Ci sono poi gli scritti di Aleksandr Dugin, il cosiddetto ideologo di Putin. Putin crede di essere il salvatore del Cristianesimo. Secondo lui (e Dugin), l’Europa, in fase di scristianizzazione, è il male, l’Anticristo. Mosca è la nuova Roma, ossia la nuova sede della Chiesa.
(Di fatto, come mostrano i dati, in Russia c’è il 4% di partecipazione ai riti, mentre nell’Ucraina cattolica il 94%).
Innanzitutto c’è una microdifferenza teologica tra la dottrina cattolica e quella ortodossa, nata prima del Medioevo e poi consolidatasi mediante dispute che hanno reso sempre più cementificata la separazione tra le due Chiese. Di fatto, però, la ragione (la retta fede) l’hanno i cattolici; ciò rende gli ortodossi, anche se lievemente, eretici.
È Dio che ha stabilito la Chiesa a Roma, capitale dell’Impero Romano, che all’epoca aveva l’ordinamento statale migliore al mondo. (E sappiamo che il mondo romano deriva da quello greco).
L’apice della predicazione di San Paolo, l’apostolo che ha dedicato il suo apostolato ai pagani (mondo greco e romano) è la Lettera ai Romani, il più grande e completo documento teologico esistente dopo i Vangeli.
San Giustino Martire, una specie di Sant’Agostino come percorso intellettuale, diceva che ciò che l’Antico Testamento è stato per i Giudei in termini di preparazione all’arrivo del Messia, così la filosofia greca (con apice Platone e Aristotele) lo è stata per le popolazioni pagane.
L’Occidente si è poi sviluppato più e meglio degli altri popoli proprio perché al suo fondamento c’era Cristo. Che adesso la Chiesa cattolica stia affrontando un periodo di crisi non vuol dire che sia da sostituire. Soprattutto, non può essere sostituita attraverso le bombe. Il metodo che Putin sta usando nella convinzione di espandere il vero Cristianesimo è di fatto totalmente anticristiano; basta leggere i Vangeli. Costantino non ha fatto nulla imponendo la religione di stato dall’alto; l’evangelizzazione era già avvenuta grazie all’operato degli apostoli e dei loro successori. E questo è il loro operato: “Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2, 3-4). Se nasci in uno stato cristiano non vuol dire che diverrai un buon cristiano. “Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt 22, 14). Hai voglia a cercare di imporre il Cristianesimo con le bombe!
Putin non ha tutti i torti da un punto di vista teorico. Probabilmente si sente comunque meno assassino degli altri, non dell’Ucraina, ma dell’Ue e degli Usa, ed è forse questo che gli fa dire certe cose nei confronti della cristianità. Storicamente il potere ecclesiastico ha dovuto imporsi tante volte con la forza. Ovviamente Gesù non rientra in ciò. Però se rintracciamo l’origine della cristianità nella “dolce” evangelizzazione, nella persuasione tramite la parola di Dio, riportando il discorso sul conflitto delle ideologie odierne, Putin spesso dice che l’Occidente è un mondo che sta in piedi sulle bugie, e critica spesso il nostro sistema d’informazione. Questo per dire che l’opera di evangelizzazione odierna forse è ancora più difficile di allora perché oggi c’è un senso di globalità pronunciato per il quale ognuno di noi sa che deve prendere una posizione nei confronti del mondo. E rinunciare al proprio mondo oggi significa estirpare non solo le radici teologiche, ma anche quelle sociali, economiche, ecc. La potenza di Dio oggi, nel nostro Occidente, mi sembra evidente sia sempre più ignorata. Probabilmente non in Ucraina, ma in Italia sì.
Il mondo cristiano ha fatto errori. In passato, come Putin fa oggi, c’è chi ha cercato di difendere il Vangelo con la spada. Sono errori ormai comunemente riconosciuti e accettati, almeno da chi ha compreso il messaggio di Gesù.
Restano casi a parte, dibattibili e opinabili, come la canonizzazione di re che hanno combattuto le crociate, tipo Luigi IX, o di papi come Leone IX, che ha guidato personalmente un esercito per difendere i territori della Chiesa.
Per quanto riguarda il mondo dell’informazione, è una delle ragioni per cui Putin demonizza l’Occidente. Ma ci sono tanti cristiani occidentali a far notare le distorsioni di un sistema che impedisce e soffoca l’evangelizzazione. Già Paolo VI, il santo papa, metteva in guardia contro i pericoli del modernismo e del relativismo, mali che colpiscono anche l’interno della Chiesa, e così hanno fatto San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. Il mondo cattolico è consapevole della propria decadenza e della propria impotenza di fronte alle correnti di pensiero degli ultimi due secoli.
