Atrocità

Come da tradizione, voglio mettermi a scrivere ma non ho nulla da scrivere.
In realtà ne avrei di cose da scrivere, eccome. Ho voglia di scrivere sul blog, di scrivere cose che alla gente piaccia leggere, di scrivere cose che interessino alla gente. Cosʼaltro posso fare se non parlare di me?
Però non ho voglia di parlare di quella là. Il suo pensiero è già troppo presente nella mia vita. È asfissiante. Non mi lascia un istante libero. Telefonate continue, messaggi continui. Non se ne può più. È qualcosa di assurdo. Possibile che non lo capisca? Come si fa a volere bene a una persona del genere? Una persona che non ti lascia lo spazio per respirare.

Mi viene in mente unʼambientazione da gangster.
Una porticina che dà sulla strada. Una scala che sale su, quasi diritta. Non occorre andare a New York. Sono le stesse case che si trovano in Contrada del Carmine. Apri la porta, che poi sarebbe il portone, però è una porticina, e cʼè subito una scala che va su quasi diritta. Ripidissima.
Su una scala così ci vedo bene un gangster. Uno con un cappotto lungo e un cappellone con la falda larga. Sotto il cappotto, un mitra. Di quelli con il caricatore a forma circolare.
Come facevano a girare con quel tipo di mitra, una volta? Come facevano a nasconderli? Dovevano essere scomodissimi. Perché, quelli di oggi?

Il bello è che queste immagini sono poetizzanti. Poetizzano il crimine.
Il crimine invece è una cosa terribile.
Pensare che cʼè gente che si compra delle armi per uccidere. Gente pronta a usare un coltello e a ficcartelo nel corpo. Pancia, braccio, torace, testa… Pensa quelli che accoltellano alla testa… Cosa devono avere in testa? Cosa deve avere nella testa uno per fare del male a un altro cristiano alla testa in un modo del genere?
E quelli che sciolgono nellʼacido? Come si fa a fare una cosa del genere? La moglie di un Casamonica, oggi pentita e collaboratrice di giustizia, dice che le dicevano, per minacciarla, che se sgarrava la scioglievano nellʼacido.
Come si fa a vivere sapendo che al mondo cʼè gente di questo tipo, pronta a scioglierti nellʼacido? Magari ci sei passato vicino, qualche volta, nella tua vita. Magari hai incontrato una di queste persone per strada.
Queste persone esistono sulla stessa faccia della terra sulla quale vivi tu. Esistono nello stesso creato nel quale vivi tu. Sono esseri umani, e sono pronti a sciogliere altri esseri umani nellʼacido. È una cosa terrificante. Non riesco a descrivere il dolore che questo pensiero mi provoca. Come è possibile che nel cervello di qualcuno nascano idee del genere? Dovrebbero essere bannate, come idee. I nostri cervelli dovrebbero essere programmati da Dio affinché certe idee ne fossero bannate.
Invece capita che nellʼuniverso ci siano infinite migliaia di miliardi di possibilità… infinite migliaia di miliardi di possibilità di infliggere dolore. Infinite migliaia di miliardi di possibilità di patire dolore. Molte volte ciò avviene senza intervento umano. Si pensi alle malattie. Si pensi a chi resta sotto le macerie di un terremoto. Che sofferenza atroce. Seppelliti vivi. Cosa cʼè di peggio? Restare senza braccia e senza gambe… E quelli per cui oggi esistono i dibattiti sul fine vita? Attaccati a tubi senza potersi muovere, senza poter parlare. Tutto questo è atroce. È spaventoso.
Guardando alla possibilità che si verifichino per lʼuomo situazioni di questo tipo, come si fa a non vivere col timore di Dio? Come si fa a non vivere facendo un passettino alla volta, leggero, educato, timorato? Che il Padreterno non abbia a risentirsi di noi.
Eppure, come sappiamo, le sofferenze più atroci non sono solo punizioni.
Dio stesso si è fatto uomo ed è venuto sulla terra a soffrire le sofferenze più atroci che uomo possa infliggere a uomo.
Il Padre consegna il Figlio al sacrificio più cruento. Colui che meno era meritevole di punizione, ha subito quella massima. Morte per crocifissione, e pensare che a quei tempi era cosa normale. Crocifissione, impalamento.

