Risate o amore

Cʼè poco da fare.
Guardo puntata dopo puntata di The office per lʼunica ragione di vedere gli sviluppi della storia tra Jim e Pam.

Va tenuto presente che primo, ho già guardato la sesta stagione, quella in cui si sposano e Pam è incinta, quindi so già come va a finire; e che secondo, quando ho scoperto di poter guardare The office su Prime Video ho detto di essere contento soprattutto perché in The office cʼè Steve Carrell.

Ma è ovvio che primo, dopo aver finito di guardare la sesta stagione ho iniziato a guardare la serie dalla prima stagione solo per vedere gli sviluppi della storia tra Jim e Pam, ossia cosa succede di volta in volta, come finiscono insieme; e secondo, Steve Carrell è un uomo, mi piace come attore ma alla fine dei conti non mi interessa più di tanto vedere la sua faccia inquadrata di continuo - mentre adoro vedere Pam (Jenna Fischer), Angela (Angela Faye Kinsey) e Jan (Melora Hardin) -; e inoltre il suo personaggio, Michael Scott, è realmente “obnoxious” come è definito a un certo punto nella stessa serie, ossia insopportabile.

Faccio passare puntata dopo puntata ingoiando lʼenorme quantità di tempo dedicata a Michael Scott, semplicemente perché Steve Carrell è lʼistrione che tiene insieme la serie, ma in realtà non faccio altro che aspettare i momenti di interazione tra Jim e Pam.
Sono realmente momenti, sono sparsi qua e là tra varie puntate.

Ora sono a metà della seconda stagione. A quanto pare, non è fino a metà della terza stagione che i due si rivelano lʼuno allʼaltra. (Ho letto le sinossi delle stagioni su Wikipedia).

Lʼunica cosa a cui sono interessato è la love story.
È per questo motivo che sono stato un fan di Dawsonʼs Creek e di Gilmore girls.
Solo Friends lo apprezzo per la comicità – anche se non ho disprezzato la storia tra Ross e Rachel, e anche se ho amato la storia tra Chandler e Monica, la quale però decade dal momento in cui si sposano, perché diventano bersaglio di un sacco di battute da coppia sposata.
Friends è perfetto. Friends secondo me è la migliore delle sitcom mai fatte, il classico dei classici per quanto riguarda le sitcom. (Ma sulla classicità di Friends vorrei fare un post a parte).

Anche delle romcoms (commedie romantiche) che guardo, in realtà, mi rendo conto, non è la componente commedia a interessarmi, ma la componente amore. Un film può anche essere triste, e la storia dʼamore può finire male, ma ciò che mi interessa è sempre vedere lo sviluppo di una storia dʼamore.

Le parole che si dicono. Come avviene la seduzione.
Gli ostacoli che si mettono in mezzo.
La risoluzione finale in un matrimonio.

The office è fico. Non voglio dire che è una cattiva serie. Però, per quanto mi riguarda, è ovvio che ciò che mi tiene agganciato è la storia dʼamore tra Jim e Pam. A volte Steve Carrell è addirittura fin troppo presente. Va bene che è un attore geniale, però...

La bestemmia fa male

Gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me (Rm 15, 3)


È da tanto che penso che chi bestemmia diventa cattivo.

In generale chi pecca diventa cattivo.
I peccati sono le pietre che ci si porta dietro da lanciare quando si deve giudicare il peccato di altri.

Quando si commette un peccato si crea dentro la persona una pietra. Il cuore si indurisce.

“Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, Lc 10, 3. Chi non pecca si trasforma in agnello. Chi non pecca diventa corpo di Cristo. In quanto tale, il non peccatore diventa vittima del peccatore.

I peccatori non scagliano le loro pietre solo su chi ha peccato, ma anche su chi non ha commesso nessun peccato, come si sa bene dallʼesperienza della Croce.

Chi bestemmia si fa portavoce del demonio.

Siccome Dio è la più grande realtà esistente, chi dice che Dio è cattivo, ossia chi dice una falsità su Dio, dice una falsità enorme, gigantesca.

