E non abbandonarci alla tentazione

Tutto, nellʼesperienza umana, può riassumersi in pensiero. Tutto si riconduce al pensiero. I gesti sono pensieri perché possono essere pensierizzati.
Una tentazione è sempre un pensiero, ed è un pensiero falso. Ad esempio: “Fare la tal cosa va bene, è buono”. Avere una qualsiasi tentazione significa avere un pensiero erroneo in testa. La sconfitta, la scacciata di tale tentazione è la confutazione di tale pensiero erroneo. La confutazione è il pensiero corretto, che sostituisce quello erroneo.
Cʼè di più. Il pensiero erroneo, la tentazione, è un demonio. È come se ci fosse un demonio che parla dicendo cose false, scorrette. La confutazione, invece, il pensiero corretto che sconfigge il pensiero erroneo prendendone il posto, è un angelo.
Diciamo che non occorre nemmeno un pensiero corretto che sostituisca quello erroneo. È sufficiente che la confutazione proceda a far riconoscere che il pensiero erroneo è, appunto, erroneo. Già solo questo costituisce la sconfitta del pensiero erroneo, della sentenza erronea, della tentazione. Quando una sentenza erronea, una tentazione, è sconfitta si ha nellʼanima una purificazione. Poi può anche esserci la sostituzione della sentenza erronea con una sentenza corretta, ma non è necessario questo per la purificazione.

Ammettiamo che uno abbia ingerito un cibo velenoso, o comunque dannoso. Fa star male lʼorganismo. Già somministrando un farmaco che fa vomitare si può far star meglio la persona.
Il cibo cattivo è la tentazione, ed è un demonio. Il farmaco che scaccia il cibo cattivo è la confutazione di un pensiero scorretto, ed è un angelo.
Tutte le argomentazioni che confutano idee sbagliate, false, che abbiamo in testa, sono angeli. Sono angeli anche tutti i pensieri corretti, veri, che possono venire a occupare lʼanima.
Possiamo trovare da noi stessi confutazioni di pensieri scorretti, e pensieri corretti. In tal caso siamo forti. Siamo per così dire produttori di angeli, in tal caso siamo per così dire esseri divini, produttori di esseri divini. Da noi, in tal caso, scaturiscono esseri divini.
Ma non sempre abbiamo queste capacità, non sempre siamo così forti, sani, retti nel pensiero, capaci di vincere la tentazione che è falsità.
Nei casi in cui non ce la facciamo da soli, occorre che ci rivolgiamo a Dio, che è onnipotente. Sarà lui, in tal caso, a mandarci gli angeli. A volte possiamo esseri liberati da un demonio, da una tentazione, senza nemmeno vedere come ciò avvenga. È come se la confutazione avvenisse in background. Non occorre che vediamo sempre il processo con cui Dio opera in noi una purificazione. Però molte volte il risultato lo sentiamo. Ci sentiamo più leggeri, più liberi, più contenti. Siamo stati oggetto di un vero e proprio esorcismo.

Quando chiediamo a Dio di non abbandonarci alla tentazione, nel Padre nostro, gli stiamo chiedendo di mandarci gli angeli a sconfiggere le tentazioni del demonio che operano in noi, su noi, contro di noi. Gli angeli sono araldi della verità, sentenze vere, che combattono per distruggere la falsità. La falsità ci affligge e ci fa star male. “Sei un disgraziato, destinato allʼinferno. Non hai mai fatto nulla di buono”. E lʼangelo: “Sei figlio di Dio, amato, pieno di qualità e talenti, nella vita hai fatto un sacco di opere buone e se hai peccato sarai perdonato”. La tentazione: “Dio non cʼè”. Lʼangelo: “Chi ha creato i fiumi, i mari, il cielo e le montagne?”.

Tra lʼaltro diciamo: “Non abbandonarci” invece di: “Non indurci” in tentazione per lo stesso motivo per cui per fare un augurio diciamo: “In bocca al lupo”.
Dovremmo anzi quasi dire: “Inducici pure nella tentazione – lʼimportante è che poi ci aiuti a venirne fuori se vedi che non ce la facciamo da soli”.
Finire in bocca al lupo – il demonio – fa bene. Passare per il fuoco, cadere nel fango, rompersi la testa fa bene. È una forma di purificazione. La sofferenza tempra. La Croce santifica, migliora, fa crescere. Chiunque sa che passare attraverso difficoltà, vivere il dolore, avere disgrazie nella vita lascia cambiati, più maturi, più forti, più consapevoli, più vicini a Dio. Anzi, sul fondo della botte si incontra Dio. A quanti è capitato...

“In bocca al lupo... e che Dio ti aiuti a uscirne se non ce la fai da solo”.

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