Lost it

Giorno libero, aspetto le due per andare al supermercato, è l’ora più tranquilla, sono tutti a mangiare o riposare, a qualsiasi altra ora è pieno, specialmente tarda mattina e tardo pomeriggio. Già ho un senso di fastidio ad andare al supermercato, probabilmente dovuto a tutte le volte in cui sono stato vicino a perdere la pazienza che si sono inconsciamente sedimentate nell’anima. Mi farei mozzare un piede prima di metterlo in quel supermercato. È anche carissimo. Ma è il più vicino a casa e tra andare e tornare, con la spesa sempre uguale che faccio, ci metto meno di mezz’ora. Nonostante il senso di fastidio mi decido e vado.

Per andare all’altro supermercato vicino a casa devo prendere la macchina, e fuori c’è un ragazzo di colore al quale ho dato un bel po’ di soldi e che ho anche provato ad aiutare a ottenere il permesso di soggiorno portandolo a un centro aiuto migranti, che ogni volta mi ferma e mi tiene mezz’ora, con abbracci e baci, per ringraziare ma anche per ottenere qualche soldo, la verità è che quando ho provato ad aiutarlo non si è fidato di me, ha continuato a mentire al giudice dicendo che era gay perché così i suoi connazionali lo hanno consigliato, i gay in alcune nazioni africane sono proibiti quindi chi dice di essere gay ottiene lo stato di rifugiato. Ha provato questa menzogna: sono otto anni che aspetta il permesso di soggiorno. Sta davanti al supermercato tutto il giorno, parla solo inglese, l’italiano due parole, non ha mai fatto il minimo sforzo per trovare lavoro, si vede che riesce a campare così, però non è neanche giusto, ti aiuto per arrivare all’obiettivo di trovare lavoro e non farti più stare a rompere le palle alla gente fuori dal supermercato e tu te ne infischi? Solo i soldi vuoi, per il resto vuoi fare di testa tua, e allora vai a quel paese. Tra l’altro è nigeriano, cristiano, ha moglie e figli in Nigeria. I miei aiuti hanno fatto felice tutta la famiglia, che ora prega per me. Ma non ho più un soldo, questo mese ho tre appuntamenti dal dentista e un quarto a dicembre. Andare nel suo supermercato è un fastidio, per dovermi trovare ogni volta a chiaccherare dei suoi problemi, che è il primo a non voler risolvere. 

In quello in cui vado hanno solo tre casse vicine a una colonna, ciò fa sì che le persone non si mettono in coda ciascuno a una cassa, tutti si fermano dietro la colonna e la prima cassa che si libera si buttano. Non è giusto, devi scegliere una cassa e andare lì, non far formare un’unica coda dietro le casse. Già una volta ho litigato con un signore per questo motivo, secondo lui gli passavo davanti, invece stavo solo dirigendomi a una cassa mentre lui stava indietro aspettando la prima che si liberasse. “C’è una coda, c’è un’altra coda e un’altra coda. Ne scelga una e si metta lì. Non può stare qua a bloccare tutti”. Il supermercato è ricavato all’interno di un’ex fabbrica dismessa, ha i suoi problemi di spazio, d’altronde è in una zona relativamente centrale della città, non si può pretendere. Però bisogna anche dire che nessuno del supermercato ha mai fatto niente per aiutare i clienti a regolare le code. I clienti sono sempre stati abbandonati a loro stessi e ai loro litigi.

Ci sono solo due casse fai-da-te. Non c’è un addetto alle casse fai-da-te. Siccome le casse fai-da-te sono accanto a una delle casse normali, chi è in quella cassa deve anche occuparsi dei problemi che si verificano alle casse fai-da-te. Tutto rallenta. Uno dei problemi tipici delle casse fai-da-te è che se hai comprato un cestello da sei bottiglie d’acqua non puoi scansionare il codice a barre che c’è sul manico, devi scansionare il codice a barre sulla bottiglia e scrivere: “6” sul monitor. Nessuno lo sa fare. “Attendere l’arrivo di un addetto”. L’addetto però è in cassa. Se ne occupa da lontano, stando seduto, schiacciando un bottone su un palmare per sbloccare la cassa fai-da-te e dicendo al cliente come comportarsi. Naturalmente chi è in fila in quella cassa viene messo in secondo piano. 

