Santità è dare tutto

ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce (Col 1, 12)

Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? (Gc 2, 5)

Ci sono varie persone non credenti che, quando vengono a sapere che sono credente, storcono il naso.
Il fatto è che sono un po’ in sovrappeso, sono pigro e ciò si vede dalla mia casa, a volte ho delle arrabbiature, sul lavoro non sono tra i migliori ma nella media, mi piacciono le donne e, specialmente tra colleghi, per fare gruppo mi lascio andare a commenti, nonché a qualche parolaccia.
A periodi perdo il gusto per le cose religiose. Certe volte mi trascino a messa la domenica perché è di precetto, ma non andrei alla messa feriale e soprattutto non vado più, come facevo, a fare Adorazione nel giorno libero.
L’unica cosa costante in me è la preghiera. Prego tutte le mattine in ginocchio perché siccome devo stare nove ore sulla strada ho paura di andare a schiantarmi. Già che ci sono prego per le varie intenzioni che mi hanno affidato. Mi metto sul letto e pratico l’orazione mentale. Durante la giornata invoco mentalmente Dio con giaculatorie tipo: “Gesù, aiutami”, “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”, che so anche in greco: “Kyrie Jesu Christe, theu yie, eleison eme amartholon”, dico delle Ave Maria, dico anche solo: “Maria!”, come consigliava San Massimiliano Kolbe. Questa l’ho inventata io, da dire specialmente nei momenti avversi: “Signore Gesù Cristo, ti ringrazio per tutto ciò che mi hai dato nella mia vita e per tutto ciò che mi stai dando”. O quella inventata da suor Maria Consolata Betrone: “Gesù, Maria, vi amo, salvate anime”. Però non spendo, ecco, più di tre quarti d’ora quotidiani in preghiera. Non so da quanto tempo non riesco a finire un rosario, perché lo dico a letto e mi addormento.
Dico queste cose per dire che non sono certo perfetto, cioè non sono un perfetto esempio di virtù. In particolare non sono perseverante. Ciò non impedisce che io sia credente e che provi a invocare l’aiuto divino. Sarà poi Dio a decidere se esaudirmi. Ma in quanto uomo, piccolo o grande, ho questa prerogativa, di poter provare a chieder grazie.

Le persone, in genere, più che altro perché non ci hanno mai pensato, non distinguono tra santità e virtù.

Santità e virtù sono cose diverse.

Per quanto riguarda la santità, consiglio di leggere il dialogo platonico Eutìfrone, breve ma non facilissimo. Però aiuta a capire che la santità è la caratteristica della divinità di dare gratuitamente, cioè senza chiedere nulla in cambio. Avendo letto Eutìfrone, e poi vedendo l’esperienza di Gesù, ci si rende conto di come Dio sia abituato a dare tutto, solo che Dio Padre ha risorse infinite, mentre Dio incarnato ha risorse finite... a un certo punto dare tutto di sé, se si partecipa dell’umanità, significa morire.

Per quanto riguarda la virtù, si può ricordare ciò che diceva Aristotele, cioè che è un abito. Più fai una cosa, più la farai. Non mi dilungo su cos'è la virtù perché credo sia facile. Ricordo solo che le quattro virtù cardinali sono giustizia, saggezza, temperanza e coraggio, e che il discorso su grandezza e piccolezza delle persone è legato al discorso sulle virtù.

Ciò che mi interessa comunicare è che santità e virtù sono cose diverse. Si consideri questa sentenza: “Una persona piccola (dal punto di vista della virtù) può raggiungere la santità a patto che dia tutto se stessa”. Questa è la buona notizia, cioè che tutti possono salvarsi.
Un tempo si pensava che in Paradiso ci fosse solo chi aveva grandi doti, chi faceva grandi cose, chi otteneva grandi risultati, chi riusciva ad aderire alla lettera ai precetti di giustizia, chi non si lasciava andare al minimo vizio, chi si distingueva per sapienza, ecc.
La buona notizia che Gesù è venuto a dare è che tutti siamo candidati al Paradiso. L’importante è dare tutto. Se si ha poco, l’importante è dare tutto il poco che si ha.

