Tutto il mondo è paese

Mentre mi godo il regalo di Gesù di due giorni di malattia per un forte raffreddore, maldigola, tosse, malditesta, febbre anche a più di 38°C, che mi hanno fatto saltare gli ultimi due giorni di picco, dopo che stavo quasi per impazzire a fare la città (zona Ospedale) in 9 ore al giorno senza pause, ricordo una via di Botticino, non ricordo il nome, forse via Cavour, o via Marconi. Ha una ciclabile, e in più, al di là della ciclabile, uno spartitraffico laterale che la separa da un altro spazio carreggiabile che serve ad accedere a un gruppo di condomini. I condomini sono isolati, lontani dalla strada e immersi nel verde, tanto che appunto hanno una carreggiata indipendente, affiancata all’arteria normale, per recarvicisi. Parte della carreggiata indipendente serve anche da parcheggio auto, ma non tutta, perché appunto serve usare quella parte di carreggiata, separata con uno spartitraffico dall’arteria principale, per recarsi ai condomini.

I paesi hanno i nomi delle vie tutti uguali, via Palestro, via Salvo d’Acquisto, via Roma, via Martiri della libertà, ecc. In genere sai che quando trovi questi nomi sei al centro del paese, perché sono vie nominate tanto tempo fa. Le zone nuove sono nominate via 11 settembre 2001, via Giovanni Paolo II, via Sandra Mondaini, via Raimondo Vianello, via Giacinto Facchetti, via Caduti del lavoro, via Donatori di sangue… O le zone industriali, via Industriale, via Artigianale, via Gianni Agnelli (sic). Come corriere so che quando trovo questi nomi, trovo anche una bella zona residenziale, con strade larghe, parcheggi, moderne villette a schiera, ecc. In queste zone è facile consegnare. Non c’è traffico e arrivi col furgone esattamente davanti alla porta del cliente. Le zone centrali dei paesi, invece, via Zanardelli, via Aldo Moro, via Mazzini, via delle Rimembranze, ecc. sono più scomode perché monocorsia, con divieti di sosta estesi, ciottolati, vicoletti da cui bisogna uscire in retro. Per non parlare delle famigerate via Castello e via Chiesa, ovunque scomodissime. Tocca di solito lasciare il furgone lontano e farsi la strada a piedi, portando uno o più pacchi.

Mi cambiano continuamente zona. Praticamente ho fatto tutta la provincia di Brescia (lato est), dalla città alla campagna (la Bassa), al lago di Garda alle montagne (lago d’Idro, Ponte Caffaro, Val Trompia, Val Sabbia e paesini limitrofi). Non c’è rotta che non riesca a chiudere. Quando c’è da fare la città, la danno a me, un po’ perché la conosco, un po’ perché sanno che la porto a termine senza aiuti.
Il fatto che uno sia capace di fare qualsiasi zona, senza bisogno di impararne a memoria una e fare sempre quella è un buon segno, visto positivamente. Di fatto, sei quello sfruttato più malamente, perché ci sono quelli che usano sempre lo stesso furgone e fanno sempre la stessa zona. Costoro fanno la cosiddetta bella vita, mentre gli altri sono trattati da puttane della strada, costretti ad adattarsi a qualsiasi zona anche se non l’hanno mai vista prima, a trovare indirizzi al buio e nella nebbia, ecc.

Un conto è camminare, un conto è camminare portando un peso. Anche Gesù è salito sul Golgotha portando la Croce. È mia convinzione, dopo anni di esperienze e riflessioni, che sia sbagliato diffondere un’idea di Dio come di qualcuno che vuole la nostra felicità su questa terra.

In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. (Mc 10, 29-30)

Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti. (Lc 14, 13-14)

Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. (Mt 6, 1)

Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. (Lc 12, 33)