Ho visto cose che voi umani...

Hanno dei POS coi pulsanti sensibilissimi, quando schiacci partono due o tre digitazioni. È capitato a me, che sono giovane e ho la mano ferma, di dover ricomporre il PIN più volte a causa di questo problema.

Quel giorno ero il terzo in coda e a pagare c’era una signora anziana. La signora non riusciva a digitare il PIN, ogni volta partivano due o tre numeri. La gente in coda iniziava a scaldarsi. Tutti davano la colpa alla signora.

Invece la colpa è del supermercato, che non provvede POS che funzionino a dovere.

La cassiera dice alla signora: “Vuole scrivere il suo PIN su un foglietto e glielo digito io?”.

Ho visto cose...

La signora a un certo punto legge: “Transazione eseguita”. Alucinazioni? Fatto sta che lo scontrino non esce. “No, signora, deve riprovare. Vede? Lo scontrino non è uscito”.

“Non sono mica scema, sa? C’era scritto: Transazione eseguita. Vuol dire che ho già pagato. Fatemi parlare col direttore”. 

Il direttore è una ragazza seduta lì vicino, in un box circondato da muretti a parapetto di legno.

Ho perso la pazienza, che devo dire? Non ho scusanti. In tutto questo va aggiunto che era aperta una sola cassa e nessuno ha pensato di aprirne un’altra per ovviare al disguido e far comunque scorrere la coda. Ho cominciato a dire a quella davanti a me: “Non è colpa della signora. È colpa del supermercato. Sono loro che hanno i POS che non funzionano”. A questo punto mi è partito l’embolo. Tutti, staff, compreso, se la prendevano con la vecchia nel supermercato più disfunzionale e caro di sempre, che ha come unico vantaggio la posizione. Ho alzato la voce. “La colpa è vostra! È sempre così! Siete voi che dovete mettere dei POS nuovi! Sono anni che va avanti questa situazione! Neanche un discount ha dei POS così scassati. È successo anche a me di dover digitare più volte il PIN, non è colpa della signora! Fate schifo! Siete gli unici! Fate schifo!”. Arrivato qui ho iniziato a vacillare, mi rendevo conto che stavo facendo una scenata, che stavo urlando a squarciagola e che tutto il supermercato stava ascoltando. La passione mi aveva fatto perdere pure il filo. Non avevo più argomenti. Continuavo a dire: “Fate schifo!”.

Un ragazzo dello staff, che di fronte alle donzelle doveva fare il coraggioso, mi ha fronteggiato. “Perché non va a fare la spesa in un discount, allora?”.

Ho versato la mia borsa a terra dov’ero e sono uscito. Sono anche contento di non dover più mettere piede in quel posto, dove sono sempre stato trattato con sufficienza e dal quale sono sempre uscito irritato.

Mi sono reso conto solo verso sera che avevo ignobilmente perso la pazienza e che non capivo neanche dov’ero né cosa dicevo. Quando ho visto tutta la gente prendersela con la vecchia non ci ho più visto. Ho perso il controllo. Probabilmente è venuta fuori tutta la rabbia che accumulo giorno dopo giorno giocando il ruolo del remissivo. Nessuno avrebbe potuto fermarmi o condurmi alla ragione. Capisco l’attenuante della passione d’ira momentanea che porta a certi delitti. In quei momenti non si capisce nulla.

Mi sono confessato. Ma soprattutto sono stato cacciato dal supermercato. Mi tocca riorganizzare la mia vita a causa di questo evento. Ho già individuato un supermercato non troppo lontano dove posso andare quando torno dal lavoro. Dovrei farcela. Se non ci si mettessero anche i colleghi che chiedono passaggi...

