“In bocca al lupo!” – “Crepi!”

Tutti sanno che le avversità rendono migliori. Al momento, quando ci si è in mezzo, fanno male e sembra distruggano, ma quando se ne viene fuori si riconosce che hanno fatto crescere.

È per questo che si augura di finire nelle avversità (il lupo è incarnazione del male). A patto, però, di uscirne; perciò si dice: “Crepi il lupo”.

Un bagno di avversità è una purificazione, rende illuminati, saggi, umili. Certo, la vecchiaia porta con sé malanni, ma quanta saggezza si guadagna in cambio!

Quando nel Padre Nostro si dice: “Non abbandonarci alla tentazione” è come dire: “Crepi il lupo!”. Non si chiede di non finire in tentazione, la tentazione è appunto il male che purifica.

Il Padre Nostro è stato corretto da Papa Francesco per renderlo uguale a ciò che dice Gesù nel Vangelo: “Non abbandonarci alla tentazione”. Prima si diceva: “Non ci indurre in tentazione”. Ciò che voleva correggere Papa Francesco era sopratutto l’idea che Dio possa indurre in tentazione. Non è mai Dio che induce in tentazione, è il diavolo che induce in tentazione; Dio non commette il male, semmai permette – è la corretta dicitura teologica – che si sia indotti in tentazione dal diavolo.

Per questo non sopporto quelli che vogliono cambiare i detti millenari. “Bisogna dire viva il lupo! Perché il lupo è quello che bla bla bla”...! 

23 commenti:

  1. Non ci indurre in tentazione in una preghiera al Padre faceva un po' sorridere infatti, ma ricorda molto quei rosari meccanici che le vecchine schilometrano in chiesa. Un disco rotto durante il quale chissà a cosa pensano. Crepi il lupo comunque, perché comunque lui salva solo i suoi cucciolotti, tutti gli altri se li magna. E noi per ora saremo pure cucciolotti, ma di iene.

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    1. “Vi mando come agnelli in mezzo a lupi” (Lc 10, 3). Non ci credo che sei un cucciolotto di iena Franco.

      Per quanto riguarda le vecchiette, ce n’era una che mi diceva sempre, invidiosa: “Non so pregare come voi!”, intendeva noi giovani frati e la preghiera del cuore, il dialogo con Gesù improvvisato. Per rimediare faceva tutte le altre cose, andava regolarmente a messa, portava fiori, faceva offerte. Non è facile allenare l’intelletto alla meditazione. Specialmente quando si prega a lungo e con ripetizione. Ecco, credo che un’Ave Maria detta pensando ad altro abbia pur sempre un valore: meglio che niente. È come un mazzo di fiori messo davanti a qualche statua o all’altare. È un piccolo gesto, si fa quel che si può, Dio apprezza.

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  2. Sicuramente meglio due ore in chiesa che un'ora a sparlar del prossimo.. riguardo alle iene, mi riferivo al nostro (de)genere che stento sempre più a riconoscere ..umano ;)

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    1. È vero, lo noto anch’io. Tutto ciò che possiamo fare è agire su noi stessi.

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  3. Secondo me si sapeva anche "prima"che non era Dio a indurci intentazione!

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    1. Infatti lo sapevano tutti, mancava l’atto ufficiale.

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  4. In tentazione! Accipicchia al nuovo tablet!

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  5. Almeno per i modi di dire, il politically correct potrebbe evitare di intromettersi...

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    1. Lo dico anch’io. In realtà non so le origini del detto, ma secondo me ha appunto una logica sua così evidente che si non si fa fatica a capire che è antico... comunque congetture mie.

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  6. certo le correzioni sono necessarie con gli anni, come quando abolimmo il purgatorio, altrimenti resteremmo come quei bobboli in cui le donne vanno in giro mascherate e gli uomini con la vestaglia.
    Per le barbe invece i nostri cari giovani si son riconquistati le 40 vergini ma solo nell'aldilà

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    1. Come l’Islam ha un solo profeta mentre il Cristianesimo ne ha almeno 17 prima dell’arrivo del Cristo, così la bellezza del Cristianesimo è che in Paradiso si godranno non 40 ma centinaia di migliaia di vergini, se sono le vergini ciò che uno desidera. Ma il concetto del Paradiso cristiano è la felicità perfetta, per cui non è più neanche un discorso di vergini o non vergini.

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  7. Devo ancora abituarmi con questo, farò un po'di casino.

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  8. Se potessi mantenermi giovane accetterei di non essere saggia :D

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    1. Ok, nel tuo caso facciamo che puoi avere tutte e due.

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  9. Ciao Filippo, io spero proprio di non finire nelle avversità, anche se è vero che se ne può anche uscire migliori. E anche a te auguro di non finire nelle avversità. Viva il lupo, sempre. Ciao

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    1. Ricambio e ti auguro di cuore che le avversità stiano lontane dalla tua vita sempre! Buona serata!