In guerra tutto è permesso, a quanto pare. Pur di far fuori il nemico non bisogna escludere alcuna tecnica. È da qui, secondo me, è dalla necessità di vincere in guerra che nascono le tecniche più atroci per far soffrire.
Lasciamo perdere i delinquenti. Perché i delinquenti non sono altro che un sottoprodotto, uno scarto, un indotto della guerra. Ciò che loro si permettono di fare, ciò che loro credono sia permesso fare è nato in guerra, durante la guerra, per la guerra e a causa della guerra. Il fatto è che in guerra le tecniche di uccisione e di inflizione della sofferenza sono lecite, sono buone, addirittura consigliate.

Prendiamo un Paese non guerrafondaio, ma una Paese che deve difendersi. Un Paese che viene attaccato. Non sarà forse suo diritto inventare e mettere in atto qualsiasi tipo di atrocità pur di sconfiggere il nemico? Questo Paese va in guerra legittimamente, cioè per difendersi. Mentre quello che ha attaccato è criminale ed è mosso dalla sete di potere, territori, ricchezze, ingrandimento, il Paese che viene attaccato ha tutti i diritti di entrare in guerra perché è buona cosa difendersi e non lasciarsi annientare. È buona cosa perché è cosa giusta. La difesa è legittima. E dalla guerra sono legittimate tutte le più grandi atrocità.

Pensiamo alla bomba atomica. Non dico nemmeno chi lʼha inventata. (Un certo Maiorana si è dato, pur di non diventare quello che sta in uno dei pozzi più profondi dellʼinferno). Ma dico, uno stato che si arma con armi nucleari non compie un atto tra i più inetici che esistono? Se lo fai per attaccare, non sei altro che uno stato spudoratamente criminale. Se lo fai per difenderti, non hai molte giustificazioni. Chi ti dice che sarai attaccato? “Mi armo nellʼevenienza che sarei attaccato”. Ripeto: chi ti dice che sarai attaccato? Se ti capita di essere attaccato, allora ti armi. Allora sei giustificato. Ma se no chi ti giustifica a immettere nel mondo armi che possono uccidere in un colpo centinaia di migliaia di esseri umani?

Eppure… se il padrone di casa si facesse trovare pronto quando arriva il ladro, questo perlomeno, non dico non svaligerebbe la casa, ma avrebbe vita dura nel farlo. Con questa frase secondo me Gesù non invita a stare pronti… per quanto riguarda i veri ladri. Perché sospettare che il mio vicino sia ladro e voglia svaligiarmi la casa? Chi sospetta invoca i demòni, dice quel detto. A sospettare si invocano i demòni.

Gesù però invita a stare pronti per la sua venuta, perché: “il Signore viene come un ladro”.

6 commenti:

  1. Bentornato sul web :-)
    La violenza di cui è capace l'uomo in effetti è qualcosa di pazzesco, è una "sproporzione" come diceva Pascal. L'uomo può commettere atti di estremo altruismo e al tempo stesso atti di pura ferocia priva della benché minima giustificazione (a differenza degli animali che uccidono solo per ragioni legate alla loro sopravvivenza). Questa "sproporzione" dell'uomo che può essere buono come un angelo o più insensatamente feroce di una belva è, per Pascal, una delle prove che l'uomo deve per forza avere in se qualche elemento innaturale (che giustifica l'ipotesi della creazione divina).

