Pregando poi

Mi sveglio alle 4,30 e mi rendo conto che ho già dormito otto ore, data la mia abitudine di andare a dormire prestissimo. Solo che oggi non devo andare a lavorare. Goduria. Anzi, da domani sono in ferie. Tripudio di goduria. Una cosa che volevo mettere per iscritto è una considerazione sulla preghiera, che mi è venuta qualche tempo fa mentre pregavo. Pur essendo un grande estimatore di Maria e un suo consacrato (11 agosto 2012), e pur avendo fatto parte di una comunità kolbiana – San Massimiliano Kolbe, nei suoi innumerevoli scritti, dice sempre di far tutto: “attraverso lʼImmacolata” – è da un bel poʼ che ho deciso di rivolgermi direttamente a Gesù. Un poʼ sento che la grande apostasia del mondo cristiano, di cui parla sempre Padre Livio di Radio Maria, passa per una perdita di fede nella divinità di Gesù. Invece Gesù è proprio Dio – seconda persona della Santissima Trinità – ed è sempre vivo e presente. Non è difficile credere che un uomo possa essere anche Dio. Eppure se ne sentono di tutti i colori, tipo che era solo un grande illuminato, che, sì, era figlio di Dio, ma che siamo tutti figli di Dio, che nei Vangeli non ha mai detto: “Sono Dio” ma si è solo deifinito: “Figlio”, ecc.

Pur sapendo che Maria è vicinissima a Gesù – un padre della Chiesa, nel V secolo, la chiamava: “complementum sanctissimæ trinitatis” in quanto figlia del Padre, madre di Cristo, sposa dello Spirito Santo – e pur sapendo che la sua volontà aderisce perfettamente alla volontà di Dio – quasi ciascun santo è patrono di qualcosa (medici, studenti, mass-media, oculisti, ecc.) in base a ciò che ha vissuto; Maria è patrona del fare la volontà di Dio in quanto il passo biblico che la contraddistingue è lʼAnnunciazione, dove le parole della sua bocca sono: “Sia fatta in me la tua volontà”. Per questo San Massimiliano Kolbe afferma che si può tranquillamente pregare Maria, in quanto per tutta la sua vita la sua volontà non si è mai discostata di un millimetro dalla volontà di Dio. Quindi fare la volontà di Maria (dellʼImmacolata) è come fare la volontà di Dio.

Inoltre questi sono i cosiddetti tempi di Maria, ossia da quando Gesù è asceso al cielo, perché sono i tempi dello Spirito Santo, e Maria è sposa dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo si è unito a lei per far nascere Gesù. Chi più di lei è vicina allo Spirito Santo? Lei è la santa più santa di tutti i santi. Non solo, è la creatura più perfetta di tutte le creature, perché quale altra creatura del creato ha il privilegio di essere madre di Dio?

Ciò detto, come dicevo, preferisco, come dicono i protestanti, andare direttamente alla fonte, e pregare direttamente Gesù. È un periodo della mia vita in cui sento di fare così. Capisco le costanti apparizioni di Maria lungo la storia, e capisco che da 40 anni continua ad apparire a Medjugorje, però mi sento comunque di pregare Gesù. È lui il Pantocratore, il creatore dellʼuniverso, che: “sostiene tutto con la potenza della sua parola” (Eb 1, 3).

Insomma, un giorno stavo pregando Gesù. Stavo praticando la cosiddetta orazione teresiana (da Santa Teresa dʼAvila, che lʼha mezza inventata e divulgata coi suoi scritti), una sorta di misto tra meditazione e dialogo con Gesù. Si dovrebbe tendere a immaginare Gesù come uomo, quindi a meditare qualche episodio della sua vita, e poi a dialogare con lui il più possibile amorosamente, cioè scambiando con lui effusioni dʼamore. Ad esempio dicendogli: “Ti amo” o “Ti voglio bene” o “Sei tutto per me”, ecc., secondo lʼispirazione del momento (“ti canterò un canto nuovo”, Sal 144, 9).

Parlavo con Gesù e gli dicevo un sacco di cose. Quasi come fosse psicanalista. Lo inondavo di parole.

“E mi è successo questo, e mi è successo quello, e mi sento così a causa di questo che mi è successo, e vorrei che invece fosse così, e per favore faʼ che questa cosa vada in questo dato modo...”.

