Droghe

Sono già le otto. Leggo tante cose, ma mi sembra non valga la pena leggere nulla.

Lʼunica cosa che dovrei fare, mi dico, è scrivere. Anche scrivere di nulla.

Penso agli scrittori, specialmente gli atei, che si appassionano tanto di letteratura, come Paolo Nori, come Bernhard che si appassiona di pensiero e di filosofia, e penso: “Questa gente, se non ha indirizzato i propri sforzi a Dio, è come se non avesse fatto nulla”. Possono anche essere bravi, possono anche essere geniali, nel modo di scrivere, e per lo più lo sono, ed è per questo che li si legge, per osservare il loro geniale modo di scrivere, la loro genialità artistica. Ma per lo più le cose che scrivono non valgono nulla.

In cosa è geniale il loro modo di scrivere? Nel fatto che genera una scrittura che trascina. Puoi andare avanti ore a leggere quelle cose per il semplice fatto che sono leggibili. Questi scrittori sono stati capaci di trovare un modo di scrivere che genera una scrittura leggibile che trascina. Ma quanto è significativo ciò che scrivono?

Preferisco leggere una blogger emotiva che parla della sua giornata lavorativa e dei vestiti che ha dovuto scegliere la mattina. Dici: “Chi se ne frega”. Invece sono le cose più importanti. La vita di tutti i giorni. Come viviamo i gesti più semplici. Cosa pensiamo quando li compiamo.
È tutto. Per me è tutto ciò che conta.

È per questo che per leggere un blog mi prendo del tempo. Non lo faccio così a caso. Anzitutto spesso la scrittura non è così semplice, non è così scorrevole. Ma non è questo. Il fatto è che gli argomenti sono impegnativi perché sono veri.
Quando uno parla di se stesso, sono cose preziose. Quando uno inventa storie per parlare di se stesso o per parlare di Dio. Sono queste le cose che contano.

Gli scrittori bravi a scrivere li leggo quando non ho voglia di fare altro, in particolare quando non ho voglia di scrivere ma nemmeno di leggere. Gli scrittori bravi a scrivere sono facili da leggere. Ciò che hanno fatto nella loro vita è stato mettere insieme, trovare, diciamo, un modo di scrittura che trascina, è facile leggere gli scrittori bravi.

Ma uno scrittore bravo molte volte non ha niente da dire. È diventato bravo a scrivere apposta perché non aveva niente da dire. Allora ha trovato un modo di dire le cose che le rende leggibili.

Meglio a questo punto un consiglio di Čechov: “Non forbire, non limare troppo, sii sgraziato e audace” (ad ad Aleksandr Čechov, Mosca, 11 aprile 1889). Čechov inoltre spesso dà il consiglio di ritrarre la vita così comʼè.

La vita così comʼè, il più possibile, è come la vede Dio. Shemà Israel! Ascolta, Israele! Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta lʼanima e con tutte le forze. Se uno fa qualcosa al cui centro non cʼè Dio, per me quel qualcosa vale nulla.

Perché assumo tanta commedia? Probabilmente perché la risata mi aiuta a tirare avanti la giornata, probabilmente perché la risata libera endorfine o cose del genere. La commedia per me è un guilty pleasure, un piacere colpevole. Come mangiare un dolce. È buono, ma non necessariamente fa bene. Non elevo la risata ad alto rango. È qualcosa di facile da assumere e qualcosa che alleggerisce.

Ma in Larry David (Curb your enthusiasm), ad esempio, più che le singole battute o le situazioni comiche apprezzo i concatenamenti di trama che riesce a creare. Difficile da spiegare a chi non ha mai visto una puntata di Curb your enthusiasm, ma dal punto di vista letterario tali concatenamenti di trama secondo me valgono più di una singola battuta, o anche di una situazione comica, che fa ridere. Ciò che fa ridere è come un dolce. Le tecniche narrative, letterariamente parlando, sono più alte. Così come i modi di scrivere di cui parlavo sopra, che rendono un testo leggibile e che trascina.

Quando ho forze per fare qualcosa di serio scrivo qualcosa su me stesso. O leggo un blog in cui qualcuno parla di se stesso. O leggo qualcosa su Dio.
I libri più importanti che ho in casa sono il Diario di S. Gemma Galgani, Il cammino di perfezione e Il castello interiore di S. Teresa dʼAvila, La salita al monte Carmelo di S. Giovanni della Croce, un libro sulle tecniche narrative di S. Luca (autore dellʼomonimo Vangelo e di Atti degli apostoli), i libri di Anna Katharina Emmerick e simili, come anche riviste di argomento religioso.
Non li leggo mai. Sono le cose più impegnative e importanti che ho.

Ma la prassi costante è che dopo una giornata di lavoro metto su un dvd di qualche serie televisiva comica americana e mi drogo con quello.

4 commenti:

  1. Perché non provi a unire queste tue due passioni - telefilm comici e scrittura - e magari ti inventi dei racconti umoristici?

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  2. Sì, hai ragione, dovrei provare! Non so da dove iniziare ma seguirò il tuo consiglio!

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  3. Sai lo penso anche io che la vita vera sia la cosa più importante cui pensare. Priva di tanti sofismi, colma di tangibile realtà.
    Buona giornata.

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    1. Oltre ad adorare chi sa mettere la quotidianità sulla carta facendola vedere con nuova luce, considero davvero un nutrimento prezioso ascoltare qualcuno che parla di sé, ovviamente quando parla delle cose che contano...
      Buona giornata, o meglio serata ormai, anche a te!

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