Solitudine moltitudine

Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27, 46)


Essendo Gesù modello dell’uomo, la Croce di Gesù è modello di ogni croce. Studiando la Croce di Gesù comprendiamo anche le tappe delle nostre croci. Una delle caratteristiche della Croce è sentirsi completamente soli. Ci sono due tipi di solitudine, quella in cui ci si sente isolati rispetto agli esseri umani ma resta il legame con Dio, e quella in cui ci si sente abbandonati anche da Dio. Come si sa dall’ordine degli eventi della Passione di Gesù, sentirsi abbandonati da Dio è il culmine della Croce. Dopo il grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, resta solo il tentativo di un soldato di dissetarlo con una spugna imbevuta d’aceto, poi Gesù muore.
Il culmine della Croce è dunque Gesù abbandonato. Chiara Lubich lo ha ben compreso, e ha fatto di Gesù abbandonato uno dei motti del Movimento dei Focolari.

Personalmente, ho sperimentato che sentirsi soli al culmine della Croce si accompagna con l’essere in mezzo alla gente ed essere sotto lo sguardo della gente. È una solitudine atroce. Ci si sente completamente abbandonati ma allo stesso tempo si è in mezzo a una moltitudine che guarda. La moltitudine, guardando, capisce cosa provi. Si immedesima in te. Nessuno, però, muove un dito. Anzi, la moltitudine gode nel vedere uno in quelle condizioni. Doveva essere la sensazione di tutti coloro che in passato subivano, come punizioni, supplizi. Vedere uno che soffre al nostro posto genera spesso consolazione. È la reazione animale dell’uomo. Mors tua, vita mea. Se l’uomo vuole però elevarsi a qualcosa di superiore, cioè essere pienamente uomo e vivere la dignità che ciò comporta, deve seguire la Parola di Dio: “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto” (Rm 12, 15).

Ho vissuto al massimo questa fase della croce, questa solitudine-moltitudine, quando facevo il corriere in centro a Brescia. Dovevo spesso camminare con in spalla una borsa piena di pacchi per le piazze principali della città (piazza Duomo, piazza Vittoria e piazza Loggia), più i corsi pedonali (corso Mameli, corso Zanardelli e corso Palestro). Intorno a me, gente seduta ai tavoli che mi guardava sudare e faticare. Come mi vergognavo. Sentivo i pensieri della gente: “Non è capace. È alle prime armi”. Sentivo gli scherni dei ragazzi: “Corriere Amazon, che valutazione diamo?”. Arrossivo per la vergogna. Non c’era niente di cui vergognarsi, ero pur sempre al lavoro. Però era per me una situazione difficile, un lavoro già di per sé croce, in cui mi sentivo abbandonato da tutti, costretto a farlo e con nessuno disposto ad aiutarmi, cioè a togliermi dalla mia miseria; in più ero osservato con attenzione da moltitudini di persone che erano in grado di leggere perfettamente le mie emozioni. C’era inoltre chi guardava con livore e invidia, i commercianti il cui lavoro è diminuito causa Amazon. Poche volte ho sentito il sostegno della gente. Per lo più ero osservato, schernito e odiato. Tre anni così. Sono stati difficilissimi.

Per sei mesi, ringraziando Dio, ho consegnato in campagna ed è stata tutta un’altra vita. Adesso sono tornato in città, alternando con la campagna. Uffa. 


16 commenti:

  1. Mi è sparito il commento... chiedevo se per voi è più comodo consegnare nei locker, che sto usando sempre più... e poi parlavo un attimo male dei focolarini.. forse per questo Dio Spam mi ha messo in castigo ;)

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    1. Eheh... Dio Spam... Anch'io ho sofferto a causa dei focolarini perché non avevo un sorriso smagliante, ma ho anche imparato tanto e credo, col senno di poi, che sia un movimento vivo e pieno di Spirito. Chiara, una futura canonizzata; i suoi scritti, perle preziose.

      Cosegnare al locker ha due facce per il driver. Buona: zero problemi parcheggio, zero clienti assenti. Cattiva: le rotte sono calcolate sul principio dei tre minuti per stop, ed è ovvio che uno stop al locker, dove si possono infilare 15 ma anche 50 pacchi, può richiedere dai 10 ai 20 minuti.

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  2. Evito di entrare sulla parte religiosa della questione.
    Tuttavia non posso non commentare quella deriva ammantata di ipocrisia che noto nella pseudo sinistra al caviale che ammorba l'Italia.
    Ua riverniciatura falsa e ipocrita che nel proprio razzismo anti, nel proprio classismo anti, vuole farcire Italia ed Europa di lavoratori schiavi (quando va bene, le altre volte di potenziali criminali senza reddito alcuno) che "ci pagano le pensioni" e "fanno i lavori che gli italiani non vogliono piu' fare".
    In altre parole un sordido e ipocrita approccio classista colla puzza sotto il naso.
    Non e' affatot un caso che la stessa pseudo sinistra al caviale sia quella, ad esempio, che
    o - assume colf e domestici straieri in casa per non lavorare per le PROPRIE necessita' e pagarli il meno possibile
    o - mantierne i bamboccioni e i fancazzisti italici a casa ad oziare garantendo loro un reddito di fancazzanza
    o - si fa servire da persone come fattorini, cuochi, pizzaioli, etc. .
    C'e' qualxcosa di piu' classista e razzista?
    No. Come sempre gli "anti" molto peggio di cio' che blaterano di combattere.