Mentire su Dio, come dire eresie, non è la stessa cosa che mentire su una cosa terrena.
Anche se uno dicesse che una pietra è un pezzo di legno, o che una persona è unʼaltra persona, o persino che il mare è il cielo, non starebbe dicendo una menzogna tanto grande quanto dire una falsità su Dio.
Le menzogne e gli errori sulle cose grandi sono menzogne ed errori più grandi delle menzogne e degli errori sulle cose piccole.

Le realtà celesti sono molto più grandi di quelle terrene. È un cambio di dimensione. È un salto di potenze di dieci.

Ecco perché chi bestemmia diventa irrimediabilmente cieco. Dire la più grande falsità possibile – ossia che Dio è cattivo – significa diventare immediatamente completamente ciechi.

Si diventa ciechi e si diventa cattivi.

La bestemmia è un peccato molto più grande di quanto si pensi.
Se Dio è Verbo, i peccati di parola sono molto gravi, molto importanti.

Mi capita di subire cattiverie gratuite, perfidie pure, cose che solo il demonio può escogitare. Ogni volta che mi capita, della persona che mi ha fatto la cattiveria penso: “Questo è un bestemmiatore”.

Siccome poi chi subisce il peccato diventa peccato (“Dio lo fece peccato”, 2Cor 5, 21) capita che gli stessi che hanno subito una cattiveria diventino cattivi. Come se la pietra che hanno preso su di sé, che hanno subito, diventi una pietra che da quel momento è in loro possesso. Così si trasformano a loro volta in persone cattive, persone lontane da Dio.

Secondo me è questo che Gesù ha sperimentato quando ha detto: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato” (Mc 15, 34).

Gesù abbandonato significa essere totalmente trasformati in peccato a causa dellʼaver preso su di sé tutto il peccato degli altri. In tale condizione non ci si può sentire vicini a Dio.
Ci si sente come peccatori.

Naturalmente questo è solo un accenno.

Song to the siren

And you sang / Sail to me / Sail to me / Let me enfold you / Here I am / Here I am / Waiting to hold you (Tim Buckley

Sono andato a vedere Beautiful boy.

Il film, non si può dir nulla, è bello. Recitato impeccabilmente da tutti compresi i bambini piccoli.
Così almeno mi è parso, puntando gli occhi e guardando attraverso lʼaberrazione del doppiaggio.
La storia è importante, commovente, raccontata bene.

Uscendo ho detto: “Continuo a preferire le commedie”.
(Di fatto, se posso, guardo una commedia).
Ogni volta che Nic sta per avere una ricaduta è una sofferenza. Da stringere i braccioli e tirare le gambe dicendo: “Oh, no, no, no!”.
Quando si capisce che Nic non si riprenderà mai, ma che continuerà ad avere ricadute perché gli piace troppo la droga, si capisce che il film non è a lieto fine e si pensa: “Continuo a preferire le commedie”.

La storia, poi, è a lieto fine, ma lo si scopre solo nei titoli di coda, dove viene detto che oggi (2018) Nic è pulito da otto anni, a prezzo di grandi fatiche e del sacrificio di molte persone.

Eh sì, il film è basato su una storia vera. Tuttʼora in corso.

Bellissima la figura del padre, interpretato da Steve Carrell, che dopo questo film adoro ancora di più.
Davvero non vedo lʼora di vedere Beautiful boy in lingua originale per vedere totalmente (cioè anche grazie a cose come lʼinflessione della voce) come Steve Carrell ha recitato.
Di sicuro, sia grazie al fatto che il film è scritto bene sia grazie alla recitazione di Steve Carrell, è perfettamente trasmessa lʼidea dellʼimmenso amore del padre per il figlio. Bello, bello, bello.