23 commenti:

  1. E' vero.. la fauna dei supermercati è svariata, sia tra i clienti che tra i gestori, noi ne abbiamo due/ tre vicino casa.. ma spesso preferisco quello con le casse fai da te perché risparmi tempo e nervosisimi da fila.. però devo dire che incontri anche bella umanità, la cassiera con cui scambiare due chiacchiere, il cliente che ti fa passare avanti perché ti vede con due cose, insomma più facile che un sorriso sistemi le atmosfere anziché avvelenare le attese.. poi certo, esistono supermercati disordinati e incasinati che già mi creano fastidio a vista, quindi cerco di evitarli a priori.. l'offerta è vasta però, credo che ognuno di noi alla fine, possa riuscire a terminare spesone o spesine senza nervi a fior di pelle.. come dice il saggio: "sono altri problemi.." ;)

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    1. Ti ci vedo a scambiare due chiacchere coi cassieri, ma non sono il tipo, tra fretta e stanchezza (faccio la spesa quasi sempre di ritorno dal lavoro) mi limito a frasi e sorrisi di cortesia ma preferisco non entrare in conversazioni, anche perché amo anonimato e privacy. Ma capisco le persone che hanno bisogno del contatto umano e di sentire che non siamo robot. Gli piace essere riconosciuti e salutati, vale, mi sembra, per anziani, giovani famiglie cui piace inserirsi nella società del quartiere e affabili persone in genere.

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  2. Ecco, in Svezia questa è una delle cose che funziona.
    Gli svedesi odiano parlare con gli sconosciuti (a meno che non siano ubriachi) e quindi le code sono di solito senza troppi problemi. Inoltre, visto che i contanti sono quasi banditi da ogni transazione, i POS funzionano bene.
    Per pagare non c'è mai problema!

    Io non vivo in centro città, ma in un paesino, abbiamo tre supermercati (ci posso andare a piedi) e due sono aperti dalle 6 alle 23!
    Ovviamente c'è ampio orario in cui sono praticamente vuoti (ma sono fornitissimi! non manca davvero nulla, ovvero tutto quello che trovo in città lo trovo pure lì, ovvio che mancano le cose italiane vere, ma del resto sono in Svezia...) e allora si fa la spesa in meno di 20 minuti, una volta che sai dove stanno le cose...
    Io ci vado sempre a orario non di punta, per ovvi motivi.

    Mi permetto di fare una diversione: questo paesino dove vivo ha proprio tutto: laghi per nuotare, il cinema!, la biblioteca, tre supermercati, un garden center super-fornito, molto meglio di quelli cittadini, tre pizzerie (ora sono tre), un centro sportivo dove fanno un sacco di tornei regionali di pallamano e di "bandy" (gioco svedese, tipo hockey su prato), un dentista (cui devo prendere appuntamento), centro medico (che alla fine non è peggio del resto della Svezia, anzi... alla fine questo centro è stato il primo dove abbiamo potuto vedere un medico per mio figlio, quando c'è stato bisogno), un autobus espresso per connettersi con la città, autobus normale per l'aeroporto (quindi, nessun costo aggiuntivo) e ben tre palestre per allenarsi. Ah, anche stazione del treno, ovviamente scuole elementari, medie, superiori (anche una blasonata sembra!).
    Manca la chiesa. O meglio, ce ne sono, ma sono tutte "chiese strane", non c'è la "svenska kyrkan" che è la cosa più vicina a una chiesa come l'ho vissuta io in Italia. Del resto, era fuorilegge il cattolicesimo, dopo la riforma protestante.

    Scusa la diversione :)

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    1. Se non fossi così vecchio mi trasferirei decisamente in Svezia. La Scandinavia mi ha sempre attirato in termini di qualità della vita.
      Anche tu sei di quelle persone che vanno dirette dove sono le cose che prendono sempre e limitano la spesa a pochi minuti, c’è invece a chi piace pascolare vagando col carrello nel supermercato... provando questo e quello...
      Grazie per la diversione... il luogo dove abiti sembra avere tutto pur essendo fuori città, ma abbastanza vicino da potercisi recare in poco tempo... direi che è una soluzione abitativa ottimale.
      Pensa che qui a Brescia ci sono in totale tre cinema, due sono in centro e sono piccole sale, con selezioni di film intellettuali, l’altra è un multisala a dieci minuti di macchina dalla città... Solo in questo c’è una programmazione aggiornata. Del resto i cinema stanno sparendo in generale...

