Lʼuniverso è razionale

Nell'universo c'è un principio di azione e reazione per cui se si dà qualcosa a qualcosʼaltro, questo qualcosa deve essere restituito. Alcuni lo chiamano karma, altri semplicemente giustizia. Ogni azione che facciamo ha un riscontro nellʼuniverso e torna indietro. Non dico moltiplicata o diminuita, semplicemente uguale. C‘è sempre un premio per unʼazione compiuta, in positivo o in negativo. Non so se qualcuno ha mai provato a non rispondere a una domanda. È praticamente impossibile. Chiedere è quasi come rubare, perché implica che sia quasi impossibile rispondere: “No”. Se sorrido a qualcuno, questo qualcuno si sentirà quasi obbligato a sorridermi in contraccambio. Se do qualcosa a qualcuno, questo qualcuno è in debito. Anche se do qualcosa a qualcuno come regalo, questo qualcuno, di fronte allʼuniverso, è in debito con me. A uno spettacolo teatrale, anche se abbiamo pagato, rispondiamo battendo le mani. È qualcosa che diamo in cambio di ciò che abbiamo ricevuto da chi è sul palco. Una persona superiore a noi ci invita sempre, quasi ci costringe, a darle qualcosa. Perché una persona superiore a noi automaticamente ci dà qualcosa anche se non vuole e anche se noi non vogliamo. Cʼè una gerarchia nelle cose dellʼuniverso. Ci sono cose superiori e cose inferiori. Cose più grandi e cose più piccole. Cose di maggior valore e cose di minor valore. Cose più importanti e cose meno importanti. Così, naturalmente, è anche presso gli uomini. “Un uomo che è medico vale più di molti uomini”, dice Alcibiade di Erissimaco (medico figlio di medico) in Simposio, il dialogo platonico. In tal modo Alcibiade fa un elogio di Erissimaco. Gli uomini inferiori devono sempre elogiare gli uomini superiori. Chi è inferiore deve sempre elogiare chi è superiore. Già chi è superiore naturalmente e automaticamente , senza accorgersene e senza rendersene conto. Se mi volto e vedo una bella ragazza, o un bel ragazzo, o qualche altra cosa bella, come un quadro o una statua o un cielo, già sto godendo a causa della bellezza che gratuitamente mi viene elargita. La reazione spontanea è la lode: “Che bella”, “Che bello!”, “Che bellezza!”. Le cose inferiori devono sempre lodare le cose superiori. Questo devono di cui parlo non è solo una costrizione morale, è una costrizione naturale. Riceviamo sempre, costantemente, gratuitamente grazia su grazia dalle cose superiori a noi, e il nostro dovere come minimo è restituire lodando, elogiando, ringraziando. Il ringraziamento è una forma di lode. “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10, 21). Se ringrazio è per un bene che ho ricevuto, quindi implicitamente col ringraziamento sto riconoscendo che chi mi ha fatto dono di quel bene era effettivamente in possesso di quel bene. Riconoscere che qualcuno è in possesso di un bene è lode, elogio, benedizione. Chi è in possesso dei beni, dunque, elargisce automaticamente questi beni a chi è inferiore e non ne ha. Chi è inferiore e riceve i beni, pur di dare qualcosa in cambio, per la legge dellʼazione e reazione, per la legge della giustizia, per la legge della ragione che governa lʼuniverso, che è governato da unʼintelligenza razionale, di cui la nostra è immagine, chi è inferiore, dunque, loda, rende grazie, elogia, benedice. Non ha nullʼaltro da dare in cambio. Perlomeno lodi. È lʼunica cosa che può fare. Unʼaltra conseguenza della legge razionale che governa lʼuniverso è che se si vuole qualcosa da qualcuno di superiore si può lodarlo, ringraziarlo, elogiarlo preventivamente. Una lode a un potente ci procura il favore del potente. Un elogio a qualcuno che è superiore a noi ci procura il favore di questo qualcuno che è superiore a noi. “Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora” (Sal 50, 23). Dio non vuole sacrifici di capri o di giovenchi, non vuole neanche che gli diamo tutti i nostri averi. La cosa che gli è più gradita è la lode, anzi, il ringraziamento. “Ascolta, popolo mio, voglio parlare, / testimonierò contro di te, Israele: / Io sono Dio, il tuo Dio. / Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; / i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. / Non prenderò giovenchi dalla tua casa, / né capri dai tuoi recinti. / Sono mie tutte le bestie della foresta, / animali a migliaia sui monti. / Conosco tutti gli uccelli del cielo, / è mio ciò che si muove nella campagna. / Se avessi fame, a te non lo direi: / mio è il mondo e quanto contiene. / Mangerò forse la carne dei tori, / berrò forse il sangue dei capri? / Offri a Dio un sacrificio di lode / e sciogli all'Altissimo i tuoi voti; / invocami nel giorno della sventura: / ti salverò e tu mi darai gloria (Sal 50, 7-15). È per questo che Gesù dice: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (Mt 7, 7). Sta parlando del cuore di Dio. Se a noi, che siamo cattivi, e così difficile rispondere: “No”, ed è in ogni caso quasi impossibile non rispondere a qualcuno che ci porge una domanda o una richiesta, figuriamoci a Dio, che è la bontà per antonomasia. Ma ripeto, non è nemmeno necessario chiedere qualcosa di specifico. Lʼessenziale è la lode. Dio, nellʼuniverso, è la cosa superiore a tutte le altre cose. È superiore persino dellʼuniverso stesso, dato che lʼha fatto lui. È per questo che a ogni creatura, invisibile o visibile, che esiste nellʼuniverso, tocca lodare Dio. Perché Dio è superiore. “Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa” recitiamo la domenica a messa nella preghiera: Gloria a Dio nellʼalto dei cieli. Dio, bene supremo e assoluto, ci riempie di beni per il solo fatto che esiste, che è. Se vogliamo ottenere i suoi favori, come faremmo con un potente, è necessario che lo benediciamo, lo lodiamo, lo elogiamo. Dio elargisce le sue grazie già automaticamente, ma se vogliamo attirare verso di noi i suoi favori non dobbiamo far altro che lodarlo, benedirlo, elogiarlo, cantare le sue lodi, magnificare la sua gloria, esaltare la sua grandezza, adorare la sua bellezza, proclamare la sua potenza. Dʼaltronde tutte le creature che sono soggette a lui, per la legge dellʼazione e reazione, per la legge della giustizia, devono lodare e benedire Dio.

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dei,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura sempre (Dn 3, 57-90). 

2 commenti:

  1. Il bussate e sarà aperto deve sicuramente rimanere nelle intenzioni e nella speranza. Che poi l'apertura corrisponda sempre al bussare, non è affatto detto. Così come il dare di chi ha. Ma è vero che esistono diverse aperture a seguito di un bussare. Aperture che neanche immaginavamo, o aperture di altro genere, che potremo scoprire solo e solamente dopo aver bussato. E molte volte, anche una non apertura - perché accade - può corrispondere ad altri tipi di pertugi e alternative che ci si spalancheranno davanti. Solo a volerle cercare. Il trucco è mai disperare. Perché Dio esiste, e già il nostro battere tasti convulsamente, ne è prova sufficiente. ;)

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    1. È filosofo non chi ha le risposte, ma chi sa porre le domande giuste. Se uno imposta bene il problema, le aperture poi verranno... Per questo scrivo spesso in modo dubitativo, riconoscendo di non saper risolvere un dato problema ma perlomeno ponendo la domanda. La speranza è che prima o poi la risposta arriverà.

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