La cosa che fa soffrire di più, oltre alle ricadute, è vedere Nic che inizia a mentire al padre.
La droga trasforma Nic in un bugiardo subdolo, arrabbiato, pieno di inganno. Il padre (Steve Carrell) resiste fino alla fine del film, ma alla fine si rende conto che Nic ha troppe volte scelto la droga al posto del bellissimo rapporto padre-figlio che avevano, e che quindi non può più fidarsi di lui.
(In una delle scene finali Nic, dopo essere sparito per alcuni giorni, cerca di entrare nella casa paterna mentre non cʼè nessuno, per rubare oggetti da vendere per comprarsi la droga).

Lʼultima scena è un miracolo. Nic sopravvive a unʼoverdose. A quanto pare è dopo questo miracolo che Nic mette la testa a posto e decide di dire addio alla droga.
Come si sa appunto dai titoli di coda.

Non so se è un caso, ma nella scena in cui padre e figlio fanno surf insieme cʼè la canzone Song to the siren cantata da Tim Buckley. Di tale canzone è stata fatta una cover da John Frusciante, che compare nellʼalbum The empyrean.
John Frusciante ha avuto una sorta di NDE (Near Death Experience) quando ha rischiato di morire a causa di unʼoverdose. Da quel momento ha smesso completamente di fare uso di droghe e ha acquisito i “musical superpowers” (Rolling Stone) con cui è tornato sulla scena musicale, sia collaborando coi Red Hot Chili Peppers, sia pubblicando molti – incredibili – album da solista.
Sarà un caso che Song to the siren è stata inserita nella colonna sonora del film?

Desiderio e umiltà

Amore alla propria nullità. (S. Teresa di Lisieux)


Cʼè una ragazza al lavoro che mi piace.

Ultimamente si è lasciata col moroso, con cui conviveva.
Il fatto che ora sia single me la sta rendendo ossessionatamente sempre più interessante.

Non ci sono molte ragazze dove lavoro io. È un ambiente maschile.

Siccome non vedo molte persone al di fuori del lavoro, in particolare non vedo ragazze, questa ragazza è una delle poche ragazze che vedo su base quotidiana e con cui parlo – oddio parlare è una parola grossa.

(In realtà ci sarebbe unʼaltra ragazza che vedo qualche volta. Ma questa, che ha interessi ad accasarsi con me, non mi attira dal punto di vista fisico.
Invece la ragazza di cui sto parlando, quella che lavora dove lavoro io, mi attrae).

Sta diventando una fissazione.
La mattina, quando mi preparo, penso a come sarò quando mi vedrà lei.

In realtà poi non so cosa dirle e a dir la verità non so neanche come avvicinarla. Devo fare in modo che sia già in un gruppetto e unirmi al gruppetto. Così riesco a dirle qualche parola.
Ma ci sono sempre così tanti uomini che sanno come flirtare con lei, che io mi sento impacciato e pressoché invisibile.

Mi piace proprio. Ha gli occhi azzurro ghiaccio, i capelli così biondi da sembrare ossigenati e la pelle di porcellana.

Il pensiero di essere intimo con lei è un sogno. Mi fa sospirare.

Il fatto è che a letto sarei una frana. Sono 15 anni che non vado a letto con una donna. Non sono particolarmente dotato, anzi, parliamo chiaro, ce lʼho decisamente piccolo. Non ho mai avuto le cosiddette “grandi avventure di letto” (cf. When Harry meets Sally). Non penso potrei soddisfare sessualmente una donna. Cʼè anche il problema dellʼeiaculazione precoce.

Lʼaltra sera, alla fine del lavoro, la osservavo mentre osservava un ragazzo che lavora con noi. Questo ragazzo ha la metà dei miei anni, è sportivo, veste canottiere dalle quali si vede che è palestrato il giusto, è intelligente e secondo me persino dolce.
Lungo una linea retta eravamo io, la ragazza che mi piace, questo ragazzo.
Forse me lo sono solo messo in testa io che lei lo stava guardando.
Questo ragazzo è fidanzato. Nella mia testa mi sono catapultato nella testa di lei e ho immaginato che stesse sognando che lui non fosse fidanzato e che si mettesse a provarci con lei.
Diciamo pure sia vero – anche se probabilmente è tutto frutto della mia testa –, non sono geloso. Non voglio essere geloso. Alla mia età e con tutti i miei difetti non ha più senso essere geloso.