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    2. Secondo me il fatto che ogni piccolo comune in Svezia abbia biblioteca, centro culturale, cinema/teatro comunale (perché ci fanno anche le recite di classe, gli spettacoli del coro, anche questa un'istituzione serissima in Svezia) è dovuto al fatto che le tasse sono alte e vengono riutilizzate a tal scopo.
      Oggi sono andata a vedere Barbie (in inglese, sottotitoli in svedese) e la prossima settimana mi vado a vedere Oppenheimer. Inoltre usciranno un sacco di titoli che mi incuriosiscono (molti, ambientati in Italia!) e penso proprio che me li andrò a vedere. Oggi è stata un'esperienza splendida, cinema pulitissimo, altissima qualità suono e video... c'erano un sacco di signore anziane, e mamme con figlie... mi è davvero piaciuto! Ne parlerò)

      Non so, la Scandinavia ha i suoi pro e i suoi contro, nessun posto è ideale. Io faccio di necessità virtù, ma sto scoprendo cose che mi piacciono. Però per l'assistenza medica molto meglio l'Italia, lo penso ancora.
      Non è un paese per vecchi o per malati, la Svezia.

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  3. Beh, si vede che inconsciamente (anzi, neppure troppo inconsciamente) tu volevi farla finita con questo supermarket, e ti sei auto-obbligato a farlo. Giusto. Conosco gente che potendo lavorare in un ufficio nella propria città (dieci minuti per andarci) ha preferito farsi trasferire in una filiale di un'altra città (un'ora di treno per andarci) perché nell'ufficio della propria città si trovava male a livello di colleghi, superiori e organizzazione del lavoro. Quell'ora persa in più per andare al lavoro la guadagna in salute.

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    1. Sì direi che la tua diagnosi psicanalitica è calzante, ho sempre voluto farla finita con questo supermercato ma la vicinanza a casa era un argomento razionalmente troppo forte... In realtà tornando dal lavoro allungando di poco passo vicino ad almeno altri tre supermercati, ciò che spendo di più in benzina (pochissimo) lo riguadagno risparmiando sulla spesa.

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  4. tu pensa quanto ci costano A NOI consumatori le vecchiette che si ostinano ad usare il bancomat e di certo i padroni dei market non è che possono raddoppiare le casse però qualcuna l'hanno aggiunta proprio per questo.
    Speriamo che i ladri dei bancomat pongano fine a tutta questa commedia e quando la vecchietta si vede calare il conto è tutta godoria per NOI

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    1. Il bancomat è il futuro, presto non si useranno più contanti. Basta aumentare il minimo su cui si deve digitare il PIN e anche le vecchiette potranno farcela a fare la spesa, portarla a casa è un altro discorso.

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  5. Devi fare un po'i tuoi interessi. Ho notato la differenza tra nigeriani e senegalesi davanti al supermercato: diciamo che questi ultimi hanno un approccio molto più dignitoso.
    Ora spero tu possa trovare un posto decente per fare la spesa.

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    1. Non ho notato la differenze tra nigeriani e senegalesi nel modo di porsi, anche perché non so distinguerli se non ci parlo. Diciamo che ho comunque una preferenza per i nigeriani in quanto cristiani spesso perseguitati, anche ultimamente.

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  6. Ho sempre considerato andare al supermercato un piacere, non dico che mi metto a "pascolare" con il carrello però amo comunque guardare un po' ovunque e lasciarmi tentare, anche se poi magari il prodotto non lo prendo, però è bello soffermarsi :)
    Ultimamente faccio la spesa insieme a mia madre, stamattina ad esempio siamo andati all'Ard discount che ha dei prezzi buoni , qui al massimo il problema è riuscire a trovare posto perché è pieno di macchine posteggiate ovunque... il tuo mi sembrerebbe un racconto surreale se non sapessi che è la realtà 😦
    Purtroppo è vero che i bancomat sono il futuro con tutte le conseguenze del caso anche se, fosse per me, si tornerebbe a pagare in contanti, che ti fanno anche percepire fisicamente il "peso" dei soldi che vai a spendere... 🙈

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    1. Se c’è proprio una cosa che non mi piace è andare al supermercato. La considero una cosa un’impellenza, una pratica da sbrigare. Avendo poco tempo libero quasi tutto è così, anche sistemare casa, ad esempio, tutto deve essere svolto e messo da parte così posso mettermi a leggere o scrivere, pregare o meditare.
      Qui tutti i supermercati hanno il parcheggio, c’è almeno quello di positivo. Il mio racconto purtroppo è successo davvero, ci sono state varie disfunzionalità e quel giorno ho perso la pazienza senza quasi rendermene conto. Col senno di poi non lo rifarei. In ogni caso preferisco il bancomat, anzi ormai pago col telefono e a volte uso anche Satispay...

