San Paolo e le donne

Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (1Cor 14, 34-35)

Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei... (Ef 5, 22-25)

Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l’uomo non toccare donna; tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. Questo però vi dico per concessione, non per comando. Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere. Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie. (1Cor 7, 1-11)

La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia. (1Tim 2, 11-15)

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. (1Cor 11, 3-10)

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. (Col 3, 18)

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Non mi ero ancora accostato alla questione. La prima cosa che mi viene da dire è che la Sacra Scrittura è Parola di Dio, quindi dico subito che prendo queste parole per buone in quanto divina rivelazione.
San Paolo è un fondatore di comunità e dunque un legislatore. Ciò che Mosè è per l’Antico Testamento, San Paolo è per il nuovo. Le due figure sono assimilabili anche per la vita lunga e avventurosa. Dio li ha fatti passare attraverso numerose prove. La loro chiamata è inoltre frutto di una rivelazione. A Mosè Dio ha parlato dal roveto ardente, a San Paolo Gesù si è rivelato sulla strada di Damasco. Mosè era esperto nella filosofia e teologia, seppur politeistica, dell’antico Egitto; San Paolo lo era in quella dei greci, e sappiamo quanto simili siano queste culture, con miti e dèi sovrapponibili, ecc.

L’accostamento di San Paolo a Mosè non lo faccio a caso. Gli scritti di San Paolo, che aveva la responsabilità di regolare comunità appena fondate, anche a distanza poiché era sempre in viaggio (da qui le lettere), sono il tentativo di aggiornare la legge mosaica e di adattarla, conservandone solo una parte, a coloro che credevano in Gesù e al suo messaggio. Gesù dice: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli” (Mt 5, 17-19).

San Giacomo il maggiore, apostolo e primo vescovo di Gerusalemme, come si legge negli Atti degli Apostoli, dopo il primo concilio tenuto tra gli apostoli, dice che hanno deliberato di non imporre la legge mosaica ai pagani convertiti: “Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe” (At 15, 19-21).

Per quanto riguarda il primato dell’uomo sulla donna, lo chiamerei una priorità creaturale. Come si legge nella prima lettera a Timoteo, Adamo è stato creato prima di Eva. Faccio come gli accademici e cito me stesso. Ho scritto un post intitolato: “Le ragioni della cecità” in cui parlo dell’importanza dell’ordine creaturale, ossia della gerarchia delle cose create. Prima c’è Dio (in Fedro si legge che tutte le cose devono avere un principio, ma il principio non ha principio, altrimenti non sarebbe il principio, perciò il principio non ha inizio, e non ha nemmeno fine altrimenti tutte le cose che sono cesserebbero). Poi, come si legge in Repubblica, ci sono le cose “generate e non create” (per citare il Credo cattolico), ossia le cose invisibili, le idee, delle quali ne esiste una per ogni specie e sono coglibili dall’intelletto; e poi le cose visibili, in cui si incarnano le invisibili, che sono molteplici e percepibili dai sensi. E così via. In ‘Repubblica’ tra la fine del libro VI e l’inizio del VII (mito della caverna) è delineata una divisione in quattro, a scendere, delle cose create. Una versione semplificata è il Cantico di Daniele (Dn 3, 57-88), che ho messo nel post.

Va tenuto inoltre conto che Dio è un uomo, non una donna. Il Figlio, la seconda persona della Trinità, è unigenito, ossia generato senza accoppiamento, ma da un impulso del Padre che ha fatto tutto da solo.

Volendo, si può dire che la più perfetta di tutte le creature, in quanto creatura più vicina a Cristo è una donna, Maria. Maria è più grande del sole, della luna e di qualsiasi altra creatura, persino dell’universo preso nel suo insieme (questa è la dignità data all’uomo nell’antropologia cristiana). Ma Maria resta pur sempre creatura. Un padre della Chiesa la chiamava “complementum sanctissimae Trinitatis”, non a caso dopo la Resurrezione e Ascensione al cielo di Gesù e dopo la sua stessa Assunzione, è stata da Dio stesso incoronata Regina del cielo e della terra, di tutti gli angeli e di tutti i santi (“Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli”, Mc 12, 25). La gloria e la dignità di Maria secondo me sono già un argomento sufficiente a confutare chi taccia il Cristianesimo di essere misogino.