Lʼunica cosa che voglio essere è umile.
Una volta ho dedicato tre giorni di preghiera a chiedere a Dio di farmi diventare soprattutto umile.
Oggi sono talmente privo di qualità che non posso non essere umile. E su cosa potrei puntellare una qualsiasi forma di superbia? Non ho nulla. Assolutamente nulla. Secondo me Dio mi ha ascoltato facendomi diventare la nullità che sono.

A un altro livello

Vorrei fare ciò che ho fatto altre volte, e che per me è stato estremamente soddisfacente. Vorrei scrivere i pensieri così come mi vengono in mente.
So che non significa niente e che non vale niente.
Ma da un certo punto di vista sono più contento a scandagliare la mia mente e a vedere cosa cʼè dentro, che a provare a fare qualche sforzo di scrittura che potrebbe rivelarsi qualcosa di interessante da leggere per altri.

Dʼaltronde, ne ho fatta io stesso la prova.
Primo, ci sono momenti in cui non si riesce a consumare nulla. Si ha a disposizione tutto il meglio della letteratura: Bibbia, letteratura sacra e testi spirituali (Santa Teresa dʼAvila, San Giovanni della Croce, ecc.), Bernhard, Paolo Nori, Checov, tutto ciò che più si ama e da cui si trae il massimo piacere, inoltre lʼintero internet, le migliori testate giornalistiche in italiano e in inglese; si ha Youtube per guardare centinaia di video con contenuti interessantissimi… Ciononostante nulla soddisfa, in nulla si trova pace. (In tali momenti probabilmente la cosa migliore sarebbe mettersi a pregare, piuttosto che mettersi a scrivere come sto facendo ora io).
Secondo, in generale è buona la regola secondo cui è meglio produrre che consumare.

Non bisogna però dimenticare ciò che scriveva Seneca a Lucilio. Uno poʼ leggi, un poʼ scrivi.
Bisogna fare entrambe le cose.

Io in questo momento sento il bisogno di scrivere. Tra non molto andrò a dormire.

Anzi, tra pochi minuti sarà finito lo scaricamento di To Rome with love di Woody Allen. Credo che mi metterò a guardarlo e mi addormenterò con esso.
Spero sia abbastanza bello da indurmi a volerlo guardare fino alla fine.

Forse è proprio di commedia che ho bisogno. Le toracocentesi di Bernhard in questo momento non sono in grado di sopportarle. Le toracocentesi di Bernhard non sempre si è in grado di sopportarle.

Dʼaltronde anche la costante ricerca di qualcosa da scrivere che sia interessante per gli altri mi sembra una forzatura, qualcosa di cattivo. Come se per forza si cercasse un modo per imporre la lettura alle persone.
Bernhard sicuramente è implacabile. Bernhard ti costringe a leggerlo. Bernhard ti impone il suo genio assoluto. È unʼipnosi. Una catalessi. Un dolore leggere parola dopo parola, eppure non si può farne a meno.
Bisogna essere rigorosi e implacabili con se stessi e col proprio intelletto, questo è qualcosa che direbbe lui. La violenza che fa su se stesso si trasmette anche ai lettori mediante le sue opere.

Checov invece non trasmette questa implacabilità, questa acerrimità che ha Bernhard. Da Checov traspare più un anima bonaria. Non so se è un artificio letterario o se è proprio la sua anima a essere bonaria. Sta di fatto che i suoi scritti sono più riposanti. Si sente una persona che ama la vita, e che vuole trasmettere impressioni, idee, cose che a lui paiono belle. O perlomeno cose che gli paiono degne di essere trasmesse.
È una letteratura completamente diversa quella di Checov rispetto a quella di Bernhard.

Forse perché Checov non cercava di fare soldi coi suoi scritti, dato che già era dottore.