    Io rimango con la mia formazione gandhiana per cui oggni persona ha il dovere di provvedere a se stessa, men che meno di caricare sugli altri, i lavori meno sciccosi che essa snobba.

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    1. Non avevo guardato la situazione da questo punto di vista. Dopo un'esperienza nella vita religiosa per me è stato già tanto trovare un lavoro. Le lettere paoline raccomandano di piegarsi a ciò che è umile, per cui cerco di non lamentarmi ma di ringraziare. Più che abbandonato dallo stato, devo dire che a volte mi sento un po' sfruttato dal gigante del consumismo, per quanto riguarda la quantità di lavoro e i trucchi per metterla in atto. Può capitare la giornata in cui mi vedo nuovo schiavo. Ma se penso che la paga è (al pelo) commisurata e che sono in regola, mi dico che non me la passo tanto male. Fermo restando gli inconvenienti di cui parlo nel post.

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  3. "...e non ci indurre in tentazione..." questa frase è stata tolta dal pater noster, perchè non è Lui che ci induce, Lui ci ama e ci lascia al nostro libero arbitrio per nostro amore.
    Gesù dimostra tutto il suo esser uomo all'apice del suo dolore, voluto da Lui per riscattare tutto il genere umano compreso l'odierno putin

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    1. Certo, pure lui, a patto che si penta, si fermi e riconosca gli errori e il male che ha fatto, in particolare le migliaia di vittime che le sue decisioni hanno già causato.

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  4. Comprendo in pieno la sensazione di fastidio nell'essere al centro dell'attenzione ma in modo sgradevole. Purtroppo molta gente è così: firma petizioni contro la discriminazione dei neri in America e poi guarda con spocchia o derisione l'essere umano che sta a due passi da lui. Per quanto possa essere difficile, tu fregatene.

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    1. Sì, ci provo. Cerco di concentrarmi sul lavoro e non pensarci.

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  5. Magari quelli che ti guardano, un lavoro non ce l'hanno o comunque non è detto che sia migliore del tuo. Di solito chi lavora,rispetta il lavoro altrui.

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    1. Ciò che dici, che chi lavora rispetta il lavoro altrui, ha senso. Devo ammettere però che mi sento spesso giudicato. Non escludo che sia una paranoia mia, dato che sono portato alle paranoie in particolare a quella del giudizio delle persone. Sento che muratori e operai stradali mi scherniscono, come se dicessero: “Quello non è un vero lavoratore. Se la passa bene in confronto a noi, ecc”. Nelle ditte dove c’è una segretaria o receptionist (e il bresciano è pieno di aziende solide e serie di vecchia data) mi sento trattato male e sbrigativamente. Un po’ pago gli errori dei miei colleghi, un po’ pago l’odio verso Amazon che ha chiunque abbia una partita iva, ma un po’ ho la sensazione che chi mi guarda in faccia capisca che sono un lazzarone e un poltrone.

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  6. Non sono uno che per orgoglio evita la compassione, quindi ti ringrazio per la comprensione che hai e per ciò che hai espresso nei confronti del mio dolore. La tua capacità di empatia è grande. Sono fortunato a esserne destinatario.
    In fin dei conti, la mia convinzione è che, data la mia psicologia un po’ pavida e solitaria, questo sia il lavoro migliore che il Padre ha scelto per darmi la croce quotidiana. Vorrei essere più bravo a portarla, senza lamentarmi in continuazione. Ma purtroppo così è, ogni tanto ricordo ciò che ho passato e penso valga la pena cercare di comunicarlo.

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  7. Anonimo3/10/22

    Non ringraziarmi ...sei un ottimo interlocutore:)

    Laddove esiste compassione e salendo di un altro gradino del perdono scorge la luce della Misericordia:"Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Lc. 23,33-34)

    Esiste un Amore più alto di questo?Calmare l'ira del Padre che versa lacrime di pioggia e tuoni dal Cielo ,nel momento più buio che attraversa il proprio figlio giustiziato a causa della nostra Salvezza!

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  8. Si dice che "ognuno ha la sua croce". Effettivamente credo che sia così.
    Un abbraccio.

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  9. Ma figurati se pensano che non sei un vero lavoratore!

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    1. Secondo me lo pensano! Un graziato solo perché è arrivata Amazon!

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