Cosa mi rattrista

Mi rattrista non essere migliore
di fronte al mio Signore
non potergli portare nulla
non avere, come si dice, meriti.
Vorrei poter riconciliarmi con lui
sulla base di qualcosa di buono
che ho fatto; “Guarda, Signore,
sei contento di me?”. Invece
arrivo sempre a mani vuote.
Mi trascino sul lavoro come larva,
fuori dal letto fin sul furgone
fino a sera, quando, al contrario,
dal furgone rientro nel letto.
La vita di un operaio dalle poche possibilità
come me
è misera, affanno continuo,
annaspare nel vuoto cercando un appiglio...
A chi rivolgersi se non al mio Signore?
Non c’è essere umano che si preoccupi
di questa vita, ciò è essere adulti,
e forse è anche colpa mia,
che ci metto del mio nell’isolarmi, nell’atteggiarmi
a misantropo. Ma è forse evitabile peccare,
riempirsi di pietre da scagliare
contro ogni cosa del creato, a partire dagli umani?
Poiché è nell’occhio di chi guarda che c’è la trave
che fa vedere la pagliuzza nell’occhio del guardato.
Per il puro tutto è puro, per il non puro
tutto è marcio, detestabile, giudicabile.
Più ci riempiamo di peccati, più ci riempiamo
di giudizi. Ed è poi vero che le strade
portano fuori il peggio,
protetti da abitacoli non si ha paura
di giudicare, di sparlare di questo e quello.
E allora quante sono le parole che volano
anche solo mentalmente, che escono,
automaticamente, “impiastro”, “incapace”,
“incompetente”, o peggio ancora gli insulti razzisti.
Non ho mai potuto dire di essere
una brava persona, da dentro di me
escono il male, l’inimicizia, il muro di separazione.
Solo con Cristo ho imparato a usar misericordia
contro difetti che gli altri nemmeno sanno di avere
e che mi danno fastidio. Usar misericordia
come San Francesco col lebbroso
è il trucco,
anche se il lebbroso mica lo fa apposta
a essere lebbroso per dar fastidio,
anzi, se potesse, non sarebbe lebbroso.
È tutto ciò che vuole, non esser lebbroso.
Eppure lo giudichiamo nauseabondo,
pericoloso, diverso. Il giudizio è automatico
perché siamo umani e abbiamo dentro
il peccato; i peccati, le pietre da scagliare.
L’unica è usar misericordia, perdonare
il fastidio che ci è stato provocato inizialmente,
anche se incolpevolmente. E allora, o lebbroso,
ti perdono la lebbra; e allora, o automobilista
indisciplinato, ti perdono le scappatelle,
la prepotenza. Signore, ti prego, benedici
i miei nemici, coloro che mi vogliono male,
coloro che mi invidiano; coloro che fanno casino
sotto la mia finestra perché è venerdì sera
e dall’altra parte della strada c’è un ristorante;
dà a tutti grazia, le tue grazie, i tuoi benefici,
i benefici divini, quelli che solo tu sai dare,
perché tu sei la fonte di ogni bene
e l’unico potente,
l’unico capace di metter veramente in atto
ciò che vuole.
La nostra azione è solo pallida imitazione
della tua, come la nostra volontà della tua.
Tu hai voluto creare l’universo, secondo le sue parti,
con tutto ciò che contiene, esattamente com’è.
Siamo poi noi che abbiamo deviato, ma la vita
che avevi preparato per noi era perfetta.
Bere, mangiare e cantare le lodi del Signore,
non dovevamo far altro. Il maligno
si insinuò e generò guerre, quando uno crede
di non avere abbastanza e allora va dall’altro
a pretendere. Non voglio più pretendere nulla, Signore,
non dal mio vicino e neanche da te.
Dammi secondo la tua volontà, sono pronto
ad accettare tutto ciò che vuoi darmi,
non mi lamenterò più di come va per me
la vita. È ciò che sogno, essere capace
di essere così. Non voler niente che sia diverso
da ciò che vuoi per me. Solo quando la mia volontà
sarà unita alla tua sarò felice. Ma questo
non può forse attuarsi solo in cielo?
I santi lo vivono sulla terra.
Consumami, Signore, usami
per i tuoi scopi, come un soldato lanciato
a morire. A cosa serve la vita
se non serve a te? E tu per cosa te ne servi
se non per servire altri? Non sono capace
intenzionalmente di donare la vita agli altri.
Pensaci tu, Signore, pensaci tu, Gesù di Nazaret,
che sei Dio, l’unico Dio fatto uomo
che c’è mai stato e mai ci sarà.
Il Padre ha scelto Nazaret, il Padre ha scelto Sion,
sulla faccia della terra,
per stabilire la sua casa, perché gli uomini più santi
che sono mai esistiti hanno calcato
col loro calcagno quelle regioni;
terre rese sante da un passaggio,
da una promessa, dalla manifestazione
di prodigi. Riconciliami con te,
Signore, puoi farlo,
per te nulla è impossibile
sotto il cielo
e sopra le nubi.
Non abbandonare questo misero servo
che tiene a te, che tiene a servirti,
che ha raggiunto le punte massime della vita
nel pregarti. Portami con te in Paradiso e:
“Siamo a posto così”, come dico sempre al cliente
che chiede se c’è da pagare, o da firmare,
mentre io voglio solo andare.
Signore, fa’ che questa vita
non mi tolga la possibilità di parlare con te,
di pregarti, di ascoltarti, di cercarti
nella Scrittura o, come feci in passato,
in Platone, per conoscerti sempre più.
Nulla ho da portarti in dono se non miseria,
accoglila, per favore, senza giudizio,
con misericordia. È per i miseri che sei venuto,
per quelli che non hanno nulla.