Forse le grandi forzature, le grandi imposizioni si hanno quando si cerca di fare soldi coi propri lavori letterari.
Quando guardo Larry David o Woody Allen, o le sitcom, rido perché sono commedie ben congeniate, grazie a grandissimi sforzi dellʼintelletto, proprio per far ridere. Ma mentre rido non mi è trasmessa la bonarietà alla Checov.
La bonarietà alla Checov è impagabile. E questo perché Checov non scriveva per guadagnare soldi.
Nei commedianti Larry David e Woody Allen ci sono ricchi ingegnosi che hanno scoperto il trucco di come si mette insieme commedia che funziona. Ma quello che di loro traspare è lʼintelletto. Tutto cerebralità. Lo sforzo cerebrale che hanno fatto per creare qualcosa che funzionasse e che pertanto potesse essere venduto.
Leggendo Checov cʼè un passaggio di livello. Cʼè un uomo che non ha bisogno di venderti nulla, ma che scrive per il proprio puro piacere.

Credere in Dio e non riuscire ad andare in Paradiso

Tutto è iniziato con questo video.
Lʼesecuzione da parte di Nathan Lane e Faith Prince è talmente perfetta che lʼho guardato svariate volte. Mi è pure rimasta la canzone in testa.

Da esso è venuta la voglia di vedere Guys and dolls. Solo che se vai a cercare Guys and dolls su skytorrents.to viene fuori il film del 1955 con Frank Sinatra e Marlon Brando.

E va bene... scarichiamoce quello. Ciò che mi interessava era la storia, quindi anche se è unʼaltra versione va bene lo stesso.
Tuttavia Guys and dolls con Frank Sinatra e Marlon Brando mi ha deluso sin dallʼinizio.
Lʼambientazione, a quanto pare basata sui racconti di un certo Damon Runyon, che dipingono New York durante il proibizionismo, un mondo di gangster e gioco dʼazzardo, non mi interessa particolarmente.
Dopo aver visto la prima scena, quella che stabilisce il racconto, sono andato subito a vedere la corrispondente al video con la canzone Sue me.

Inutile dire che Frank Sinatra non è Nathan Lane. Frank Sinatra è un cantante prestato al cinema. Nathan Lane è la quintessenza dellʼattore.
I: “So new?” di Nathan Lane sono pieni di significato e provocano reazioni rilevanti in Faith Prince/Adelaide, tanto che da essi si capisce molto della tenerezza della relazione tra Nathan e Adelaide.
I: “So new?” di Frank Sinatra sono totalmente privi di significato.

Lʼimportanza di vedere diverse versioni di unʼopera, quando esistono.

Inutile dire che Guys and dolls con Nathan Lane del 1992 ha vinto quattro Tony, mentre il film con Frank Sinatra e Marlon Brando del 1955 solo un paio di Golden Globe.

Ripensandoci, l'unica cosa che mi ha colpito della storia viene da questo video.
Ciò che emerge – se uno ascolta il testo della canzone, che è il racconto di un sogno...