Ad ogni modo, tornando a San Paolo, penso che si basi semplicemente sull’ordine creaturale. In tal modo la donna assume un ruolo secondario e minore. È stata creata per seconda, Dio ha voluto così. Se una donna ha fede in ciò che dice la Bibbia, prenderà per buono anche ciò che ne consegue, cioè le regole pratiche stabilite da San Paolo, come coprirsi il capo per pregare come segno di minorità, e le altre cose, l’obbedienza al marito, ecc.

Il mistero del rapporto tra Cristo e Chiesa da un lato e tra marito e moglie dall’altro invece è un bellissimo tema da esplorare, tenendo presente che mariologi di spicco dicono che Maria è la Chiesa a livello mistico, e non solo madre della Chiesa. Non è la Chiesa, oggi, a generare Gesù? Per comprendere queste cose è utile ragionare sugli scritti paolini che parlano della Chiesa come corpo di Cristo, dove Cristo è il capo.

Ecco, direi che non ho altro da aggiungere; questo è più o meno tutto ciò che ho da dire sull’argomento. Su questa pagina Wikipedia c’è una serie di figure femminili, citate nelle lettere paoline, che avevano ruoli preminenti nelle comunità cristiane, come congreganti, diaconesse, ecc. trovi una serie di figure femminili, citate nelle lettere paoline, che avevano ruoli preminenti nelle comunità cristiane, come congreganti, diaconesse, ecc. Ci sono anche i riferimenti a vari articoli accademici che approfondiscono l’argomento.

12 commenti:

  1. Ti sei inoltrato in un ginepraio, se questo post verrà letto da una femminista passerai seri guai ;-)
    Comunque, ai tempi di Paolo era la norma che le donne venissero considerate "subordinate" all'uomo, quindi credo che la sua lettera non vada presa in senso letterale anche ai giorni nostri: viviamo in un mondo diverso con una società diversa. E poi, per dire: anglicani e protestanti fanno sempre riferimento alle scritture, in buona parte le stesse riconosciute dal cattolicesimo, eppure hanno il sacerdozio femminile, lo ritengono compatibile con le scritture.

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    1. Mi sono avventurato...
      Prendo la Parola di Dio come eterna e dunque valida sempre. Inoltre, la pienezza dei tempi è stata quando c’è stato Gesù, quindi la mia visione della storia non è a linea retta, ma a imbuto: più si è vicini a Gesù, migliori sono tempi.
      Protestanti e anglicani li considero scismi, quindi deviazioni dall’unica corrente buona, quella fondata da Gesù.

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    2. Sì, un ginepraio.
      Qui si aprirebbe un discorso llunghissimo.
      Quando studiai il tantra capii molte cose. San Paolo non è Dio.
      Inoltre la nostra lingua non ha un genere neutro.
      Quindi ricondurre a maschile o femminile non so quanto sia sensato, come non ha senso di parlare di subordinazione o sovrordinazione.
      Madre e padre, uomini, donne, maschile e femminile: sono le due metà senza le quali nulla è, nulla viene, nulla cresce.
      È ciò che i fanatici arcobalenghi e le loro psicopatologia pro liquidità di genere odiano sopra ogni cosa.

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  2. Va beh, San Paolo, andava bene per il suo tempo, non per il nostro. La società è cambiata, credo che di queste parole si debba prendere per buono l'indirizzo del rispetto. Poi rimaniamo sempre creature con un vitium originis.

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    1. Trovo che la parlare di vitium originis sia fare una scorretta inferenza pertendo da basi corrette. La minorità non è una forma di difetto rispetto a un modello. A me le Scritture dicono che la donna è nata dopo, c’è un ordine di priorità. I figli sono tenuti a onorare i genitori perché nati dopo.
      Idealmente direi che se si prende l’uomo più forte della terra e la donna più forte della terra, l’uomo sarà comunque più forte della donna. Ciò non toglie che nella realtà esistano milioni di donne più forti di milioni di uomini. Dico “forte” ma potrei dire “migliore” o qualsiasi qualità.

