Come si spiega?

La mia vita è deprecabile. Non è degna di essere vissuta. Sono una persona molto infelice. In ogni momento trovo in me difetti, soprattutto nel compararmi con gli altri. Sono più grasso, più debole, più incapace, più fragile, più pauroso. In tutto mi trovo peggiore. Ci sono persone che letteralmente idolatro. Non solo Steve Carell, non sono così superficiale; scienziati, politici, giudici, militari, mamme, papà, religiosi, magazzinieri, ristoratori, sportivi, ecc. Tutte persone che trovo eccezionali. Di solito non venero il talento in sé, ma ciò che una persona ha fatto col proprio dono. Ciò che ammiro è la perseveranza, la costanza, lʼapplicazione quotidiana, il portare il dono alle estreme conseguenze. Io non sono mai riuscito a combinare nulla. Mi è sempre mancata la disciplina. Qualsiasi dono abbia avuto in sorte, non sono stato in grado di coltivarlo e svilupparlo. Lʼunica cosa che ho praticato un poʼ più delle altre è la scrittura. Ma anche lʼamore per la scrittura non ha saputo vincere la pigrizia. La mia eterna, deprecabile, odiosa, disgustosa pigrizia.

Ciononostante, anche se dico che avrei voluto essere un musicista o uno scrittore o un soldato o un atleta... anche se penso che avrei voluto scoprire di avere un talento e che avrei voluto portarlo alle estreme conseguenze... e anche se penso che ciascuna delle altre persone viventi sia migliore di me... anche se penso che la mia sia una vita infelice... anche se dico e penso tutte queste cose non vorrei essere nessuna delle altre persone in particolare.
Non vorrei essere nessuno in particolare.
Non vorrei essere questo, non vorrei essere quello.

Vorrei comunque, sempre e solamente essere me.

Non cʼè nessuna delle altre persone che ammiri talmente da dire: “Vorrei essere quella persona”.
Invidio molti, ma non vorrei essere nessuno.

Anche un santo. Ma prendiamo anche un santo. SantʼIgnazio di Loyola. San Massimiliano Kolbe. San Giovanni apostolo, il discepolo prediletto di Gesù.
Nessuno. Non vorrei essere nessuno di loro. Sono contento che loro siano loro. (I santi non li invidio).

Vorrei comunque, sempre e solamente essere me.

Vorrei essere più felice. Vorrei essere più disciplinato. Vorrei avere un talento.
Ma vorrei sempre, comunque e solamente essere io.

Forse la somma dei miei peccati ha fatto di me un impareggiabile superbo. 

O forse in me si è finalmente radicata la convinzione che Dio ha voluto la mia vita, proprio la mia, fin dallʼeternità – cosa che mi è stata ripetuta tante volte.

5 commenti:

  1. Se posso darti un consiglio, prova a scrivere un romanzo. É una cosa alla portata di chiunque sappia scrivere. Non per pubblicarlo, non per farlo leggere, ma solo per avere un obiettivo che ti impegni. L'accidia si vince trovando obiettivi.
    E poi leggi "Dice lo zen", il fumetto di Tsai Chih Chung. La filosofia buddhista aiuta a percepire meglio il semplice concetto di esistenza e le relative implicazioni.

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    1. Grazie dei consigli!
      In realtà sto provando a scrivere un romanzo. È quasi tutto pianificato. Ma quando si tratta di mettersi a scrivere una scena, mancano le idee.

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  2. Anche io temo di non avere chissà quale talento. Sicuramente mi mancano la determinazione e la disciplina.
    Non sono infelice ma conosco alcuni miei pesanti limiti.
    Ma del resto non c'è neanche qualcuno che io ammiri davvero, sono semplicemente "persone fuori da me". Altre cose, altre menti, altre fisicità, altri pensieri.
    Forse ho un solo vero obiettivo ed è quello di conoscere me stessa, il più possibile. Il resto è contorno.
    Un abbraccio. Non buttarti così giù.

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    1. Conoscere se stessi è un nobile obiettivo.

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  3. Ciascuno di noi è unico e irripetibile. Ciao Filippo.
    sinforosa

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