Sit Down, You're Rocking the Boat
I dreamed last night I got on the boat to heaven,
And by some chance I had brought my dice along,
And there I stood,
And I hollered,
"Some one save me, "
But the passengers they knew right from wrong.
For the people all said,
"Sit down, sit down you're rockin' the boat."
People all said,
"Sit down, sit down you're rockin' the boat."
And the devil will drag you under,
By the sharp lapel of your checkered coat,
"Sit down, sit down, sit down, sit down, "
"Sit down you're rockin' the boat."
I sailed away on that little boat to heaven, Ooooooh,
And by some chance found a bottle in my fist, Ooooooh.
And there I stood,
Nicely passing out the whiskey,
But the passengers were bound to resist. Ooooooh.
For the people all said, People all said,
"Beware, you're on a heavenly trip." "Beware, beware"
People all said, People all said,
"Beware, you'll scuttle the ship" "Beware."
And the devil will drag you under, Sit down, sit
By the fancy tie 'round your wicked throat,
"Sit down, sit down, sit down, sit down "Sit down, sit down, sit down, sit down
Sit down you're rockin' the boat" Sit down you're rockin' the boat"
Down
And as I laughed at those passengers to heaven, Oooooh.
Ha ha ha!
A great big wave came and washed me overboard, Oooooh
And as I sank,
And I hollered,
"Someone save me"
That's the moment I woke up, Oooooh
Thank the Lord! Thank the Lord, thank the Lord!
And I said to myself, Said to myself,
"Sit down, sit down you're rockin' the boat." "Sit down, sit down"
Said to myself, Said to myself,
"Sit down, sit down you're rockin' the boat." "Sit down"
And the devil will drag you under, And the devil will drag you under,
With a soul so heavy you'd never float,
Sit down, sit down, sit down, sit down,
Sit down you're rockin' the boat. Sit down you're rockin' the boat.
Sit down you're rockin',
Sit down you're rockin'
Sit down you're rockin' the boat,
Sit down you're rockin',
Sit down you're rockin'
Sit down you're rockin' the boat,
Sit down! Sit down, you're rockin' the boat!
Siediti, stai agitando la barca
Ho sognato la notte scorsa che ero sulla barca per il Paradiso,
e per qualche motivo mi ero portato dietro i dadi,
e me ne stavo lì,
e ho urlato:
“Qualcuno mi salvi”,
ma i passeggeri conoscevano la differenza tra bene e male.
Perché tutti dicevano:
“Siediti, siediti, stai agitando la barca”.
Tutti dicevano:
“Siediti, siediti, stai agitando la barca.
E il diavolo ti tirerà giù,
dal lungo risvolto del tuo cappotto a scacchi.
Siediti, siediti, siediti, siediti, siediti,
siediti, stai agitando la barca”.
Navigavo lontano su quella piccola barca per il Paradiso, Ooooooh,
e per qualche motivo ho trovato una bottiglia nella mia mano, Ooooooh.
E me ne stavo lì
versando gentilmente il whiskey,
ma i passeggeri erano obbligati a rifiutare. Ooooooh.
Perché tutti dicevano, tutti dicevano:
“Fai attenzione, sei su un viaggio divino”. “Fai attenzione, fai attenzione”.
Tutti dicevano, tutti dicevano:
“Fai attenzione, farai affondare la nave”. “Fai attenzione”.
“E il diavolo ti tirerà giù, siediti, siediti,
dalla raffinata cravatta che hai attorno al tuo collo malvagio”.
“Siediti, siediti, siediti, siediti,
siediti, siediti, siediti, siediti,
siediti, stai agitando la barca. Siediti, stai agitando la barca”.
E come io ridevo di quei passeggeri diretti in Paradiso, Ooooooh.
Ah ah ah!
Una grande onda è arrivata e mi ha fatto cadere in acqua, Ooooooh.
E mentre affondavo
e ho urlato:
“Qualcuno mi aiuti!”,
in quel momento mi sono svegliato, Ooooooh.
Grazie a Dio! Grazie a Dio! Grazie a Dio!
E mi sono detto, mi sono detto:
“Siediti, siediti, stai agitando la barca. Siediti, siediti”.
Mi sono detto, mi sono detto: “Siediti, stai agitando la barca. Siediti”.
“E il diavolo ti tirerà giù, e il diavolo ti tirerà giù.
Con unʼanima così pesante non galleggerai mai”.
“Siediti, siediti, siediti, siediti,
siediti, stai agitando la barca. Siediti, stai agitando la barca.
Siediti, stai agitando,
Siediti, stai agitando,
Siediti, stai agitando la barca,
Siediti, stai agitando,
Siediti, stai agitando,
Siediti, stai agitando la barca.
Siediti! Siediti, stai agitando la barca!” 
– è la storia di un gruppo di cattivi che credono in Dio, nel Paradiso e nellʼinferno, e che capiscono quindi che il loro comportamento non va bene. Sanno che devono cambiare e che il loro stile di vita non può portarli in Cielo.

È così che mi sento anch'io ogni giorno della mia vita.

