diavolo è colui che odia più di tutti Dio, lo insulta e dice le più grandi falsità su di lui. Il bestemmiatore si fa portavoce del diavolo; dice, cioè, le stesse cose del diavolo; facendosi portavoce del diavolo, si fa suo servo.
Il diavolo, “principe di questo mondo” (cf. Gv 12, 31; 16, 11), promette e dà ai suoi servi grandi doni.

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai» (Mt 4, 8-9)

Nel mio ambiente di lavoro c’è forte competizione, è sempre stato così.
La cosa più rattristevole è che la competizione non la vedi solo nell’effettivo svolgimento del lavoro. A causa del sistema degli aiuti, cioè del fatto che se non riesci a chiudere la rotta ricevi aiuti dai colleghi che l’hanno chiusa, le prestazioni quotidiane sono presto conosciute.
È importante anche l’orario di rientro. I cancelli aprono alle 18,30: sei uno di quelli che sono fuori mezz’ora in anticipo e aspetti in coda prima che aprano, o rientri dopo le 18,30, magari non una sola volta ma sempre?
Le voci girano. Se sono già rientrato, ho già fatto il debrief (restituzione pacchi non consegnati) e ho già parcheggiato, guardo in faccia, attraverso il parabrezza, tutti quelli che arrivano, anche se per pochi minuti, dopo di me. È un modo per dire: “Sono arrivato prima io”.
La cosa decisiva è la timbratura serale. Chi timbra per primo? Chi, per primo, è pronto a partire con la macchina per andare a casa? Sei uno di quelli che tengono il responsabile furgoni che ritira le chiavi ad aspettarti fino alle 19,00, 19,30, o alle 18,35 hai già timbrato e mentre te ne vai con la macchina guardi negli occhi, attraverso il parabrezza, i colleghi che rientrano col furgone?
Pur di far vedere che si è arrivati prima, si fa a gara persino nella coda per il debrief o nella coda per timbrare.

Il collega bestemmiatore, V., è uno, per dire il tipo, che una mattina mi ha spostato la mano mentre stavo per timbrare, primo arrivato, per timbrare prima di me.
È uno che, la sera incriminata, siccome ero davanti a lui al rientro, con la scusa implicita che vuole timbrare prima di tutti per andare a casa, mi camminava dietro e metteva pressione mentre andavo piano perché stavo parlando con una collega. Ci mancava solo che mi facesse i fari, da dietro, peccato che eravamo a piedi.
Sta di fatto che, sentendo la pressione che metteva alle spalle, ho dovuto scansarmi per farlo passare. Non importa che quella sera era rientrato dopo di me, lui deve timbrare prima.

Volendo, coi colleghi non c’è neanche necessità di parlare.
Quando arrivo sul posto di lavoro consegnano le chiavi e bisogna sbrigare una serie di attività per la cosiddetta presa in carico del furgone. Controllare i danni, segnare tutto su un apposito foglio, compilare il giornale di bordo, data, nome, cognome, numero di rotta, targa, chilometri alla partenza, firme qua e là... Quattro foto al furgone, davanti, dietro, lato destro, lato sinistro.
In un quarto d’ora si è pronti a partire, cioè, quando si è chiamati col megafono, si esce dal parcheggio e si entra nella zona di carico. In dieci minuti si caricano dai 150 ai 200 pacchi, già preparati in borse numerate, e 40 minuti dopo aver timbrato si sta già uscendo verso la prima consegna.
Per parlare davvero coi colleghi bisogna fermarsi la sera o organizzare la classica pizzata.

Sono anni che sopporto colleghi convinti di essere più bravi che mettono pressione nel magazzino e nel parcheggio se per caso si trovano dietro.
Non si tratta solo di competizione. Secondo me c’è malattia mentale. Forse tutto si spiega tenendo presente che uno è un bestemmiatore
Etichettano un collega con l’etichetta scarso e da quel momento non accettano rietichetizzazioni. Sono loro i più bravi. Non sopportano di vedere rientrare uno scarso prima di loro. Per cui, anche se lo scarso è rientrato prima, fanno di tutto per passargli davanti al debrief o nel parcheggio sorpassandolo (sic!) o alla macchinetta della timbratura.

La sera incriminata, quando ho lasciato passare V. che metteva pressione alle spalle, al momento di timbrare è lì che si lamenta col responsabile furgoni del fatto che deve scrocchiarsi la schiena o che gli si scrocchia la schiena o qualcosa del genere: “Sai cosa dovresti farti scrocchiare, tu?”, mi esce mentre timbro.
“Ma vaaaffanculo!”, dice puntadomi contro la mano, probabilmente sentendosi attaccato davanti a tutti. Poi prende il mio braccio molle, dato che non oppongo resistenza, e lo mostra a tutti: “To’, guarda qui!”, come per dire: “Non sarebbe in grado di fare male a nessuno”. In effetti non ho mai fatto a botte né partecipato a risse. Non facendo ginnastica né pesi, sono piuttosto debole.