16 commenti:

  1. Falliamo in continuazione, siamo intolleranti, giudichiamo, pensiamo male. Me ne sono accorto ieri su Facebook gettando un'ombra sui volontari spalatori di fango in Romagna che, poverini, qualcuno ha incastrato con foto in posa per vendere qualche copia in più di giornale. Me la sono presa teoricamente con loro quando erano solo vittime e pure inconsce. Vabbe'.. così m'emparo. Ma il tutto per tornare a te. Tu sei già riconciliato e solo il tuo blog infonde serenità di giudizio e buon senso a palate. Non ti affliggere. Il Signore ha un disegno e l'unico nostro compito è non andare a scartabellare tra le sue carte.. ;)

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  2. Certo, posso capire da mortodifame le perplessità e le ansie di un altro mortodifame, ma non ti crucciare, ricorda sempre che è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago, meglio quindi aspettare sulle rive dei fiumi ed accontentarci delle piccole gioie anche se per NOI maschi son limitate

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  3. Il fatto stesso che ti poni l'obiettivo di non essere intollerante è un segno che sei una persona con una coscienza e con la lucidità necessaria per seguirla, quindi sei sulla buona strada.

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    1. L’obiettivo me lo pongo da tempo, ma vedo che interiormente cambio poco, la prima reazione è sempre la stessa, ciò mi delude. Ma è anche vero che non ci ho pregato sopra troppo, magari Dio farìebbe il miracolo. Certo, sarebbe comodo cambiare tutto in una volta, senza sforzi...

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  4. Sono certa che il Signore sa gioire per ogni cosa che gli doniamo, come una mamma gioisce davanti allo scarabocchio del suo bambino.
    sinforosa

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    1. È vero, anche per me è così. Il paragone è perfetto. Grazie Sinforosa.

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  5. Non ti affliggere, io credo che con i tuoi buoni propositi, con i tuoi sforzi per diventare ogni giorno una persona migliore, con il tuo lavoro, stai già donando tanto al Signore. Per quanto riguarda le insofferenze, quelle ce le abbiamo tutti...è anche vero che viviamo in un mondo senza più valori per cui è anche naturale arrabbiarsi per certe cose, ma non dovremmo pensarci troppo per non alterare il nostro equilibrio.

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    1. Col senno di poi, anche abbastanza velocemente, riesco a rendermi conto delle insofferenze e arrivo anche a formulare una breve preghiera per questa o quella persona che mi ha ispirato il giudizio. Penso infatti che ogni cosa che facciamo contribuisce a cambiarci, anche se la preghiera non è ‘sentita’ una benedizione ripetuta può cambiare il cuore. Però mi rattrista appunto di scoprirmi così acido, e la vecchiaia non aiuta!

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  6. Forse le lodi al Signore si possono cantare anche a cuor contento. A un certo punto devi trovare un equilibrio da qualche parte, o nel mondo o nella vita religiosa. Se stai nel mondo ti ci vuole una fidanzata.

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    1. Non riuscirei a dedicare tempo a una fidanzata, quando non lavoro dormo. Mi dispiace non dedicare più tempo a Dio, perché lo merita. (E anche perché ci guadagnerei io, sarebbe un aiuto in più).

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  7. Omnia munda mundis, quanta verità! parto sempre da questo principio per capire, forse giustificare molte cose. Già, i giudizi, una brutta bestia, perché troppo facili e a portata di chiunque. Anch'io sto provando a seguire un percorso di preghiera che mi aiuti a tenermene il più possibile alla larga: lasciamo che sia Dio a giudicare, Lui solo può vedere il male e il vero bene. Certe volte astenersi è impossibile, ma tendere verso "le cose di lassù" significa anche fare questo tentativo e riprovare quando falliamo. Aggiungo i complimenti per questa tua preghiera: è bellissima.

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    1. Anzitutto grazie per i complimenti. Per quanto riguarda il discorso dei giudizi, secondo me più pecchiamo più giudichiamo. Ecco perché mantenere l'anima pura è il modo principe per essere capaci di amare gli altri. Consiglio una meditazione sul passo dell'adultera che sta per essere lapidata ma Gesù dice: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".

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  8. Molto apprezzato. L'esortazione è la molla... Grazie.

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