300 metri fatali

Aveva aspettato pazientemente quattro anni. Aveva risparmiato, spesa calcolata, supermercati diversi, in cerca di promozioni... Si era privato di tutto; vestiti, la giacca invernale l’aveva comprata da Decathlon a 44,99. Non usciva a cena, preparava il pranzo a casa, evitava le uscite aziendali, non si lasciava convincere ad andare all’aperitivo, lasciava perdere le bevande. Le scarpe, anch’esse Decathlon da 14,99, erano sfondate e sformate. Usava gli stessi vestiti nel privato e sul lavoro nonostante fosse operaio. Per risparmiare sull’affitto condivideva una camera doppia con un lavoratore della Puglia, Rino, in un appartamento di quattro persone. L’obiettivo era la macchina. Falanio Inverardi guadagnava 1.175 euro per fare il magazziniere in un centro di smistamento Amazon. Faceva tre turni, comprese le notti; a giro gli facevano fare tutto, inscatolare, etichettare, Yard Marshall... Dopo infiniti mesi di attesa, finalmente riuscì a comprare, usata, la Toyota Rav 4, detta anche, dagli automobilisti che se la trovano davanti e leggono la sigla: “La rava e la fava”. Ne trovò una del 2014, 54.000 Km; consumi altini, ma il condizionamento sociale l’aveva convinto ad avere per forza un Suv, anche se non di lusso. Grigio metallizzato, senza il minimo segno di parcheggio. Aveva trovato l’affare a 11.000 euro presso un rivenditore di auto usate di Muggiò, Monza-Brianza. Risiedeva a Bergamo, il viaggio non costò poco. Gli toccò aspettare per andare nel giorno libero a completare la transazione. Finanziamentuccio... anticipo di 2.700 euro e rata da 119. Che gioia guidare una macchina luccicante! All’inizio era tutto concentrazione e attenzione. Gli piaceva guidare, non aveva paura della strada. Non guidava mai... col lavoro che faceva, la sua esperienza di guida si limitava a casa-lavoro. Guidava con baldanza, non immaginava reali e subdoli pericoli. La strada è il luogo dove le persone, sentendosi protette dall’abitacolo, sfogano i peggiori istinti. È diverso trovarsi faccia a faccia, in coda all’ufficio postale o in catena di montaggio, rispetto a macchina a macchina, con lamiere e parabrezza da scudo. “Posso sempre chiudermi dentro; o sgasare, scappare”, pensieri reconditi, non detti. Non aveva mai avuto macchina propria, quasi non ricordava l’unico sinistro dei 19 anni, con la macchina del padre, a San Nicandro; lieve tamponamento. A quell’età... è normale. Il problema è che ora, 27, guidava con lo stesso spirito, sicumera e disattenzione. Fu veloce, la volta che ruppe la gomma. In quell’entrata della tangenziale a quell’ora si forma coda. Tornava dal lavoro, stanco e poco reattivo senza rendersi conto. Anche la tangenziale rilentava. La macchina che arrivava dalla tangenziale, sinistra, non si decideva a facilitargli l’immissione, non lo lasciava passare e continuava ad andare avanti, lenta... Falanio si piegò e ruotò a sinistra la testa, vide in faccia il giovane, ignorante e spavaldo sulla Polo appena comprata dal papi. Volle dimostrare la potenza della Rav 4, spinse accostandosi finché il ragazzo non fu costretto a frenare e a lasciarlo passare. Falanio sentì l’iniezione della droga della sopraffazione, schiacciò ancora; come fu sulla corsia destra della tangenziale guardò nello specchietto e, pur vedendo vicini fari grossi e bianchi, decise di passare, schiaccia, vai, corsia di sinistra... Gasato, ormai, perso. Sterzò troppo e in accelerazione toccò il cordolo con la ruota anteriore sinistra. Peccato che il cordolo ha pozzetti ogni cinque metri, specie di buche squadrate, con angoli taglienti a spunto. La gomma ne beccò uno in pieno, si aprì il buco. Falanio non capì subito, passò tre uscite, la quarta era la sua. Dopo 300 metri c’era la via, prima di sterzare iniziò a sentire: “Tum-tum-tum-tum”. Giusto il tempo di parcheggiare; ma i 300 metri, durante i quali la gomma era già per lo più a terra, furon fatali, la gomma era rovinata. Non aveva voglia di mettersi a cambiarla, anche perché non sapeva da dove iniziare; chiamò il gommista più vicino, l’indomani mattina venne, la sostituì con la gomma di scorta. Disse che la gomma che aveva sostituito era rovinata (300 metri fatali). Appena ebbe tempo, Falanio andò dal gommista che, dopo che le posteriori furon spostate avanti, mise nuove gomme dietro. Il gommista mostrò la gomma rovinata, copertone staccato dal cerchione; all’interno, una sorta di polvere di gomma; si era formata nei 300 metri, a terra, grattugiando sul metallo. Un anno dopo ci fu il vero evento fatale. Fatale per la vita della Rav 4, di Falanio. Nei 300 metri che separano la casa dalla tangenziale, un mattino di pioggia, Falanio fu tamponato da una ragazza in Cinquecento alla quale scivolò il piede stivalato sul freno. C’era fretta perché entrambi erano sulla rotta per il lavoro; scambiarono estremi, si telefonarono la sera. Falanio accettò di andare a casa di lei a Grumello per fare il CID la prima domenica utile. Ci fu un po’ di trambusto; uscì di casa la madre alla quale la ragazza, 21enne, non aveva ancora detto nulla; si convinse di dover far la parte della persona che si sente in pericolo di essere truffata; chiamò il carrozziere, un amico; questo, per intervento del fato, prese le parti di Falanio. Il danno non era evidentemente causato da lui con qualche retromarcia; l’occhio esperto riconobbe e diagnosticò il tamponamento. La madre azzittì, non prima di aver offerto soldi a Falanio, che tuttavia rimase fermo nella sua fierezza di vittima; il CID fu fatto. 21 anni; a quell’età... è normale. Falanio pensò: “La macchina è rovinata; non vale la pena ripararla; mi tengo danno e soldi” (un 2.000 euretti). Tale pensiero fu fatale; ormai rovinata... Anche riparandola, non sarà mai come prima. Alla fine decise comunque per la riparazione. Ma la guida cambiò. Non fu più tutto concentrazione e attenzione. La Rav 4 era di nuovo luccicante. Quando si guida un mezzo nuovo si sta più attenti; ogni istante, ogni dettaglio conta. La macchina acciaccata, riparata, fa rilassare, distrarre... non è solo il pensiero: “Tanto è già rotta”; è come nascere con un difetto, tipo zoppo o microdotato o orbo o tisico da giovane. Chi lo fa fare a mettersi a correre quando si parte svantaggiati e si sa che non si potrà arrivar primi? Rino era stupito, mentre Falanio una sera lo riportava a casa dal lavoro, per come guidava furbescamente, disonestamente. Non era più il vecchio Falanio ingenuo. Ora era conscio dei problemi della strada, divenuto menefreghista a suon di sinistri. “Chi me lo fa fare?”; e nelle nuvole febbraiole a distanza si riflettevano, delusi, i pensieri malvagi contro ogni automobilista che non faceva come lui pensava si dovesse fare.