Ecco la reazione, ecco le cattiverie di cui è capace un bestemmiatore. Mi sono sentito ferito e umiliato. Ha toccato a perfezione i punti deboli. Naturalmente ho sbagliato a iniziare.
Oltre a essere un bestemmiatore è ultraquarantenne single, ex-tossicodipendente, ha sempre fatto l’operaio e ora fa il corriere. È un uomo che non può sopportare che gli si metta i piedi in testa. Non può sopportare un’umiliazione, ha spesso attacchi d’ira. Non ha niente, non può permettersi che gli si tolga anche il niente che ha, ossia la rabbia e la certezza che in uno scontro fisico avrebbe la meglio. 

12 commenti:

  1. Nuvola11/12/22

    Hai fatto bene a non reagire. Secondo me anche gli altri lo conoscono per quello che è, quindi, non ti devi sentire male. Non è un brutto tratto quello di non avere mai partecipato a risse o fatto a botte, anzi, è una nota di merito!
    Buona serata,

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    1. Menomale c'è qualcuno che lo dice, sia che ho fatto bene a non reagire, sia che è una nota di merito non aver mai fatto a botte... davvero, non l'avevo mai sentito. Grazie!

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  2. E se la prossima volta invece di afferrarti il braccio dovesse tirarti una sberla, tu cosa farai? Gli porgerai l'altra guancia?
    Io non ti conosco, però da quel poco che ho letto sul tuo blog si evince che sei una persona di grande fede religiosa, un tipo tutto casa e chiesa, una persona di buon cuore dall'indole pacifica, insomma, una bella persona... magari un po' noiosa, eh XD però senza alcun dubbio una bella persona. Ora, tornando al tuo post, io non dico che avresti dovuto tirargli una centra (pugno tirato con forza in pieno viso), anche perché, vista la descrizione che hai fatto di te stesso, molto probabilmente in uno scontro fisico avresti avuto la peggio, però, cacchiarola, potevi perlomeno rispondergli verbalmente. Io spero di sbagliarmi, ma con soggetti di questo tipo, se non gli si fà subito capire che non devono mai più permettersi di avere determinati atteggiamenti, si corre il rischio che si sentano quasi legittimati a rifarlo di nuovo, con il risultato che la prossima volta potrebbe davvero tirartela una sberla... o anche peggio. Vabbè, speriamo bene, dai :D

    P.S. Scusami se te lo dico, però mi fà un pò sorridere il fatto che usi il termine bestemmiatore quasi come fosse una offesa XD Guarda che a un soggetto come il tuo collega di lavoro se gli dici che è un bestemmiatore gli fai quasi un complimento, eh. Io penso che il termine più appropriato per descriverlo sia solo uno (ti chiedo scusa per la parolaccia che sto per scrivere): TESTA DI CAZZO XD... sì, suona decisamente molto meglio ;)

    P.P.S. Quasi off-topic: Lucifero, visto quello che gli ha fatto il padre, ha tutto il diritto di bestemmiare, altroché.

    CIAO CIAO!

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  3. Anonimo12/12/22

    Mi piacciono tanto questi tuoi scritti Filippo e sento di dirti Grazie , perché sono spunti di riflessione e meditazione sulla nostra realtà,sulla nostra esistenza,su queste forze contrapposte ,bene e male .

    Guarda cosa esce fuori e quante riflessioni giungono da noi lettori, sono senza dubbio un arricchimento , perlomeno sotto quella che io chiamo sfera spirituale.

    Io la vedo un po come Nuvola ,ma credo anche che tra te e V. accada questo perché anche in voi si compia qualcosa... quel qualcosa visto anche come possibilità di salvezza per l 'altro.Se avresti reagito oltre a snaturare ciò in cui credi cosa avrebbe apportato all'altro oltre a gonfiarsi di ego, perché la sua non è una sfida verso te ,quanto più verso se stesso .Ogni volta che la sua forza materiale vince l'altra si indebolisce.Mi sembra chiaro il tuo ruolo,la tua forza non è nel corpo ,quanto nel tuo spirito...che sia stato messo alla prova anche tu?Non scriverlo ma pensaci...sempre che tu non lo abbia già fatto ,arrivando alle mie stesse conclusioni e proponendo a noi lettori questo esercizio.Non saprei ,ma sento ne sei capace...

    Che dire poi abbiamo Omega,che non debba meditare anche lui tra il senso della giustizia fai da te visibile e terrena ed un altra invisibile che però lo ha guidato a dire la sua!

    A presto:)

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    1. Ciao! Come sempre devo ringraziarti perché sostieni con calore i miei tentativi di scrittura, che nella maggior parte dei casi sono sfoghi che ritengo terapeutici. Ringrazio te e anche tutti coloro che usano un po’ del loro tempo per rispondere, analizzare, dare il loro parere.
      Sicuramente è stata una prova anche per me, e ti dico la verità quella volta sono stato soddisfatto di me stesso, anche se ho fatto la figura di quello che non reagisce, ma secondo me in questo modo ho messo ancora più in evidenza il comportamento esagerato e scorretto del collega di fronte ai presenti. "La vostra giustizia sia superiore a quella dei farisei” è una parola difficile da praticare, ma forse con l’allenamento ci si arriva. Colgo l’occasione per chiedere a Dio di aiutarmi a raggiungere la carità perfetta.