L’evangelizzazione è di due tipi: ufficiale e non ufficiale. Quella ufficiale è quella dei missionari. Oggi spesso si dice che i missionari invece di partire per far conoscere Cristo a popoli lontani dovrebbero restare a casa per farlo conoscere ai battezzati (sic!).
L’evangelizzazione non ufficiale è per così dire un dovere del singolo cristiano. “Guai a me se non predicassi il vangelo!”, dice San Paolo (1Cor 9, 16), così dovrebbe dire ogni cristiano che in coscienza vuole imitare i fondatori della cristianità. (Ma San Paolo ha una conoscenza approfondita del Cristo, grazie proprio alla sua preparazione nelle dottrine cosiddette pagane).
“Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me” (1Cor 15, 9-10).
Sempre San Paolo: “Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?” (Rm 10, 14-15).
Il problema è la sovrastruttura odierna e la sua relazione con la religiosità. Quanto meno in Occidente, siamo solo in una fase iniziale di de-cristianizzazione. E che il mondo cattolico lo sappia è irrilevante. Perché le sovrastrutture di oggi non permettono nemmeno il dialogo con esso. Anche nelle istituzioni mi sembra si vada in un’altra direzione. Tornando al discorso Russia, può essere siano loro il paese più adatto alla ricezione della parola di Dio. Lo strumento del potere temporale in essa è la bomba, ma le sovrastrutture (e forse anche le strutture) in essa mi sembrano più adatte.
Resta ferma la scelta già fatta da Dio.
In Platone le popolazioni nordiche sono chiamate “iperborei”, se ne sottolinea la forza fisica. In guerra sono popolazioni da temere. Genti che sono riuscite ad abitare luoghi così inospitali non possono non essere fisicamente temprate e resistenti.
In Africa, oggi, tanti riconosco Gesù come Dio e la Croce come via di salvezza, però inizialmente l’unico-vero-Dio si è manifestato al popolo d’Israele, non alle popolazioni della bassa Africa, né agli egiziani (sebbene Mosè sia stato istruito dalla nascita in tutto ciò che riguardava la sapienza politeistica egizia), né ad altre popolazioni potenti e diffuse del tempo.
Oggi, mediante l’emigrazione, gli africani paiono voler conquistare tutto. Le popolazioni africane le accosterei agli “iperborei” per il discorso sulla forza (sono i migliori nello sport, ecc.).
Ma Dio, sin dall’inizio dei tempi, non ha scelto loro bensì una popolazione piccola, nomade e debole per manifestarsi. La prima evangelizzazione è avvenuta, ricordiamolo, perché è un privilegio e anche una responsabilità, di fatto agli italiani; a volte eccellono qua e là, nel senso che ci può essere qualche membro dell’etnia italica con doti particolari, ma come costituzione fisica non sono tra i massimi del mondo.
Dio viene per i poveri, i piccoli e i deboli. Ciò è indicato già nell’Antico Testamento. Cristo è venuto a ricordare e consolidare questa verità in maniera chiara ed eclatante.
Se uno ha la dispensa piena, o soldi in tasca per comprarsi da mangiare, potrà sgolarsi finché vuole a chiedere a Dio da mangiare, ma la Provvidenza funziona in modo logistico: prima chi ha più bisogno, poi, semmai, anche gli altri. È un principio razionale, Dio è Logos e agisce secondo ragione. (Ciò non vuol dire che va esaltata la ragione umana; perché è immagine di una ragione superiore, quella vera e che funziona meglio, e semmai la ragione umana va coltivata proprio perché immagine del Logos). Lo Spirito Santo, che è la forma di Dio più vicina all’uomo (quando il Figlio non è incanato), è in costante azione per riparare ciò che nell’universo si rompe. Corre di qua, aggiusta di là, supplisce, aiuta, consola. È il suo lavoro. Dio è bene e la sua funzione è correggere e scacciare il male.
Ecco perché le popolazioni che hanno ricevuto i primi annunci sono quelle caratterizzate da dotazioni non eccellenti. L’Occidente. L’Europa. Il successo nella storia di questa parte di mondo è spiegabile grazie all’aiuto di Dio.
“Quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 10, 12). Naturalmente ciò significa: quando sono debole (dal punto di vista umano), è allora che sono forte (perché interviene Dio). A essere più adatto a far ricevere alla gente l’evangelizzazione è l’ordinamento politico russo o una qualità del popolo? C’è differenza tra stato russo (al momento, dittatura) e popolo russo.