A un certo punto mi sono fermato. Di colpo me lo sono veramente, come forse non avevo mai fatto prima, immaginato come uomo. E mi sono detto: “Certo che, poverino, se davvero è un uomo qui presente accanto a me, lo sto praticamente stordendo di parole senza lasciargli la minima possibilità di ribattere”. Mi sono detto: “Con un amico mi comporterei così?”. Non sarebbe giusto. Un poʼ parlerei, un poʼ ascolterei. Di fatto, io di solito sono un poʼ lapidario in ciò che dico, e tendo più ad ascoltare che a parlare. Scrissi già, in un altro post, che penso che la mia tendenza a stare zitto sia mancanza di carità. Ma non divaghiamo. 

Insomma, mi sono detto che se davvero uno nella preghiera deve immaginarsi Gesù presente e parlargli come a un amico, deve anche cercare di far sì che questo parlare somigli il più possibile a una vera conversazione. Ho cominciato a parlare di meno, a formulare frasi e piccoli racconti come avrei fatto, appunto, con un amico col quale stavo parlando. Ho provato a mettermi in ascolto, dopo aver detto: “Parla pure, il tuo servo ti ascolta” (come dice il profeta-giudice Samuele nella Bibbia). Mettersi in ascolto significa realmente stare mentalmente in silenzio. Ciò comporta scacciare i pensieri man mano che si affacciano alla mente. È un esercizio non tanto semplice, ma a cui ci si può abituare con un poʼ di pratica, riuscendo a restare in silenzio mentale per sufficienti periodi di tempo.

Ciò che succede, se si riesce a far questo, è che viene in mente qualcosa che non si riesce a scacciare. Come se Dio forzasse il silenzio, facendo venire in mente unʼimmagine o più facilmente un ricordo. A certi santi mistici, come la citata Santa Teresa dʼAvila, Dio faceva venire in mente le cosiddette locuzioni, ovvero vere e proprie frasi. A un comune mortale è più facile che comunichi con un ricordo, il quale, mediante un percorso di associazioni di idee, fa capire cosa Dio ha detto. Trovo infatti che la comunicazione di Dio sia sempre da scrutare, analizzare, scomporre, studiare, intanto per capire se viene da Dio o dal diavolo, e poi per capire cosa Dio intende dire.

Oltre tutto questo, però, mi sono anche detto che Gesù ora è nella gloria, come era prima dellʼIncarnazione, è onnipresente e onnisciente, perciò può anche essere trattato da psicanalista. Conosce ogni singolo battito dʼali di mosca o starnuto di formica che avviene nellʼuniverso, figuriamoci se non sente ogni singola parola che uno dice, vocalmente o mentalmente, e se non è in grado di sopportarla.

Con ciò, è sempre bene ricordare che è Gesù stesso che dice: “Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6, 7). Ma anche:

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente» (Lc 18, 1-8).

7 commenti:

  1. Ti chiedo scusa se da un po' di tempo non lascio commenti, ma per i post a contenuto religioso in questo periodo non sono nello stato d'animo adatto.

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    1. Mi auguro che tu ti senta sempre super libero di commentare o meno. Anzi, grazie di esserti preso la premura di avvisarmi del tuo stato d'animo. Purtroppo, come sai, a me gli argomenti religiosi appassionano assai perciò sciorino qualcosa di religioso quando non ho molto altro da dire.

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    2. Perché "purtroppo"? Il blog è il tuo e giustamente proponi post e argomenti che scegli tu. Col mio commento volevo farti sapere che non ho dimenticato il tuo blog, sono solo un po' stranito io riguardo la religione... avrei preferito non esserlo...

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    3. Perché purtroppo...? Anche nel mio lato 'scrittore' c'è quella componente che vorrebbe creare qualcosa che attiri e piaccia a tutti. Molte volte mi rendo proprio conto di non riuscirci, di non avere risorse... Perciò mi rifugio nello scrivere per me stesso. Per carità, va bene anche questo, però il lato di me che dice: "Saresti capace di vincere un concorso letterario?" punzecchia...!

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  2. L'ultima riga con la citazione di Matteo sembra essere sconosciuta alle vecchine che sciorinano meccanicamente il rosario.. Comunque, tornando a noi, mi sembra che l'evoluzione sia costante: da Maria a Gesù, potresti pian piano finire per parlare a Dio stesso. Io l'ho intervistato addirittura, se hai un minutino, puoi leggere direttamente dal mio blog: https://francobattaglia.blogspot.com/2016/07/intervista-dio.html

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  3. Tranquillo, sai scrivere benissimo, sono io che sono "lunatico" in questo periodo ;-)
    E comunque buone ferie!

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