Incancrenirsi

Scalabrina era sposata da tanti anni e aveva tre figli bellissimi.
Scalabrina era stata cresciuta, assieme a una sorella e a due fratelli,
da una madre vedova, donna di ferro che purtroppo
qualche errore lʼavrà pure fatto... chi non sbaglia nella crescita dei figli?
Scalabrina anni dopo, pur essendo donna in carriera, nel campo
della vendita di farmaci imparò, dallʼamica Castrozza architetta,
ad andare in psicoterapia. Un difetto della psicoterapia,
se bisogna proprio trovarlo, è che, avendo come scopo
di scovare e catturare i traumi infantili, incoraggia rozzamente
a parlar male dei propri genitori. “E quella volta mi disse che non ero
a nulla buono”, “E unʼaltra volta mi diede uno schiaffone”, “E ancora
fece questo, questʼaltro, e mai io lo potrò, tale genitore,
infine perdonare”. È lʼerrore della psicoterapia, da cui
si esce a malapena, parlar male, incancrenendosi, dei propri genitori.
Successe anche a me, Filocamo, di Scalabrina cognatino,
quando anni e anni fa intrapresi un percorso di psicanalisi.
Mio padre era appena morto, e io ne approfittavo, per dirne tutto il male
che potevo. Figurarsi quante ne posso aver dette, dato che
di mio padre in casa mai si vide lʼombra, e semmai ero io
che andavo a trovarlo nei fine settimana a casa sua e di mia sorella.
Durante tutta la durata di tale psicanalisi sognavo amaramente
che mio padre, cattivo nei miei confronti, voleva buttarmi giù
dal balcone e altre cose di questo tipo che mi facevano svegliare con paura
di mio padre morto e adirato con me. Fino a quando un giorno
esauriti gli argomenti contro la persona di mio padre, poveretto,
iniziai a sottolineare gli aspetti positivi, ricevendo
gran sollievo e giovamento. Iniziai a fare sogni in cui
mio padre mi abbracciava, mi perdonava e mi rassicurava
della sua presenza e del suo conforto. Piangendo a dirotto
mi svegliavo da questi sogni di mio padre buono, che tale era diventato
dopo che avevo iniziato a parlarne bene, a ricordare
quanto lʼamavo, quanto era forte il legame che ci univa,
quante cose belle avevamo fatto insieme, e infine, soprattutto,
quanto lui mi amava, o quanto mi aveva insegnato.
Io, Filocamo, ho capito a un certo punto, lʼimportanza di parlar bene,
di benedire, e mentre facevo psicanalisi con un ateo
pian piano iniziai a capire Dio, la sua funzione
e la potenza del bene. Durante la psicanalisi
mi convertii, poi interruppi, poi mi feci frate,
considerando che lʼincontro con Dio fu una tale cosa, da avermi
cambiato la vita e lo sguardo sul mondo e dicendo al Padreterno
in preghiera: “Tutto ciò che è mio, è tuo. Faʼ di me ciò che vuoi”.
Scalabrina è incancrenita, tuttʼoggi non parla con lʼanziana madre.
“Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. 
Conoscere la potenza di Cristo e di quanto bene si può fare dicendo
bene al posto che male... La potenza della parola benefica
è infinita e trasforma anche i morti. Con questo voglio dire che non bisogna
mai pensare che tutto sia perduto, ma che si può ancora fare del bene
alle persone alle quali non ne abbiamo fatto abbastanza quando in vita.

8 commenti:

  1. C'è sempre tempo per fare del bene. Sono d'accordo. Ma anche per sfanculare ogni psicanalista, a mio avviso configurazioni estreme della figura di Satana in terra. ;)

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    1. Quando lessi qualcosa di Freud mi sembrò se non altro un pensatore acuto. Secondo me ha toppato alla grande con l'idea che ogni comportamento umano è guidato dal sesso, ma ci ha preso con la faccenda dell'inconscio.
      Credo che oggi uno psicologo aggiornato a tutto il dopo-Freud possa fare qualcosa di buono, niente di trascendentale, comunque.

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  2. e pensare che una volta droghe e psicoanalisti era robba pè ricchi.
    Certo che n'avemo fatta de crescita in itaja

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    1. Eppure non facciamo altro che lamentarci di questa vita da cani.

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  3. I genitori sono coloro che ci hanno dato la vita e ci hanno cresciuto per i primi anni. A meno che non abbiano commesso atti realmente gravi, trovo assurdo maturare rancore nei loro confronti solo per questioni di "insegnamenti" ricevuti "non conformi" alla vulgata attuale. Ridurre i genitori a degli incubatori umani e, dopo, a "docenti" di vita quasi fossero estranei rispetto ai propri figli, è qualcosa che non condivido neanch'io prescindendo dalla fede religiosa.

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    1. Non ho figli, ma so che un genitore, tolti i casi deviati, dà il sangue per la crescita dei figli. È turpe come certi professionisti del campo della psicologia si accontentino solo di fare da cattivo consigliere per arrivare al punto in cui il paziente si mette ad accusare i genitori, senza poi fare nessun lavoro per ricostruire il rapporto mediante opera di riconciliazione. Fermo restando i traumi che uno può aver subito, quest'ultimo sì che varrebbe i soldi spesi, soprattutto perché crescendo e maturando il figlio ha il dovere di restituire, secondo me, le cure che ricevette nei primi anni quando era piccolo e impotente.

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  4. Cioè Filocamo ha fatto tutto da solo? Invece di valutare se il padre avesse fatto bene o male o quanto di questo e quanto di quello, ha deciso lui di parlare bene o male a prescindere?

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