Unione è morte

Due passi dell’Antico Testamento indicano che se si vede Dio si muore.

Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». (Gen 2, 16-17)

Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». (Es 33, 20)

Il primo passo è indiretto. La conoscenza del bene e del male è prerogativa di Dio. Perciò quando se ne partecipa si è come Dio, si è Dio.

Il secondo passo è diretto. Chi vede Dio muore.
C’è un problema; il passo non parla di unione con Dio, ma semplicemente di visione di Dio.
La soluzione è nella parola: “volto”. Si faccia riferimento al passo del Nuovo Testamento:

Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. (1Gv 3, 2b)

Si indica che quando si vede Dio si è simili a lui, si diventa come lui, si diventa lui.
Perché quando si vede Dio si muore?

Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. (Gen 2, 24)

La caratteristica dell’unione è che quando due elementi si uniscono ne nasce un terzo che non è nessuno dei due precedenti.
Un figlio ha tratti del padre e della madre, ma non è nessuno dei due. Dove c’è lui, non ci sono più né il padre né la madre. Un’unione costituisce la morte delle componenti che si uniscono; il prodotto dell’unione, infatti, non è nessuno dei due, ma un terzo elemento. Il frutto dell’unione è la morte dei due precedenti componenti.

Cosa succede quando l’uomo si unisce a Dio? Dio non può morire; perciò muore solo l’uomo. L’uomo sarà pure uomo, ma quando si unisce con Dio diventa Dio – di certo non è Dio che muta, trasformandosi in qualcos’altro, lasciando una cosa nuova al posto della vecchia, ormai morta, trapassata. Nell’unione con Dio è l’uomo che muore. Quello che c’era prima non c’è più; è nata una cosa nuova. Il vecchio ha ceduto il passo, è passato, era e non è più.

Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. (2Cor 5, 17b)

8 commenti:

  1. certo che lo vedremo solo dopo morti e poi quando risorgeremo (io spero in un corpo adolescenziale) se supereremo il giudizio universale.
    Questo ovviamente vale solo per NOI umani terrestri e di fede cattolica, tutti gli altri avranno le regole delle loro fedi religiose

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  2. Abbiamo davvero bisogno di tutte queste precisazioni, scadenze, modalità, mi chiedo? Ho bisogno di vederlo da morto Dio, oppure è meglio percepirlo da vivo mantenedomi retto, buono, caritatevole, amorevole? Non è migliore questa visione di Dio? E' meglio diventare Dio da morto o tendervi - umanamente - da vivi? Mi stupiscono questi cavilli da Dizionario Teologico.. credo che Gesù Cristo si farebbe grasse risate sfogliandolo così a casaccio.

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    1. Certo, "cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia" (cf. Mt 6), ciò che dici tu è corretterrimo, in tal modo si conosce Dio, come di dice, per 'connaturalità'. Però penso anche che Gesù apprezzi se cerchiamo di conoscerlo sempre di più in qualsiasi modo. La filosofia e la teologia sono la mia passione. Se mi dai da fare meditazione su un passo della Bibbia, parto con le mie riflessioni...

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  3. ORTOPRASSI "Attività autocritica che mira a « fare la verità » (Gv 3,21; cf Gal 5,6), a praticare il discepolato cristiano e a trasformare la società umana. A partire dagli anni '60, questo termine fu reso popolare da Johann Baptist Metz (nato nel 1928), da Nikos Nissiotis (morto nel 1986), dal Consiglio Ecumenico delle Chiese e dalla teologia della liberazione. L'ortoprassi trae la sua ispirazione dalla predicazione di Gesù sul Regno di Dio e dalla sua condotta che lo condusse fino alla morte. L'ortoprassi porta alla preghiera e al culto pubblico ed è alimentata da essi. L'autentica ortoprassi rende credibile l'ortodossia, e la vera ortodossia, a sua volta, è manifestata nell'ortoprassi. Da una parte, un'ortodossia puramente formale non è migliore di una conformità verbale a un sistema di affermazioni dottrinali. D'altra parte, un'enfasi unilaterale sull'ortoprassi può deteriorarsi in un puro attivismo staccato dalla fede e dal culto cristiano" Cf Comunità di base; Pluralismo; Prassi; Ortodossia; Scuola di Francoforte; Teologia femminista; Teologia della liberazione; Teologia nera; Teologia politica.

    Fonte: Dizionario sintetico di Teologia (G.O Collins, E.G. Farrugia)
    Si può fare una scrutatio in questi termini?! Stiamo scherzando? Ma dove siamo finiti?! ..povero Gesù..

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    1. Ahaha dove sei andato a scovarlo questo Dizionario sintetico di Teologia? Certo ci sono derive... ma non puoi scartarmi così tutto il tomismo, che è pensiero cristiano scandagliato con metodi aristotelici... Il fondamento resta la ‘buona vita del Vangelo’, per così dire, ma poi uno è libero di usare i mezzi che ha a disposizione per approfondire la fede. Ribadisco, rivela più Gesù all’uomo la preghiera della filosofia (v. santi illetterati come San Giuseppe da Copertino che sostenevano discussioni coi più importanti teologi del tempo), però se mi prendi un Beato Duns Scoto... non puoi non dire che è importante per la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione; “anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi”; San Giovanni della Croce dice che Dio, dopo l’incarnazione, “è rimasto quasi come muto non avendo altro da dire”... ripeto, l’aspetto principale sono vita santa e preghiera, se ci sono queste credo che a un uomo sia permesso scrutare liberamente le Sacre Scritture per conoscere meglio il suo Dio.

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  4. Migliaia di anni fa, avevano già capito tutto: conoscenza è... un casino.

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