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Che esposizione lucida. Grazie per avermi 'fatto leggere' un po' di Pascal.
    Tempo fa ne lessi qualcosa. Non ho continuato per un motivo non semplice da spiegare.
    Mi pare che lui faccia una ricerca del divino partendo dalla cosiddetta osservazione del creato. Dal basso all'alto, per così dire. Ho avuto anch'io questa fase. Ma ritengo che come dice Gesù a Nicodemo sia necessario "rinascere dall'alto". Ho scoperto che è più fruttuoso, anche filosoficamente, partire da Dio e dalle sue parole, prendendole per buone, e su esse compiere passaggi logici e argomentazioni. Tutto ciò che è Nuovo Testamento è non è Vangelo o Atti degli apostoli, le Lettere, per intenderci, sono un ottimo esempio di questo. Ma lo sono anche gli scritti dei Padri della Chiesa.
    Ad ogni modo il poco che mi hai fatto vedere di Pascal lo manifesta come pensatore formidabile.

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  4. Anonimo13/2/20

    Ciao Filippo come stai?
    Mi è capitato spesso di leggere i tuoi commenti altrove e poi entrando in questo tuo spazio un po li ho approfonditi ,diciamo che la spinta che hai dentro è quella che esponi fuori ,no!

    Dovresti aggiornare questo blog più spesso,perché non devi escludere la possibilità che qualcuno possa leggerti anche nel silenzio ,rompendo però i muri e gli schemi mentali di un giudizio molto scontato sugli anonimi.Ma questo è un altro discorso ,credo che bisogna imparare davvero molto ancora prima di capire l'importanza di questo tuo post ,e delle riflessioni che ci hai messo dentro.L'umanità necessita di riscoprire il valore della semplicità ,si vive troppo di botta e risposta ,parlando a sproposito sempre di qualcosa e di qualcuno,ma manchiamo di riflessioni e ascolto interiore,non si può essere condizionati solo da quel che si vede...ritornare a sentire chi siamo nel profondo !È una richiesta tanto assurda?

    Qui non si tratta di vendere o acquistare un prodotto,di pubblicizzare un libro o uno scritto ,di un dare per poi avere ...si tratta di fermarsi ad ascoltare se stessi ,noi stessi ...un invito nel capire cosa siamo noi nel profondo e da li far nascere o rinascere un essenza che spesso contaminiamo o soffochiamo presi dai troppi rumori che ci circondano .

    Ti auguro una buona giornata!

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  5. Ciao commentatore anonimo, ti ringrazio per il commento.
    Non ho nulla in contrario ai commentatori anonimi. Mi fa anche piacere sapere che cʼè qualcuno che legge in silenzio. Lʼidea che un mio post possa dare qualcosa a qualcuno è eccezionale.
    È uno dei motivi per cui farei fatica a scrivere per soldi. Non so se riuscirei più a essere libero e sincero.
    Già solo il fatto di sapere che qualcuno legge modifica la scrittura rispetto, ad esempio, ai diari che tengo per me. (Anche se qualche volta posto qualcosa dai diari). In effetti per me la scrittura è un modo per scandagliare me stesso, cosa provo e cosa penso. A volte partecipare un dibattito ti aiuta più a capire chi sei e quali idee hai in testa, che ad avere ragione. Anche per questo è importante esprimere le proprie idee, perché aiuta gli altri a tirare fuori le proprie.

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  6. Anonimo17/2/20

    Nutro un grande rispetto per queste tue parole in risposta,ti ringrazio per la continua e bella percezione che continui a farmi giungere.


    Si ho letto spesso i tuoi interventi in altri blog e quello che davvero mi era giunto era questo riscontro!

    A volte fatico ad arrivare in modo così diretto e semplice come è accaduto qui da te a primo impatto...Potrebbe già bastarmi questa tua risposta capendo la sensibilità e l'apertura al cuore che hai ,potrebbe bastarmi e augurarti un infinità di bene ...porta la tua voce interiore fuori perché credimi fa eco altrove,e mai come adesso si sente questo bisogno nelle anime delle persone!

    Ti abbraccio e ti ringrazio anche per questa porta aperta...mi hai dato la possibilità di questo breve ma intensissimo scambio!

    Buona serata


    L.

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