Un popolo di bestemmiatori

Ma l’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono (Sal 49, 13)

La mia teoria è questa. L’ho formulata nelle linee generali da quando sono stato nella vita religiosa. Poi è rimasta più o meno la stessa. (Mentre scrivo ho freddo alle gambe. Ho messo un pigiama corto, estivo. L’unica alternativa pulita sono pantaloni da tuta, troppo pesanti per queste giornate, anche se di fatto di notte fa ancora freddo, ma col piumone invernale, che ancora uso, il problema non si pone. Non riuscivo a prendere sonno, mi sono alzato e mi sono messo a scrivere. Ho messo una coperta sulle gambe nude. Come top ho un pile, ebbene sì, dormo con un top di pile. Ma mi sa che stasera lo tolgo e resto in maglia di lana. Tanto, come ho detto, per dormire mi copro ancora col piumone invernale. È che non accendo il riscaldamento, per risparmiare). La teoria, dicevo, è questa.

Nel dopoguerra l’Italia era un paese povero ma pieno di fede. Tutti avevano poco o nulla e si pregava. Dio ha ascoltato le preghiere e le ha esaudite. Beati i nostri nonni che avevano siffatto rapporto con Dio. L’Italia ha conosciuto un boom economico. Il Paese si è arricchito. E proprio questa è stata la sua disgrazia. Con la ricchezza sono arrivati i guai. Il ricco dimentica Dio. (Ossia colui che l’ha reso ricco).

Ma direi che questo discorso non vale solo per l’Italia. Vale in generale per l’Europa. Tutti i paesi europei, dopo la seconda guerra mondiale, dovevano uscire da situazioni di povertà. Allora c’era ancora fede. Nei miei anni da frate nelle Marche e nel Lazio, nelle missioncine popolari in parrocchie della Calabria e del basso Lazio, ho sentito parlare spesso di come al tempo dei nonni la sera nelle case dopo cena non si guardava la televisione, si diceva il rosario.

Con la ricchezza l’uomo si è dimenticato Dio. Ha creduto di essere lui l’artefice. Ha detto: “Come sono stato bravo a procurarmi questo benessere”. Sono io con la mia intelligenza che controllo la scienza, che l’ho scoperta e l’ho fatta progredire, portandola allo stato di produttrice di miracoli a cui è oggi, sono io...
Ma: “Ogni sapienza viene dal Signore / ed è sempre con lui” (Sir 1, 1).

È mia profonda convinzione che il benessere è arrivato perché i nostri nonni non avevano nulla e si rivolgevano a Dio. Ah, se la sera invece di guardare la televisione dicessimo il rosario... Quanti danni fa la meravigliosa, dannata televisione! Non ho la televisione, per la cronaca; in sua vece mi dànno con lo smartphone. Però è una lotta continua, sto cercando di diminuirne l’uso e soprattutto di farne un uso sempre più corretto. Whatsapp, Google News, Youtube, Kindle e commenti ai blog, questo è l’ideale finale del mio utilizzo dello smartphone.

L’altro punto, e qui vorrei conoscere ulteriori lingue, è questo. L’italiano, se non sbaglio, è l’unica lingua nella quale esiste la bestemmia. Bestemmia intesa come insulto a Dio. In inglese esiste “God damn it”, che significa letteralmente: “Dio maledica (una data cosa)”. Né in spagnolo né in francese mi pare esistano i rispettivi delle nostre due principali bestemmie, non le ripeto, una è rivolta a Dio, l’altra a Maria. Ma vale anche per le altre lingue. Siamo gli unici a lanciare insulti diretti a Dio.

Come si spiega che l’Italia è la beffa delle nazioni? Sfido chiunque a salire in treno a Ventimiglia e scendere a Nizza e a non notare l’immane differenza che si trova a distanza di pochi chilometri. Come è possibile che una nazione così popolosa e allo stesso tempo così laboriosa e inventiva, con eccellenze in ogni campo, sia un costante fallimento politico? Non abbiamo nulla di meno delle altre nazioni. Perché siamo una barzelletta all’estero? Perché l’italiano è così ridicolo?

È Dio che ci ha resi così. Dio che ci punisce costantemente, con la mafia, coi rom, con la politica da farsa... Con un modello di uomo senza dignità.
Per forza, non facciamo altro che bestemmiare! Non passa giorno in cui non ascolti bestemmie, bestemmie su bestemmie. Bestemmia il bambino, bestemmia la mamma, bestemmia la ragazzina, il muratore come il libero professionista, l’anziano come il giovane, il frequentatore di bar come l’avventore di ristoranti stellati, uomini e donne, grandi e piccini, tutti sono bestemmiatori in Italia!

È per questo che l’Italia va in rovina! Dio è scontento di noi. Dio non gradisce la nostra continua bestemmia. La bestemmia dell’italiano non è più nemmeno un gesto di stizza contro il fato (per le sfighe, quando ti cade l’auto sul piede perché hai messo male il cric, ad esempio, bisognerebbe maledire il demonio, l’unico demandato a fare del male, non Dio, il quale non potrebbe fare del male neanche se volesse, l’unica cosa che può fare Dio è permettere, lasciare che il demonio agisca...).