L’evangelizzazione è un fatto privato, non pubblico. Funziona per così dire col passaparola, col contatto tra persona e persona, andando nelle comunità e parlando di Cristo con trepidazione ma apertamente. Se viene calata dall'alto, non funziona.
Se al popolo russo togli la propaganda statale, ormai è povero e disorientato (alto è il tasso di povertà e alcolismo), capace, quindi, finalmente, di ricevere il messaggio di Cristo. Forse è questo che anche Dostoevskij ha visto quando ha detto: “Il popolo russo salverà il mondo”.
Se il popolo russo diventa debole e bisognoso, ecco che arriva Dio. Le genti slave sono già state evangelizzate dai santi Cirillo e Metodio, fratelli. Altrimenti, sinceramente, come in passato, se fa valere la forza e l’esaltazione della violenza e della potenza bellica, e soprattutto se si ostina a non correggere l’errore teologico ortodosso e a considerare la Chiesa ortodossa superiore a quella Cattolica, non lo vedo terreno adatto a ricevere il messaggio di Dio. Fermo restando, come detto, la conversione personale.
L’evangelizzazione può essere solo personale, mediante passaparola, è così che si sono formate le prime Chiese. La gente si radunava nelle case, pregava e celebrava l’Eucaristia. San Paolo esortava, sulla scia di Gesù che dice: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22, 21; Mc 12, 17; Lc 20, 25): “Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite” (Rm 13, 1). Ciò dà l’idea di una Chiesa diffusa nel mondo, ma non statale. Oggi, per la prima volta dopo Costantino, siamo tornati a una partecipazione bassa, a una Chiesa quasi catacombale (i primi cristiani per celebrare dovevano nascondersi e si riunivano nelle catacombe). In Africa e altre parti del mondo i cristiani sono perseguitati. In Italia ci manca poco, se le riforme che vogliono fare (vedi dll Zan) avranno il loro corso. Ma forse è anche il momento in cui la Chiesa riscoprirà la propria identità.
Ciò non toglie che il popolo russo sia i “deboli” al momento, proprio perché vivono sotto dittatura. Dostoevskij, pur parlando nel XIX secolo, si riferiva a questi tempi, anzi all’intero XI secolo. Nel mondo di oggi mi sembra che la forza fisica valga poco come valore. Gli africani saranno gli sportivi migliori, ma oggi la forza si declina in altro modo, è una cosa economica soprattutto. E qui si chiarisce ancora meglio perché è adatto il popolo russo.
La forza fisica non è separata dalla ricchezza economica. Per me sono entrambe ricchezze. Anche le virtù sono una forma di ricchezza. È per questo che Gesù dice la famosa frase apparentemente screditatoria su Giovanni Battista. Giovanni indossava pelle di cammello. È indicativo. Il cammello è l’animale che fa scorte nel proprio corpo. Giovanni era pieno di virtù, che erano le sue ricchezze e che si portano dietro continuamente una volta ottenute. Quali erano le virtù di Giovanni? Anzitutto era capace di grandi astinenze (viveva nel deserto e si cibava di locuste e miele selvatico); inoltre frequentava solo la Sacra Scrittura, la conosceva a memoria e in tal modo pensava e parlava secondo i suoi concetti, le sue categorie. Oltre alla temperanza e a una forma di sapienza aveva inoltre coraggio e giustizia, le altre due virtù cardinali. Gesù però dice: “Non c’è più grande di Giovanni tra i nati di donna, tuttavia il più piccolo tra i nati di donna è più grande di lui nel Regno dei cieli” (cf. Mt 11, 11).
Questo per dire che tante sono le forme di ricchezza (una di queste è la forza fisica, una la ricchezza economica, una la virtù) e di conseguenza altrettante le forme di povertà. La frase di Gesù su Giovanni parla di un rapporto inversamente proporzionale tra ricchezza e capacità di entrare nel Regno dei Cieli. Come anche la famosa frase: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli” (Mt 19, 24; Mc 10, 25; Lc 18, 25). Si veda anche il passo Lc 16, 19-31. Ecco perché gente come San Francesco ha rinunciato a tutto; maggiore è la perdita sul piano fisico, corporale, materiale, maggiore è il guadagno sul piano spirituale.