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  4. Nuvola12/12/22

    Mah, il commento di Omega mi lascia un po' basita.

    Io da piccola (e anche da più grande) non sono mai stata menata, picchiata, ... e quindi questo implica che non ho menato/picchiato di rimando. Una volta una bambina molto aggressiva e rozza mi ha messo le mani a chiudermi naso e bocca e io ci sono rimasta un po' lì... poi mi sono scossa e mi sono liberata. Ripensandoci anni dopo, sono stata contenta di non aver reagito. La violenza chiama violenza e non è più finita. Quella bambina era rozza ed è diventata una donna rozza, non cattiva, ma rozza. Dovevo picchiarla illo tempore? Dovevo farmi una nemica rozza e manesca? Meglio glissare. Perché poi io non ci sono più al mio paese, ma mia madre continua ad esserci, e se certe persone danno di matto magari si vanno a sfogare con mia madre...

    Quindi, di nuovo: hai fatto bene a non reagire.
    Se pensi sia opportuno, puoi sempre cominciare a fare un po' di allenamento e magari iscriverti ad un corso di autodifesa... Secondo me, quando si può, meglio lasciar perdere...

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    1. Ormai sono vecchio per i corsi di autodifesa. Preferisco impiegare il mio tempo per dedicarmi alla scrittura, anche se, da quanto ho capito, sono un po’ noioso. Spero di esserlo sempre meno. Ti ringrazio per il sostegno alle mie azioni. Sono sempre stato una persona un po’ impulsiva, e quando qualcuno si arrabbia ho sempre reagito con la rabbia. Il lavoro che faccio (corriere) mi ha insegnato molto. È vero che la strada tira fuori il peggio dalle persone. Con tutto quello che vedo e sento ogni giorno, se dovessi reagire a tutto non finirei più e non mi resterebbe tempo per lavorare! Lavorare su di sé è possibile, il cambiamento è possibile, anche se lento e fatto di passettini. Ringrazio perché quella volta, col mio collega, sono stato in grado di non reagire.

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  5. Giusto ieri sera su Rai 1 c'era un film, " Il campione", che toccava questo argomento... Un giovane talento del calcio con però qualche difficoltà a gestire la rabbia, che perciò si ritrovava spesso coinvolto in risse ... Un ottimo Stefano Accorsi gli faceva da mentore, insegnandogli a non reagire....
    Anch'io sono un pacifista per cui ti capisco benissimo ... E di sicuro non invidio il brutto contesto lavorativo in cui ti ritrovi 😥anzi mi dispiace tantissimo che tu debba assistere a questo genere di scene praticamente tutti i giorni....

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    1. Guarda, proprio ieri sera un ‘nuovo’ collega (assunto per il periodo di picco) è stato ripreso da una guardia perché andava troppo veloce all’interno del parcheggio. Lui, per rimando, l’ha minacciato di fargli fare tre mesi di ospedale. Arrivato da noi, si vantava e prometteva di aspettarlo fuori alla fine del lavoro. Questo per ricalcare un po’ i contorni del mio ambiente di lavoro. C’è un clima davvero tossico. Purtroppo anch’io sono una persona che si arrabbia abbastanza facilmente. In passato, almeno a parole, reagivo, e con stizza. Ciò che ho imparato, specialmente dopo aver fatto il frate, è sicuramente la capacità di gestire la rabbia con consapevolezza. Quando arriva, cioè, non darle corso. Ma il punto da raggiungere è non avere proprio la rabbia. Questo è difficile, perché siamo umani e tendiamo a reagire, se non addestrati, animalescamente. Lodo il tuo pacifismo e ti ringrazio perché sento che mi comprendi dispiacendoti per ciò che devo passare. Cerco di farmi i fatti miei e di attaccarmi alle persone buone, anche questo è un modo per squalificare tacitamente i comportamenti scorretti. Ciao!

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  6. Il tuo collega è un poveraccio, la tossicodipendenza pregressa chissà quanti problemi gli sta dando e gli darà. La forza fisica non è solo nei muscoli, chissà il suo povero fegato!

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  7. Concordo appieno. E sì che in altri momenti ci siamo comportati da amici. Anzi, già subito dopo l’accaduto, quasi come se si sentisse in colpa, si è messo a raccontarmi dei suoi mali, specialmente della sua trombosi, ma anche di come è stata male recentemente sua madre. Chissà, magari il suo gesto di stizza è anche dovuto al dispiacere per la madre. Sì, tutto sommato è un poveraccio, ha un pessimo carattere e non si vergogna a mostrarlo davanti a tutti perché pensa sia un segno di forza.

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  8. Sei un osservatore fine, un vaso di coccio in mezzo a bruti, rozzi, meschino. Probabilmente sei più frate(llo) ora di prima, stai facendo un cammino che, per la tua fede ammirabile, è più importante di quello di prima.

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