Orgoglio e superbia

La differenza tra orgoglio e superbia è un concetto teologico. Se guardiamo i termini da un punto di vista puramente umano, troviamo che sono quasi sinonimi. Non ho consultato un dizionario, ma mi pare di poter dire con una certa sicurezza che è così. I termini sono tendenzialmente visti come sinonimi perché hanno lo stesso contrario, l’umiltà.
Dal punto di vista teologico c’è differenza. La stessa che c’è tra una cosa verticale e una orizzontale.
L’orgoglio riguarda il rapporto con Dio (dimensione verticale); la superbia il rapporto con gli uomini (dimensione orizzontale).

Orgoglio significa non credere che Dio possa perdonare il peccato. Che poi significa non credere che a Dio tutto è possibile – una delle perfezioni di Dio. Ci sono alcune persone che commettono peccati così grandi che dicono: “Dio non è in grado di superare, in perdono, la grandezza del mio peccato. Il mio peccato non potrà mai essere perdonato. Sono perduto”. Questo, in qualche modo, è sentirsi più grandi di Dio, giudicare cosa Dio può e non può fare.
Il contrario dell’orgoglio, nel rapporto con Dio, è l’umilità. Umiltà è sentirsi più piccoli di Dio.

Umiltà è contrario anche di superbia, ossia sentirsi più grandi di altri esseri umani. La superbia è facile da comprendere. Sono migliore di te. Sono migliore di questo, di quello. Non c’è tanto da dire.

Giusto per dire qualcosa, faccio riferimento al discorso di Evagrio Pontico sugli otto demòni che si incontrano nel cammino spirituale. Non ricordo precisamente quali sono, comunque sono il demonio della lussuria, della gola, dell’avidità, ecc. Questi demòni tentano e fanno cadere in peccato. San Leone Magno, il grande papa, più tardi, unendo due dei demòni, non ricordo quali, in uno solo, prenderà questa dottrina e la trasformerà in quella più nota dei sette vizi o peccati capitali. Ebbene, Evagrio dice che i demòni si possono incontrare non sempre nello stesso ordine, ma ce n’è uno che è sempre l’ultimo, ed è quello della superbia.

Quando il combattente spirituale ha sconfitto tutti gli altri demòni, è cioè al riparo dagli attacchi tentatori che cercano di farlo cadere, si sente arrivato. Si sente Superman. “Guarda quanto so’ bravo, ahó!”. È qui che si sente migliore degli altri ed è qui che cade in superbia.

Voilà! Anche i migliori, quelli che tendiamo a ritenere santi, devono stare attenti... per superbia cadde l’angelo più bello tra i creati da Dio, il nostro compagno di strada, il capo dei demòni, Lucifero.

15 commenti:

  1. La superbia ci fa dimenticare che dobbiamo confidare in Dio, nel Suo aiuto.

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    1. Infatti, più ci si sente piccoli più si tende ad affidarsi a lui.

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  2. Da me possono presentarsi tutti e otto insieme, posso reggere tranquillamente botta.. se me invitano a cena però qualche problemino potrebbe insorgere.. ahah

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    1. Ho sempre saputo che sei un uomo dalle molte virtù... Intanto aspetto di mettere via un piccolo capitale, solo allora ti invito a cena!

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  3. Io ormai sono un peccatore senza speranza e di sicuro abbondo anche in orgoglio e superbia. Però, stranamente, quando vedo la superbia negli altri mi dà molto fastidio.

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    1. Sinceramente ti trovo umile (lo ricavo dalla tua arte) nonostante gli ovvi talenti. A giudicare gli altri siamo tutti veloci, anch’io sono così, salvo che poi, quando giudico, mi accorgo subito dopo di qualche mia palese mancanza. Instant karma is a bitch!

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  4. Orgoglio e superbia non sono sinonimi! Infatti, una delle differenze consiste nella direzione, come osservato precisamente sopra.