12 commenti:

  1. 'sto Falanio, si nun cambia, farà na brutta fine

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    1. Come dice Orazio, non devi cambiare macchina, devi cambiare l’animo tuo.

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  2. Falanio dovrebbe leggere qualche testo sulla meditazione zen... e dovrebbe pure praticarla :-D

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    1. Credo che la strada faccia saltare la tenuta di qualsiasi tipo di meditazione. Una volta stavo dicendo il rosario (contando sulle dita), è bastato che uno mi tagliasse la strada e sono passato istantaneamente dall’Ave... a maledizioni irripetibili. Per dire... quanto è volubile il cuore. Soprattutto il mio.

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  3. Facile arrabbiarsi e prendersela con gli altri, sulla strada!! Bisogna stare calmi e stare attenti, sempre!! Ciao Filippo e buona settimana.

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    1. Giusto! Ma non è facile mantenere la calma quando si vedono certi comportamenti! Buona settimana.

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  4. Nuvola16/3/23

    È un sacco che non guido...
    ...io sono sul prudente.

    Ma comunque: bel post! È vero, la guida tira fuori il peggio, specie quando ci tagliano la strada....

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    1. Ciao Nuvola! Sempre meglio essere sul prudente, anch’io lo sono, ma dopo otto ore sulla strada non so più neanch’io cosa sono...! Grazie per il complimento e a presto.

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  5. Io ho molta paura degli incidenti in macchina.

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  6. Io ho la patente ma ... Non guido.
    Troppa paura 😱

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    1. Se non avessi bisogno di guidare non guiderei neanch'io... piedi, autobus e treno tutta la vita!

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