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  7. Comunque direi che hai fatto bene, quando ci vuole...ci vuole !! Io faccio la spesa al Gigante , dietro casa. Sono molto efficienti, ci sono 6 casse fai da te e altre casse provviste di cassiera. Le casse fai da te hanno un'assistente che aiuta chi è in difficoltà e la fila scorre velocemente. E' un supermercato su due piani , molto grande, con casse sopra e sotto. Mi piace andarci , soprattutto per guardare libri, vestiti, strumenti tecnologici. Pago sempre con il bancomat e non ho mai avuto problemi !! Devo dire che il supermercato della Coop, dove andavo in precedenza, l'ho abbandonato proprio per la presenza costante di extracomunitari, che chiedevano in continuazione i soldi !! Io andavo al supermercato quasi tutti i giorni e sempre ero perseguitata da chi mi chiedeva i soldi, ero proprio stufa e ho cambiato !!! Ma , secondo me, anche i gestori dei supermercati devono allontanare chi chiede i soldi davanti alla porta, la gente non ne può più !!! Ciao Filippo e buona settimana.

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    1. Anch’io avevo il Gigante sulla strada di ritorno dal lavoro, spesso ci andavo, ma ora l’hanno chiuso, troppa concorrenza. Le casse fai-da-te sono una bella invenzione, specialmente per chi come me di solito ha poca roba.
      Non so se ho fatto bene, sicuramente ci voleva, qualcuno doveva dirle certe cose. Magari non sono stato l’unico. Una cosa in cui sono una frana è il modo, alzo la voce, mi arrabbio. Insomma fari meglio a star zitto per come sono fatto, però vedere tutta la gente che se la prendeva con la signora mi ha fatto perdere la pazienza.

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  8. Perdere la pazienza... uhm, mi capita raramente, anche perché ho un atteggiamento che innervosisce molto chi mi attacca. Cioè se c'è qualcuno che vuole fare polemica con me, qualunque motivo lo spinga, io non gli do spago, lo lascio cuocere nel suo brodo, gli faccio, come suol dirsi ,mangiare il fegato. Nel tuo caso, avrei continuato a prendere le difese della signora, forse avrei pure continuato a ribadire "fate schifo", ma lo avrei detto senza alzare la voce, come un dato di fatto, una presa triste di coscienza. Comunque, se questo episodio ti è servito per abbandonare quel supermercato, meglio: sai quanti ne trovi che ti fanno fare magari più strada, ma ti salvano l'umore! :)

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    1. Mi piace il tuo approccio a queste situazioni. Sei fortunata a non perdere la pazienza. Nel mio caso è proprio un problema con la rabbia che ho da quando sono piccolo. Negli ultimi anni sarà successo due o tre volte (lavoro sulla strada) ma è perché faccio un intenso lavoro su me stesso da questo punto di vista. Se qualcuno mi irrita, comincio a pregare per lui. Il mio problema è sempre stato non saper dire le cose mantendendo la calma.
      Ho già cambiato supermercato... mi trovo molto meglio, anche coi prezzi!

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  9. Terribile l'ira dei miti.

    Parrebbe confermato. :)

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    1. Avrei ottenuto migliori risultati con un altro tono però...

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  10. La fila unica che viene smaltita da più punti di servizio/sportelli è la forma ideale, per varie ragioni (in una delle quali - problema ad un punto di servizio - siete incappato).
    Purtroppo richiede una minima organizzazione (per esempio la gestione della coda con numeri/biglietto) e spazio per le persone in attesa.

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    1. Sì, se gestita bene forse è la soluzione migliore.

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  11. E se ci fosse la possibilità di farla online? Non so dove abiti però chiedere in giro non costa nulla. Se qualche supermercato fa servizio a domicilio. Io l'ho scoperto proprio con la pandemia/lockdown ed oggi continuo... Se c'è questa comodità perché non usarla? Ciao

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    1. Ci sono anche delle aziende che recapitano a domicilio. Alce nero, biobottega, Naturasí, Cortilia, Macrolibrarsi... Con tanto di corriere... Riciao

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