BFF vs. Baby gang

Filocamo e Valdo sono divenuti migliori amici in seconda. In prima, il migliore amico di Filocamo era Ursmaro, ma Ursmaro ha cambiato scuola. Valdo è divenuto il nuovo migliore amico. Valdo era il secchione della classe, Filocamo il secondo. Alla fine delle medie Valdo è uscito con ottimo e Filocamo con distinto. Probabilmente la bravura di Valdo rubbed off su Filocamo. Così, giusto per dire.

Tra la seconda e la terza Filocamo è andato una settimana alla casa al mare di Valdo in Liguria. Hanno giocato tutto il tempo a ping-pong. Anche se Filocamo teneva testa a Valdo, alla fine Valdo aveva la meglio. Si bastavano l’un l’altro, non hanno fatto amicizie con altri, anche se al mare Valdo aveva gli amici storici. Filocamo andava d’accordo con quel simpaticone del papà di Valdo al quale avevano asportato un rene.

Un fine settimana, Valdo è stato nella casa in campagna del papà di Filocamo dove Filocamo passava i fine settimana. Valdo non si è trovato bene in quella cascina semi-ristrutturata dove anche la sorellastra di Filocamo, avuta dal padre di Filocamo dalla prima moglie 15 anni prima di Filocamo, passava i fine settimana. Il padre e la sorella di Filocamo, col marito muratore e pugile, erano gente alla buona, bevitori e ridanciani, la campagna era piena di insetti e Valdo non sembrava a suo agio. La sua visita è passata alla storia nella famiglia di Filocamo perché Valdo è apparso timido, mentre i famigliari di Filocamo speravano in un Filocamo che portasse amici adeguati e alla mano. Filocamo sul momento non si è reso conto dell’effetto che suo padre e sua sorella, col marito muratore e pugile, hanno avuto su Valdo.

L’amicizia di Filocamo e Valdo è andata avanti fino al termine delle medie. Si dicevano a vicenda: “Siamo migliori amici”. Durante le lezioni si passavano bigliettini con disegni e facezie. Valdo era bravo a disegnare, specie le caricature, Filocamo provava a imitarlo ma con risultati scarsi. I pomeriggi Filocamo andava a casa di Valdo, dove erano presenti la madre casalinga e la sorella ritardata, a giocare ai videogiochi. La scelta era chiara, il non plus ultra era il Megadrive, non il Nintendo. In realtà la scelta l’aveva fatta Valdo e Filocamo dietro. Valdo era quello con le idee chiare. Anche quando Valdo andava a casa di Filocamo – poco, perché a casa di Filocamo non c’era nessuno, stando la madre, separata dal padre, in negozio tutto il giorno – giocavano ai videogiochi. Rare volte prendevano un tram e andavano in via Mac Mahon a un negozio di videogiochi a comprarne uno, scelto dopo infinite ponderazioni su una rivista di settore con recensioni. La sorella di Valdo era ritardata perché, diceva Valdo, da piccolo le aveva sbattuto la testa sul muro.

Una variante per i pomeriggi era andare da Grazzini, l’attuale Toys “R” Us di via Mauro Macchi, a browsare tra i giochi. Non compravano niente, ma dicevano: “Guarda questo” o “Vorrei comprare questo”. Alle casse passavano via. Un giorno, un ragazzo più grande che dice di chiamarsi Sigismondo, col berretto, li avvicina fuori da Grazzini. È amichevole, parla di giochi, fa la strada con loro chiaccherando. Al punto in cui Filocamo e Valdo si separano per andare ciascuno a casa propria, Sigismondo segue Valdo. La sera, quando la madre di Filocamo arriva a casa dal negozio, fa domande su Sigismondo e racconta che la madre di Valdo ha chiamato e ha detto che Sigismondo, quasi sotto casa, di colpo ha sbattuto Valdo su una cancellata e gli ha sfilato l'orologio da polso. Che orologio aveva? Forse uno Swatch. Filocamo chiama Valdo e si fa raccontare. Valdo è vago, ancora impaurito, si vergogna.

Valdo sceglie di fare il Liceo Scientifico perché vuol fare, dice, l’ingegnere genetico. Anche Filocamo lo dice, il padre è soddisfatto, dalla madre si fa iscrivere alla stessa scuola. Finiscono in classi distinte, su piani distinti. All’intervallo, le prime volte fanno a turno, un po’ Filocamo va a trovare Valdo, un po’ Valdo Filocamo. Con Valdo, in classe, c’è anche un ex-compagno delle elementari di Filocamo, secchione, col quale Valdo fa amicizia e inizia ad andare sempre meno a trovare Filocamo, è sempre più Filocamo che va a trovare i due. Andando avanti con l’anno le visite scemano. Al liceo si è divisi in due categorie, i secchioni o sfigati o babbi che restano in classe a giocare a carte, e i fighi che vanno in cortile a fumare. Filocamo inizia a partecipare a tornei di briscola in classe. Fa amicizia con un secchione, Arnoldo. Certi pomeriggi i tre secchioni, Filocamo, Valdo e Arnoldo, si trovano a casa di Filocamo a giocare ai videogiochi. Ma Arnoldo è più da pc che da console e soprattutto più da gioco di ruolo (Dungeons and Dragons) che da videogiochi.