La bestemmia dell’italiano è ormai intercalare, parola qualsiasi detta in mezzo a discorso qualsiasi. Si bestemmia così, tanto per avere un’esclamazione da dire al posto di un’altra, più colorita di un’altra. Già la bestemmia piena di rabbia, in seguito a una sfiga, è un male. Ma la bestemmia come intercalare, senza motivo, giusto per inserire una frase che è diventata moda... non saprei cosa dire... Cosa pensa Dio guardandoci dall’alto? “Ma questi sono scemi”, dirà. “L’unico che può aiutarli, l’unico potente, l’unico in grado di apportare benefici, l’unico che può realizzare la propria volontà... e questi non solo mi dimenticano, ma mi bestemmiano a ogni piè sospinto...? Ma saranno scemi!”.

Non mi meraviglierei se ci piovesse addosso qualche bomba nucleare. Così, anche se non siamo nemici di nessuno e non siamo obbiettivo bellico di nessuno. Prima o poi arriverà, così, senza motivo. 

8 commenti:

  1. Per fortuna mi capita molto raramente di sentire qualcuno che bestemmia, credo che chi lo fa abitualmente attesti solo la propria ignoranza. Poi c'è chi bestemmia con cattiveria, con volontà di ferire, insomma l'individuo in cui prevale il peccato, della materia bruta: c'è qualcosa di sulfureo in chi bestemmia!

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    1. Fortunata te! Io ne sento in continuazione, già sul luogo di lavoro, e poi in giro... Dev’essere un modo in cui il demonio cerca di infastidirmi e destabilizzarmi! Ma la cosa ha smesso di darmi fastidio sul piano personale. Più che altro, come dico nel post, mi rendo conto che chi bestemmia attira su di sé l’ira di Dio. Perciò mi dico: “I miei colleghi attireranno sulla ditta enormi sfighe, e ci andrò di mezzo anch’io. Così come sull’Italia i bestemmiatori attirano enormi sfighe, e ci va di mezzo anche chi non bestemmia”.

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  2. comunque sono sempre di più i mortidifame ad usare lo sproloquio, forse perché abbrutiti dalle asprezze della vita, la cosa non vale per la toscana, là è il normale intercalare di un qualsiasi ragionamento, maremma ladra e buaijola

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    1. Finché se la prendono con la Maremma, anche se non gli ha fatto niente, ancora ancora... Come diceva quel tale: “Porco il mondo che c’ho sotto i piedi!”...

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  3. In effetti anch'io sono per un uso più limitato dei vari social, quelle volte che provo a leggere certe discussioni su facebook mi viene la voglia di scappare, si viene a creare un meccanismo per cui ognuno sente di dover dire la sua su qualcosa anche senza averne reali competenze, perché tanto "basta un click"... scemo io che mi prendo il tempo che mi serve anche per un "semplice" commento come questo? 🙂
    Sul discorso delle bestemmie, ammetto che non l'avevo mai vista in questi termini 😮... e non sono di quelli che usano spesso la frase "povera Italia", lodando magari gli altri Paesi sempre migliori del nostro... Però è una cosa sulla quale riflettere, senz'altro... 👍

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    1. Non uso social se non il blog. Sono a favore del sistema ‘commenti’ in generale. Purtroppo la cosa che ho notato è che si creano, proprio perché si sta dietro la tastiera, escalation in litigi. Preferisco evitare. Ma vedo che sui blog, anche grazie alla moderazione, e probabilmente a utenti che in passato sono rimasti ‘scottati’ dal fenomeno haters, oggi c’è una certa civiltà. Ritengo il dialogo e il confronto di opinioni fondamentali, è per questo che cerco di mettere la massima cura ai commenti ai blog e anche alle risposte che do sul mio.
      Sull’Italia, la mia è certamente una visione sul lungo periodo. Un popolo che smette di pregare, le cose che iniziano ad andar male... Mi rendo conto che non è facilmente condivisibile.

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  4. Esistono anche nelle altre lingue, purtroppo da noi è davvero un deprecabile intercalare.. io guardo come minimo storto se sento qualcuno, ma è anche vero che se non si frequentano luoghi di bassissima lega, diventa più difficile. Insomma, in genere un minimo di contegno viene salvaguardato. Al lavoro non esisterebbe, ad esempio. Comunque dubito che il Signore si offenda per così tanta pochezza.

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    1. Sul mio posto di lavoro la bestemmia è un vanto. E secondo me è un peccato grave, perché è la più grande falsità che si possa dire, essendo Dio l'ente più grande che ci sia, superiore a qualsiasi altro. Un conto è dire che un pezzo di legno è una pietra, un conto dire che l'essere sommamente buono è cattivo. A forza di dire una cosa, la si considera vera. Vorresti albergare una falsità così grande nel tuo cuore?

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