    In realtà hanno anche aspetti positivi: l'orgoglio ovvero amor per sé stessi per imprese importanti arrivate a buon compimento. In alcune lingue superbo è sinonimo di eccelso, di cosa di straordinaria qualità.

    In questo senso tutti dovrebbero tendere alla superbia: ma per poter essere superbi bisogna essere prima umili e passare per dedizione, costanza, passione, apprendimento e miglioramento continui.

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    1. Ti ringrazio per le riflessioni interessanti. In effetti se prendiamo il significato di orgoglio come amore di sé (mi viene in mente il “pride” anglosassone) ha un connotato positivo. Conoscere sé stessi e avere piena coscienza dei doni che si hanno, senza cadere in una falsa umiltà che è mielosa e paralizzante.

      Anche il significato di superbo che dai, fa venire in mente l’inglese “superb”, ‘eccelso, di straordinaria qualità’.

      Trovo con te che per arrivare all’eccellenza ci vogliano dedizione e costanza e che non si possa aver passione per il miglioramento se non si è consci della propria povertà.

      Secondo me il miglioramento ha un andamento simile al concetto matematico di limite. All’inizio si fanno grandi salti, ma più ci si avvicina al proprio limite, più i miglioramenti appaiono infinitesimali. Arrivati a questo livello si può tendere a scoraggiarsi. Un amico sciatore mi diceva che per diventare bravi non è difficile, ma che per passare al livello successivo, quello professionistico, ci vogliono sforzi supremi. Potrebbe essere così per tutto, ma è solo una mia visione.

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  5. e poi vuoi mettere tu la sfrontatezza degli insolenti gonfi della loro superbia ancestrale malbilanciata da qualche umile incontro doverosamente calpestato.
    eh, ma qui si vede proprio l'impronta divina nel generare esseri cosi somiglianti a se stessa!

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    1. Oggi dopo pranzo parlavo con un amico anziano e mi diceva che a un certo punto della vita ha capito che ogni cosa buona che è riuscito a fare non l’ha fatta lui ma Dio, e da allora è sempre stato umile. Non è facile avere tale sguardo soprannaturale! Di individui che dici tu, che credono di essersi fatti da soli, ne esistono tanti. E magari è vero, ma chi te l’ha data, in principio, quando sei nato, la capacità di farti strada nella vita? Se non hai lo sguardo soprannaturale finisci per forza nell’homo homini lupus...

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    2. in effetti essere strafottenti è condizione essenziale per passare dalla parte dei caporioni e varcare la linea dei 70.000 .
      i caporioni possono rivalutarsi le loro entrate in caso di inflazione ed il bobbolo che li sceglie, come ora in sicilia o a roma quando sostituirono la raggi

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  6. L'umiltà dovrebbe essere il cibo dell'anima, quello che ci rende persone. Senza l'umiltà si cade nella superbia e ci si illude solamente di essere superiori agli altri, navigando in realtà in un mare di ignoranza. Solo nell'umiltà possiamo crescere perché siamo consapevoli di quello che ci manca. L'umiltà ci fa guardare gli altri con stima e rispetto, la superbia invece è un nemico per le relazioni e i rapporti sociali. Peccato che si lavora poco sull'umiltà, ho sentito perfino gente dire che sia una brutta parola. Invece è bellissima.

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    1. È una virtù che come tutte le virtù va coltivata. La base su cui si consolida è la conoscenza di sé.

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  7. Pur non essendo molto credente, chiaramente mi sento inferiore a Dio. Perché mai un essere umano qualunque dovrebbe sentirsi superiore a Lui?

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    1. Credo che nessuno che abbia anche una elementare nozione di Dio possa credersi superiore a lui, in quanto Dio, per definizione, è l'entità massima. Ciò che cercavo di indicare è che qualcuno che sia convinto che il suo peccato sia imperdonabile sta automaticamente, senza rendersene conto, mettendosi al di sopra di Dio.

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