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  10. Avevo letto molti studiosi che avevano sottolineato che la traduzione " e non ci indurre in tentazione" non andava bene, proprio per il significato che hai esposto. In effetti ero d'accordo e quando Papa Francesco ha cambiato la preghiera ho ritenuto che facesse la cosa giusta.

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    1. In realtà, sia Matteo (6, 13) sia Luca (11, 4) hanno ‘eisenenkes’, ‘far entrare’, ‘indurre’. Poi c’è la Lettera di Giacomo che precisa: “Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male” (1, 13). La cosa è un po’ controversa.

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  11. Anonimo10/11/22

    "Non ci indurre in tentazione" nella correzione del " non abbandonarci alla tentazione ", dà sempre un idea di timore di un Dio che non vegli completamente su di noi ,quando invece dovremmo essere noi a non volercene distaccare dal suo amore infinito,a sentirne proprio una forma di presenza costante.

    Mi capita spesso di sentire parole del tipo "se esistesse un Dio,non permetterebbe guerre e violenze".L'idea di tentazione è più profonda e radicata nell'uomo secondo la sua logica ,come nel caso di materializzarla la tentazione,mettendo in dubbio l'esistenza dell'amore e del bene per giustificare il male,un modo sottile per sfuggire soprattutto alle proprie responsabilità .

    Il detto in bocca al lupo e la risposta in "crepi il lupo"è esattamente un modo per scongiurare il male,ma non è magia che ti tira fuori dalle tue responsabilità,li devi applicarti tu :)

    Leggevo la citazione "vi mando come agnelli in mezzo ai lupi"...e mi è venuta spontanea un'altra "Padre perdona loro che non sanno quello che fanno"

    Grazie e buona giornata

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    1. Carissima, Dio veglia in ogni istante su di noi perché vuole il nostro massimo bene: l’unione con lui. ‘Permette’, è il caso di dire (perché non è mai lui a fare direttamente il male, Dio è solo fonte di bene), i mali, le tentazioni, e a questo scopo ha creato il diavolo, perché le prove purificano e formano, sono la ”porta stretta” che conduce al Paradiso.
      Di certo dire: “Crepi il lupo” non è magia, ma è un modo per affermare la volontà che il male abbia fine e che il bene trionfi. È una presa di posizione. Ciò che diciamo con le parole non è solo espressione di ciò che siamo, ma alla lunga si trasforma in vita, le parole che usiamo ci plasmano. Ecco perché ripetere certe cose non fa male.
      Chi assume la parte del lupo ovviamente non sa ciò che fa. Se fossimo sempre convinti che il Creatore di tutto è il Bene in sé, cercheremmo con tutte le nostre forze di fare il bene e di evitare di fare il male.

      Grazie a te!

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    2. Anonimo11/11/22

      Si ,anche io sento che Lui veglia su ognuno di noi,quello che intendo è che il " timore " di abbandono ha un idea di fondatezza solo attraverso le nostre azioni e l'applicazione del bene,non dovremmo adagiarci sugli allori perché tanto Dio è misericordioso a prescindere, nel caso in cui commettiamo azioni volte al male,meditare attraverso il pentimento ma in modo sentito,solo attraverso questo saremo in Grazia di Dio.Penso che tutti , indistintamente siamo in grado di capire i due aspetti della medaglia, bene e male,dove non si riesce purtroppo è distorto il concetto di amore,primo tra tutti l' assenza dello stesso .

      ‘Permette’, è il caso di dire (perché non è mai lui a fare direttamente il male, Dio è solo fonte di bene), i mali, le tentazioni, e a questo scopo ha creato il diavolo, perché le prove purificano e formano, sono la ”porta stretta” che conduce al Paradiso.

      Onestamente non credo che sia da imputare a Dio la creazione del diavolo,mi sento distante da questo,il diavolo rappresenta la tentazione e l'odio ,una *scelta all'allontanamento da Dio la sua,infatti quello che ne consegue va nettamente in contrasto con l'amore e il bene assoluto.

      " Ciò che diciamo con le parole non è solo espressione di ciò che siamo, ma alla lunga si trasforma in vita, le parole che usiamo ci plasmano. Ecco perché ripetere certe cose non fa male"

      Hai scritto un concetto molto importante,tu immagina che effetto produrrebbe la costanza nell'uso di parole volte a un Dio Amore,se esiste tanta negatività in giro è una conseguenza di ciò su cui diamo più importanza,uno specchio che riflette ciò che internamente facciamo prevalere in bene ed in male purtroppo .
      Nel mio commento ho fatto riferimento alla Croce,un invito a tutti noi a guardare la nostra esistenza da un altezza diversa...non dovremmo abbassare mai la guardia,siamo fragili come pecore e lupi spesso in preda di noi stessi.

      Ciao Filippo

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