In base a queste considerazioni, ecco una recente storia d’Italia e d’Europa semplificata. Nel dopoguerra eravamo poveri e invocavamo Dio; dato che non avevamo nulla e che la nostra unica risorsa era Dio, Dio ci ascoltava. Ci ha ascoltato, ha reso le popolazioni europee ricche e abbondanti in molti sensi. Ma questa è stata la nostra peggior sfortuna, perché con le ricchezze ci siamo persi. Gli europei hanno perso umiltà e fede. Ma il discorso dell’inversamente proporzionale ne fa un fatto automatico. È giusto chiedere a Dio l’aiuto, ma bisogna anche sapere che le ricchezze materiali portano alla perdizione. Un dilemma che vivo anch’io costantemente nella mia vita.
Sulla base di queste argomentazioni dico anche che la Chiesa ritroverà la propria identità. Anche nelle vicende del popolo di Israele c’è sempre un piccolo resto che si salva. Una porzione di popolazione che Dio si riserva per sé. Sono quelli che non si sono contaminati con gli idoli delle altre nazioni, che non hanno peccato, che sono rimasti fedeli al Decalogo, ecc. È da questo piccolo resto che si è mantenuto fedele al Signore che nascono le famiglie da cui poi è nato il Cristo, da un lato la famiglia di Maria (Levi), dall’altro quella di Giuseppe (Giuda) secondo le visioni della beata Caterina Emmerick. Dio è ed è sempre stato per i piccoli greggi difettati e deboli. “Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili” (1Cor 1, 26). Anche Socrate vantava la propria povertà. Gli eroi Adimanto e Glaucone, invece, erano graditi agli dèi perché con le loro imprese avevano salvato la patria. Sono loro a generare il mastodontico e importantissimo dialogo Repubblica con l’aiuto del maieuta Socrate.
È vero che se un ortodosso ignora la sottigliezza teologica che separa la Chiesa ortodossa da quella Cattolica e invoca semplicemente “Dio” o “Cristo” o “Gesù” basandosi sul Vangelo, la sua ignoranza lo salva e sarà probabilmente ascoltato. È anche vero che la chiesa ortodossa nasce da uno scisma, un distacco da quella che era la vera e unica Chiesa. Questo rende la seconda Chiesa minore della prima, per chi sa riconoscere il fatto.
Per chi non sa capire e invoca il nome di Cristo, di certo la sua povertà lo fa essere ascoltato. Ma chi sa è chiamato a fare scelte giuste.
Per quanto riguarda un fedele che perde la fede, è un fatto, in fin dei conti, che sarà giudicato a livello personale, di coscienza personale. Il diavolo rema costantemente contro con tutte le armi che ha a disposizione per far perdere la fede: perdita di un caro, mancanza di fervore nell’ambiente circostante, argomentazioni contro... Sono tanti quelli che sono convinti dai Testimoni di Geova. Non sono cose nuove. Nei giovani sotto una certa età la fede in Dio non esiste. Dio non interessa, quando non è apertamente disprezzato. Lo notano tutti. Sono cresciuto in una famiglia non credente e non praticante, eppure Dio con me ha compiuto il miracolo, è venuto dall’alto ed è entrato direttamente dentro, senza mediatori. Non c’è stata nessuna persona che mi abbia condotto alla fede. Semplicemente, ho iniziato ad avere interesse per le cose sacre finché dopo anni di studi anche sociologici sono finito, tramite Platone, alla Bibbia. Questa è azione dello Spirito Santo. Aver letto tanto da giovane, poi, ha reso possibile riconoscere che nella Bibbia c’è una parola che non si trova in nessun altro luogo. Questo per dire che non è che chi ha ricevuto un’educazione cattolica profonda sia poi quello che la mantiene. Vengo dal nulla, non ho particolari doti, e nel momento più buio della mia vita Dio è venuto e mi ci sono aggrappato. Tramite la ricerca ho reso la mia fede salda. I momenti difficili (ne ho spesso, specialmente sul lavoro) mettono alla prova il rapporto con Dio, ma mai la fede nella sua esistenza.
Il discorso della forza forse è una distorsione del modo di vedere il mondo. Forse sono condizionato perché non ho mai partecipato a una rissa (tranne una) e non sono litigioso. Mi sembra di notare che le persone giudichino le altre, nell’immediato, soprattutto in base alle capacità fisiche. “Potrei batterlo? O me le darebbe?”. Ma uno psicologo mi ha detto che sono un “fobico sociale”, quindi forse esagero percezioni personali trasferendole agli altri.
Non bisogna divenire immediatamente russofobi nel momento stesso in cui la Russia invade l’Ucraina, tanto da arrivare a buttare Guerra e pace... è una reazione di pancia, invece occorre essere giudici giusti e cercare di difendere la Russia prima di attaccarla senza prove, ciò è più equilibrato.