Se abbiamo già la felicità su questa terra, abbiamo già ricevuto la ricompensa. Uno può anche chiederla, e può anche riceverla – a Dio nulla è impossibile – ma più riceviamo nell’aldiquà, meno riceveremo nell’aldilà.
La vita del vero cristiano è tribolazione, obbrobrio, scandalo e stoltezza, cioè croce. Se Dio vuole farti un vero regalo, ti dà la croce. Come ha fatto col suo figlio unigenito, l’amato, colui nel quale si è compiaciuto.
Lo dice uno che si lamenta quando è sulla croce, perché è un debole, e che si dimena come un pesce fuori dall’acqua, o come un uomo in acqua che annega: rallegriamoci nelle sofferenze, perché la sofferenza è la strada per il Paradiso.
L’unico esempio che mi viene in mente è questo. Padre Elia Maria Bruson, con-fondatore dei Fratelli Francescani Missionari del Cuore di Gesù e di Maria Immacolata (la comunità di cui ho fatto parte), era un frate francescano conventuale, morto nel 2002 per un tumore alle ossa. Ha rifiutato la morfina. I testimoni dicono che negli ultimi minuti, poco prima di spirare, dopo aver attraversato dure sofferenze, aveva sul volto un sorriso e negli occhi una luce di gioia che si potrebbe chiamare solo beatitudine.

15 commenti:

  1. dovrebbero far pagare di più le consegne nei luoghi inaccessibili.
    Ti lascio un saluto ed un augurio per il tempo che verrà
    pace e bene

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    1. Quante volte l'ho detto anch'io! Tutto è iniziato quando nei luoghi inaccessibili hanno portato internet!
      Ma siamo buoni, che è Natale. Ti ringrazio assai per saluti e auguri, ricambio con un augurio di tante cose buone e belle.

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  2. Io ormai la penso diversamente, credo che sia giusto godersi un po' la vita qui (e tanto una qualche "croce" da portare ci tocca a tutti, non si fugge, anche se a qualcuno gliene tocca una più pesante).
    Comunque, lasciando da parte questo genere di considerazioni (che dette da un pirla come me hanno pochissimo valore) ti auguro di trascorrere delle buone festività e anche un buon anno nuovo se non ci risentiamo prima del 31.

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    1. Buone feste anche a te, caro Ariano!

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  3. Nuvola24/12/21

    Interessante questo post, mi ha fatto imparare diverse cose che ignoravo...

    Comunque: Buon Natale!

    E buon anno nel caso non ci si senta prima del 31 Dicembre...

    Un abbraccio!

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    1. Buon Natale e buon anno anche a te! L'Immenso ti porti tante gioie e tutto ciò che desideri di più!

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  4. penso che si debba essere un po' masochisti per cercare nella vita un'ulteriore dose di sofferenza oltre a quella che già la vita in sé ci dà... 🙁

    PS... Via "Aldo Moro" mi è familiare, la casa di quando ero bambino... e che ogni tanto ancora mi capita di sognare... 🙂

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    1. Dicevo appunto la dose di sofferenza che la vita ci dà, non di più.
      Auguri Giurassico!

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  5. Te lo dissi già credo: dal giorno in cui ho visto un fattorino Amazon portarmi un pacco Prime alle otto di sera disperato perché aveva altre consegne in culonia e doveva per forza finire il giro, non ho più ordinato cose Prime da consegnare tassativamente il giorno dopo. Buon Natale intanto..e auguri soprattutto per la salute!!

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    1. Grazie... la salute non migliora... aspettiamo più giorni, intanto non posso andare da mia madre, fratello e sorella... Buon Natale anche a te carissimo! Ti auguro ogni bene!

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  6. Buon Natale Filippo.
    Interessanti le considerazioni sulla toponomastica.
    E' proprio vero che il lavoro che si fa, o gli interessi che uno può coltivare, ti portano a notare particolari che ai più risultano estranei, non cogliendo le differenze, la particolarità di quanto ci circonda.

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    1. Ciao Puro, grazie degli auguri! Ricambio 100 volte tanto!

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  7. Pensiamo troppo a questo mondo è troppo poco alla vita eterna

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    1. Quanto hai ragione! Vorrei lavorare part-time per potermi dedicare di più alla preghiera. Certuni però mi hanno insegnato un trucco. Se la mattina offri la giornata, e poi qualsiasi attività cerchi di svolgerla il meglio possibile, trasformi già l’attività in preghiera. Dopotutto anche Santa Teresa d’Avila ha detto che ci si può santificare anche in mezzo alle pentole.
      Nei pochi giorni in cui sono lucido non sono del tutto scontento di lavorare, sudare e soffrire. Il problema è che vengo pagato. Chi ha una famiglia, invece, ad esempio, già dà ciò che guadagna ad altri che non possono ricambiare.

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  8. Ecco un buon escamotage: offrire la giornata. In questa maniera ogni rogna sarà come dovuta e accettata di buon grado. E' quasi un po' come volersele cercare per adempiere meglio al dono.

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