Si vede, tra l’altro che per un piccolo è più facile andare in Paradiso che per un grande. Un piccolo soffre più facilmente, ha poco da dare, fa presto ad arrivare al limite. Infatti fa parte della buona notizia l’idea che Dio è per i piccoli. Se uno ha di che sfamarsi, che bisogno ha di chiedere aiuto alla Provvidenza? Dio va prima ad aiutare chi ha veramente bisogno. Poi pensa agli altri. Santa Teresina parlava di: "Amore alla propria nullità", proprio perché la piccolezza, i limiti sono luogo e motivo d’incontro con Dio.

Questo, ovviamente, non deve essere pretesto per stare ammollo nei peccati e nei vizi. Ciascuno è chiamato a dare il meglio di sé. L'importante è sapere che non sono i risultati che contano, specialmente non conta il paragone con gli altri, ciò che conta è essersi spesi totalmente, aver dato tutto agli occhi di Dio.

13 commenti:

  1. Nuvola17/9/21

    Interessante riflessione, specialmente il paragrafo finale. Ti ringrazio.

    Si vede, tra l’altro che per un piccolo è più facile andare in Paradiso che per un grande.
    Questa frase invece mi fa venire in mente l'ordinamento totale dei numeri reali, e l'ordinamento parziale dei numeri complessi... deformazione professionale :)

    Buon venerdì :)

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  2. Figurati! Grazie a te sei sempre amabile. Per quanto riguarda numeri reali e complessi, anni fa ci capivo ma ora non più.
    Buona giornata e buon fine settimana anche a te!

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  3. Dio vede tutto, noi possiamo e dobbiamo metterci il nostro impegno per diventare persone migliori, ma la distanza è incolmabile con le nostre forte. La nostra finitudine, anche nelle persone in gamba,stimabili, non finisce mai di stupirmi.

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    1. Evagrio Pontico scrive che quando si sono sconfitti tutti i demoni che rappresentano i vizi, lussuria, ira, accidia, avidità, ecc. resta quello della superbia, perché a quel punto ci si sente a posto e si dice: "Che bravo che sono". Le persone stimabili corrono fortemente questo rischio.

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  4. Dare tutto è tosta. Saremmo più dalla parte dei miracoli che della grazia. Forse è meglio concentrarci su perimetri definiti. Tipo io sono sposato e mia moglie è la destinataria della mia vita, dei miei interessi, delle mie preoccupazioni, delle gioie e delle ansie. Mi concentro sul poco che è il mio Tutto. Già riuscire in questo mi farebbe felice e non mi lascerebbe rimpianto. Poi ci si rende disponibili, comprensivi e sereni anche in altri campi, sul blog ad esempio, e già qua non riesco poi troppo.. ;)

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    1. Sei un bloggatore encomiabile, la blogosfera è migliore anche grazie a te. Comunque il dare tutto, anche la vita, può sembrare un obiettivo irraggiungibile ma è l'esempio di Gesù e dei martiri, compresi quelli che hanno vissuto il cosiddetto martirio 'bianco'.

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  5. Dici bene, c'è stato un periodo quando facevo il volontario in Caritas, nel quale ho faticato molto prima di capire che erano gli ospiti che donavano a me, e non io a loro. Sentirsi a posto può fregarti per bene.. ;)

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  6. Una bellissima riflessione la tua che ci sprona a mettere al primo posto il Signore. Grazie.
    sinforosa

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  7. sono agnostico, giusto per spezzare un po' il solito dualismo a cui siamo abituati 😁
    sto benissimo così, nel tempo è diventato il mio modo di essere
    non mi importa se uno è credente o meno, basta che sia un brava persona... senza dover "convincere" nessuno, per questo il prete del mio fumetto non si mette a fare sermoni ;)

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    1. Il prete del tuo fumetto mi piace tantissimo, sono curioso di vedere cosa farà.

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    2. Anonimo6/10/22

      Non è importante che tu legga me ,non quanto tu rilegga te stesso..

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  8. Anonimo6/10/22

    **Ho pregato molto per Vladimir Putin, perché possa andare in Paradiso. La strada, per lui, penso sia lunga, ma penso che una conversione e un istantaneo ritiro delle forze dall’Ucraina, più scuse pubbliche all’intero globo terrestre, potrebbe essere un buon punto di partenza.

    Spero tanto che tu possa rileggerti proprio qui dove scrivi di "Paradiso"...voglio ringraziarti per queste parole che ho riportato e che ti appartengono..Grazie🙏

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