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  3. come poter trattare robba vecchia valida per i terrapiattisti quando già c'era gente che andava in giro sorreggendo una enorme palla di merda sulle spalle dimostrando a tutti che la terra non era piatta.
    Oggi si è stabilito che a causa di carenze più o meno ormonali i gender son ben 7 o 8 se vogliamo classificare anche i vecchietti come me, quindi non si può generalizzare ed applicare regole che ignorano la vera situazione.
    Non possiamo neanche dire che una donna è uguale ad una femmina che invece riesce ad orgasmare 4 o 5 volte più del maschio.
    Le donne hanno altro a cui pensare, non si rilassano, pensano all'ultimo intervento del parrucchiere oppure ai saldi, o tante altre cazzate, come i giovani odierni io credo in quanto non son capaci neanche di sostituire una lampadina, figuriamoci cambiare l'olio e le candele o le pasticche dei freni all'auto

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    1. Le candele non so sostituirle neanch’io, e faccio il corriere... candele? quod est hic?
      I generi per me sono due, maschio e femmina, con eccezioni definite tali anche dalla legge di Gauss, cioè appunto eccezioni alla regola. Gli si può pure dare un nome, ma sono eccezioni, cioè in numero non abbastanza grande da poterle definire terzo o quarto o quinto ecc. genere.
      Resto fermo sulla mia idea della storia non per forza linea di progresso illimitato, ma peggiorante più ci si allontana dalla pienezza dei tempi.

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  4. Figlie di un Dio minore, 'ste pore donne.. del resto mi sembra che con le suore le gerarchie siano ampiamente rispettate: lavano le mutande al Papa, non possono celebrare Messa e devono 'sta zitte. Poi daje.. Dio è MASCHIO.. ha ragione Ariano.. un bel ginepraio proprio.. ma come ripeto, non dici cose che non dica questa Chiesa, ancora oggi.. ;)

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    1. Ma no, figlie dello stesso Dio. La Chiesa resta fedele alla Parola di Dio. Anch’io trovo certe cose inapplicabili oggi, per questo ho posto la questione. I comandamenti di Dio sono una proposta, sono lì per chi vuole accoglierli. Personalmente, non adrei mai a imporre a donne certe sottomissioni, dev’essere un atteggiamento spontaneo, libero e volontario, se uno non si sente... Il problema più grosso che ho è il silenziare donne nelle assemblee, perché il mistero del matrimonio come immagine del rapporto tra Cristo e la Chiesa lo trovo grande, che pone grandi obblighi al marito non solo alla moglie.

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  6. ...e poi c'è pure la Maria Maddalena che è la prima di tutti i discepoli, l'ho sentito ieri sera in un documentario su Focus 😃
    Capisco la questione della priorità temporale, io ho creato il Gaviale per primo ed è per questo che viene nominato per primo nei miei fumetti, non si chiamano "il Babirussa e il Gaviale", tuttavia ai miei occhi il Babirussa non è da meno del Gaviale e anzi lo considero un co-protagonista a tutti gli effetti 🙂(e penso che questo lo noti anche chi legge le mie storie...)
    PS: comunque "La Papessa", storia vera o leggenda che sia, è un gran bel film 😗😗

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    1. Le figure femminili della Bibbia, prefigurazioni di Maria, sono grandi, ci sono guerriere (Giuditta), regine (Ester), mogli di patriarchi (Sara, Rebecca, Rachele, Lia) che hanno avuto un ruolo determinante nella loro storia, profetesse (Debora), poi ci sono Ruth e Noemi, Anna madre del profeta Samuele, Elisabetta madre di Giovanni il Battista... Maria, che è regina di tutti i santi, le contiene tutte. Per non parlare delle donne del Nuovo Testamento, tutte figure di santità, comprese quelle citate negli Atti degli Apostoli, nelle Lettere Paoline e nelle Lettere Cattoliche. La Bibbia non è di per sé maschilista. “Maschio e femmina li creò”. È proprio San Paolo il più ostico e problematico. Non è tanto un mio problema, in genere non rimprovero un cristiano perché non adempie ai suoi doveri, perciò non vado neanche da una donna cristiana a dire: “Guarda che dovresti fare così e così”. Io stesso non sono un esempio di buon cristiano. Grazie a Dio c’è la confessione. I testi si leggono a messa, la Sacra Scrittura è lì per essere letta da qualsiasi cristiano. Credo che una donna che voglia osservare la Parola di Dio cercherà di attenersi anche alle prescrizioni paoline. L’umilità di dire: “Non mi affido alla mia ragione, ma a ciò che ha Dio ha lasciato detto nella Scrittura” penso sia apprezzata da Dio.
      Certe forzature, poi, se erano esagerate, lo saprà Dio. Come il celibato cattolico. Non è strettamente necessario eppure si pratica. È una forma di sacrificio a cui chi va verso il sacramento dell’Ordine si sottopone. Dio tiene conto di tutti i sacrifici, anche di quelli che non erano necessari.

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