Entro la fine dell’anno Filocamo e Valdo non si frequentano più. Filocamo passerà l’estate in Sardegna col fratellastro maggiore di 16 anni, avuto dal padre con la prima moglie. Passerà il tempo con un ragazzo più grande mezzo sardo mezzo tedesco sempre a piedi nudi, fortissimo nella pesca in apnea e non spaventabile dai bulli. Durante le vacanze anche nuove esigenze divengono più prepotenti, quelle riguardo il sesso femminile. Al ritorno, l’inizio della seconda superiore per Filocamo è all’insegna delle nuove conoscenze. Non s’intrattiene più coi secchioni. All’intervallo, ora, va a fumare droghe leggere nei bagni dove incontra gente che può anche metterlo in buona luce con ragazze.

16 commenti:

  1. Un resoconto scritto apparentemente con molta lucidità, d'altronde le amicizie fra compagni di scuola raramente durano troppo a lungo, quando accade è l'eccezione e non la regola. Amicizie ultradecennali le ho solo con gente conosciuta in palestra, coi compagni di scuola nessuna.

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    1. Avrei detto che era la regola e che sono io l’unico storto, mi sembra sempre di incontrare un sacco di persone rimaste legate agli amici di scuola. Comunque, ti credo.
      Se dici di praticare la palestra da più di un decennio (forse più) sarai palestratissimo!

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  2. Wow, post letto tutto d'un fiato! (nota di colore: camminando a casa dopo avere fatto la spesa al Lidl).

    Allora:
    1) nomi fantastici: Filocamo, Valdo, Arnoldo, ...
    2) mi piacciono i particolari messi lì: tipo, il simpatico padre al quale avevano asportato un rene, il marito muratore e pugile, il ragazzo mezzo tedesco non spaventabile dai bulli...

    Ti dirò, però, che la fine del post, letta secondo il mio sentire di madre, mi fa preoccupare sia per Filocamo, che per mio figlio, adolescente al momento... e penso, andrà anche lui a fumare?

    Comunque un bellissimo brano.
    Buona domenica!

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    1. Addirittura tutto d’un fiato! A me, leggendolo, era sembrato pesante e macchinoso...

      1) Il problema dei nomi non è da poco. Basta un nome sbagliato a sdilinquare un brano. Ho ancora file con centinaia di nomi raccolti leggendo i necrologi o passeggiando per cimiteri...
      2) Sono contento ti siano piaciuti i particolari, sono finiti lì perché reali.

      Fai bene a temere per gli adolescenti, ma ci tengo a sottolineare che il mio caso è particolare. Cresciuto da solo con una madre che lavorava 12 ore al giorno, di origine contadina, un po’ chiusa e a tratti depressa, con cui non si poteva parlare, ho vissuto quegli anni in completa solitudine. Ho cominciato a frequentare bulli proprio perché vittima, ma mi sono sentito sempre un infiltrato e spesso lo sentivano anche loro (vedi ‘Donnie Brasco’ o ‘The departed’). Se devo dare un consiglio frutto di questa esperienza, dico, coi figli, di parlare più che si può, in tempo opportuno e in tempo inopportuno (cf. San Paolo), a costo di passare per rompiscatole, chiedere come passano il tempo, ecc. dare consigli, dare la propria visione, esprimere la propria sincera preoccupazione, raccontare testimonianze come il caso mio... Tanti compagni di scuola che avevano una famiglia solida non hanno fatto la fine che ho fatto io.
      Non essere ansiosa però. Le tentazioni ci sono, ma l’educazione di una madre che tiene ai figli porta sempre frutti!

      Ciao!

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    2. Grazie per la risposta, seguirò i consigli riguardo il mio figlio adolescente! (e anche riguardo mia figlia sempre adolescente, ma più grande di qualche anno)

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  3. ai miei tempi le droghe erano robbe lontane dagli usi e costumi di NOI mortidifame

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    1. Beato te! Negli anni miei entravi in bagno, “collavi” (da ‘colletta’) 5 mila lire e ti spettava qualche tiro da una canna che facevano girare o un tiro dal cilum (sorta di pipa).

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  4. Concordo sul "macchinoso", sensazione palese nel paragrafo Sigismondo..

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    1. È uscito così... non ho potuto far altro che limarlo un po'.

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    2. Boh, a me filava liscio :)

      Sarà che io leggo roba o più complicata o in lingue che non conosco, quindi quando leggo qualcosa di gradevole in italiano sono contenta!

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  5. Sembra un efficace scrittura di getto: con i nomi mi sono un po' ingarbugliata, soprattutto all'inizio, ma è sempre questa tua spontaneità nel raccontare che a me balza agli occhi, con i pensieri che non seguono un ordine preciso e però creano delle immagini chiare. Come se non fossi tu a cercare le parole da scrivere, ma il contrario. Uno stile molto personale.

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    1. In effetti il mio processo è basato sul buttar fuori e limare, come un blocco di marmo di cui rispettare le venature originarie. Raramente ho tempo per pianificare e raramente cambio posto ai blocchi. Mi piace raccontare, sperando di non essere noioso, per questo taglio assai.

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  6. La palestra l'ho praticata per un decennio ma... qualche decennio fa, poi ho smesso (ma per fortuna un paio di amicizie sono rimaste). Quindi no, non sono ultra palestrato, anzi, diciamo che ormai il mio peso corporeo è inferiore a quello di una donna magra alta come me...

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    1. "Il mio peso corporeo è inferiore a quello di una donna magra alta come me" sembra un rompicapo per bambini tipo: "cosa pesa di più un chilo di piume o un chilo di piombo?"...

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  7. Sembra che tu stia analizzando il passato, chissà perché? Forse devi interpretare bene tutte le cose.

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    1. La psicanalisi per me non finisce mai. Ogni margine di guarigione che riesco ad arraffare è tanto di guadagnato.

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