L’aberrazione del doppiaggio

Ho visto Dan in real life. Gran bel film. Ho pianto un casino. Steve Carrell è veramente pieno di talento, come attore. Può fare tutto. Non è solo il buffone del film comico o di The office. Incredibile, pensando a Dan in real life e a The office, ad esempio, la versatilità delle parti che ha fatto. Non è da tutti. Lo amo. Mi piace proprio. I suoi silenzi, i tempi che mette tra una parola e l’altra... mi piace la sua voce. Mi piace la sua umiltà, che ovviamente ha dovuto nascondere per il personaggio di The office.

Va visto in lingua originale. Da anni predico il vedere i film in lingua originale, con sottotitoli prima in italiano, poi in inglese. E magari, dopo qualche visione, arrivare a vederli senza sottotitoli. L'arte attoriale americana secondo me è ineguagliata. Tranne da pochissimi europei, che però non so chi sono (Bruno Ganz).
(In realtà ho visto Non sono un assassino e mi sono piaciuti sia la Gerini – che però fa un po’ ridere perché ha il fiato corto, come me – sia Scamarcio).

Steve Carrell lo adoro proprio. Mi dà l’idea di uno fuori dal coro che ha saputo costruirsi un’arte. Non è il successo di un momento, ma si è rivelato duraturo. E nel cinema americano questo non è facile. Sono curioso di vedere Beautiful boy, ma per poter vederlo in lingua originale devo aspettare il dvd. Però ho un amico che vuole vederlo al cinema, quindi mi toccherà subire di nuovo l’aberrazione del doppiaggio.
D'altronde con questo stesso amico ho appena visto X-Men: Dark Phoenix. Per dire che andiamo al cinema giusto per andare, si va fuori a cena accanto a un multisala, poi si guarda il film meno peggio che c'è. Per dire... X-Men: Dark Phoenix! Una vera cacchiata.
Che però mi ha fatto capire, grazie ad alcuni primi piani, quanto la bellezza del viso di Jennifer Lawrence (che non amo come persona, giusto un pochino come attrice) risieda nel naso. Ha un naso davvero fantastico.

Dan in real life. Juliette Binoche, no.
Emily Blunt, miliardi di volte sì.
Emily Blunt fa parte della mia triade di dee del cinema americano. Numero uno, Alexis Bledel. Numero due, Emily Blunt. Numero tre, al momento non ricordo.
Tornando a Dan in real life.
Gia è carina lʼidea del titolo. Il titolo è il titolo della rubrica di Dan. In tale rubrica Dan dà consigli su come vivere. Poi però nel film fa un casino, nel senso che non segue i suoi stessi consigli. Infatti cʼè la battuta: “Somebody hasnʼt been reading his own column”. 

Bellissimo, del film, il senso di famiglia che riesce a trasmettere per tutta la durata. Mi ha meravigliato proprio come sia stato capace di creare questo senso di famiglia e di mantenerlo vivo perfettamente per tutta la durata del film. Non per una scena o due.
Il senso di famiglia in cui è immerso tutto il film, Steve Carrell e il titolo sono le tre cose che rendono Dan in real life una gran bel film.

Tornando a quanto amo Steve Carrell, devo dire che come tutte le persone di genio o di talento che amo, un poʼ lo odio anche. Lo odio perché ce lʼha fatta. Lo odio perché sono un invidiosone, ciò che altri chiamerebbero un rosicone.
Ci sono molte persone di successo che odio per questi motivi. (So di essere una persona orribile). Steve Carrel però un poʼ meno, nel senso che mi sta proprio simpatico e proprio lo amo.

Dacci la sofferenza quotidiana

La quantità di sofferenza che patiamo ogni giorno la stabilisce Dio.

Ogni giorno porta con sé un poʼ di sofferenza. “A ogni giorno la sua Croce”.
(“Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua»”, Lc 9, 23).

Per me questa frase ha sempre voluto dire che la vita di ciascuno ha una certa quantità di sofferenza stabilita.
Chi di più, chi meno. A ciascuno in proporzione a quanta può portarne.
Ci sono persone grandi, destinate a grandi cose, che devono soffrire molto. Ci sono persone piccole che devono soffrire meno. Lʼimportante è che ciascuno ha una quantità di sofferenza fissata sin dallʼinizio.
La quantità di sofferenza fissata sin dall'inizio è ciò che ti porta in Paradiso.
Se sai prenderla tutta.
Se la eviti, invece, non vai in Paradiso.

Quando Gesù consiglia di prendere la Croce quotidiana lo fa, secondo me, secondo il principio del pane quotidiano.
Anche se avessimo cento milioni di chili di pane, diciamo tutto quello che mangiamo in una vita, non possiamo certo mangiarlo tutto in una volta. Moriremmo. Allora ce ne viene dato poco per volta, poco al giorno.
Allo stesso modo con la sofferenza. Se vogliamo evitare di prendere grandi dosi di sofferenza tutte in una volta – come, ad esempio, grandi malattie – possiamo seguire il principio di sopportare quel tanto di sofferenza che ci è assegnato ogni giorno.
Dio fa le cose per bene. Sa come darci la giusta quantità ogni giorno.
Se solo noi non cercassimo di sfuggirla ogni volta in qualsiasi modo...
La sfuggi oggi? Te ne viene data il doppio domani. La sfuggi anche domani? Te ne viene data il triplo dopodomani.
È così che si giunge alle grandi sofferenze.

Almeno, così è come io vedo il verso del Vangelo citato.

La sofferenza che ci capita ogni giorno prende, poi, varie forme.
Per alcuni può essere un brutto ricordo. Un brutto pezzo di passato che torna.
Certo, è una piccola sofferenza.
Ma ripeto, se uno segue il principio della sofferenza quotidiana, non deve aspettarsi grandi cose. Solo, deve imparare ad accettare le piccole che vengono elargite ogni giorno.

Elargite. Bisogna sempre ricordarsi che è la sofferenza a portare in Paradiso.

Mi siedo al computer e mi metto a scrivere qualsiasi cosa mi viene in mente. Parole, frasi, idee... Non seguo nessun criterio se non quello di mettere per iscritto ciò che spontaneamente si affaccia alla mente.
Dopo un poʼ, immancabilmente, iniziano a comparire memorie. Alcune sono dolorose, ed è doloroso scriverle.
Eppure è vero che dopo che le ho scritte mi sento un poʼ meglio. Mi sento un poʼ più forte.

La stessa cosa mi capitava quando facevo meditazione. Cʼè stato un periodo della mia vita in cui facevo meditazione.
Mi sedevo e stavo lì, con gli occhi chiusi. Cercavo di dirigere il pensiero su certi argomenti, ma non è mica facile.
Il pensiero a volte è più forte. Ti porta dove vuole lui. Anche in questi casi sperimentavo ricordi dolorosi.
La differenza è che adesso, facendo per così dire meditazione davanti al computer, metto tutto per iscritto.
Mi piace molto, come pratica.

Il passato fa parte del presente. È la persona che sono. Non voglio eliminarlo.
Però è vero che certe volte può essere fardello. Può bloccarti. Tu vuoi andare avanti e vedere solo quello che cʼè davanti, e invece quello ti schiaccia a terra con tutta la sua pesantezza.

Io dico che secondo me la scrittura può essere un buon modo per esorcizzarlo. È il motivo per cui caterve di scrittori hanno scritto memorie.

A proposito di memorie, vorrei raccontare una cosa che mi è successa oggi. Una cosa brutta, che mi ha ferito. Ma non posso raccontarla se no si capirebbero troppe cose di me. E non sono ancora pronto. Comunque è una cosa che non riesco a torgliermi dalla testa. Se provo a mettermi a dormire, è sempre lì. Specialmente la persona che mi ha ferito. Come faccio?
Oggi è anche SantʼAntonio di Padova, un santo a cui sono legato. Devo dire che mi è stato fatto un regalo particolare. Mi è stata elargita una bella botta. Grazie, SantʼAntonio.