Quando nessuno è in casa

Spesso, nei paesi di campagna, dove tutti si conoscono, i clienti lasciano il cancellino del giardino aperto per permettere al corriere di entrare e depositare il pacco vicino alla porta. Di solito le porte sono riparate da un portichetto, o in ogni caso c’è un’area riparata, da qualche parte nel giardino; il pacco, così, non si bagnerebbe in caso di pioggia e non prenderebbe caldo in caso di sole. I più attenti lasciano un biglietto con lo scotch, i più tecnologici scrivono nelle Note dell’indirizzo: “Per corriere Amazon. Il cancellino è aperto, entra e lascia il pacco vicino alla porta, poi richiudi il cancellino. Grazie”. È il messaggio ideale, non tutti sono così chiari o gentili. Alcuni mettono nelle Note i codici di accesso di serrature a combinazione. A Peschiera del Garda, ricordo, uno metteva la combinazione del garage. Spiegava: “È l’ultimo a destra, quello con la striscia verde”, ecc. Mettevo il pacco dentro e richiudevo. Che bravi, clienti come questi. Che soddisfazioni! 
Un pomeriggio, in un paese dell’Alto Mantovano, trovo una situazione simile. Il cancellino è aperto ma non c’è scritto niente. Suono. Il cliente non è in casa. Risuono, niente. Guardo a destra e a sinistra. Ci sono vicini che potrebbero interpretare il mio ingresso nel giardino come intrusione? Mi toccherebbe spiegare: “Sono il corriere, ho un pacco per Mariuccia Quaresmini, probabilmente hanno lasciato il cancellino aperto apposta perché sapevano di non essere in casa, in modo da permettermi di lasciare il pacco in giardino e andarmene richiudendo il cancellino!”. “Lo dia a me! Glielo do io!”. Impiccioni! Fatevi gli affari vostri! Quando si tratta di fare un favore richiesto: “No, non lo conosco”, “Non ritiro niente per nessuno”, “Guardi, non siamo in buoni rapporti”, ecc. Per far capire che sono stati disturbati senza diritto. Ma quando c’è da farsi gli affari degli altri... “Prendo io!”, “Do io!”, “Lasci a me!”, “Siamo buoni amici, siamo parenti! È mia cognata!”, ecc.
In ogni caso quella volta, nell’Alto Mantovano, decido infine di entrare e lasciare il pacco in giardino. L’intenzione era fare pochi passi sul vialetto e poggiare il pacco sull’erba, non invadere più di così lo spazio privato. Ma c’era il sole e picchiava. Penso: “Magari è un iPhone da 1.400 euro, non sarebbero contenti se glielo lascio sotto il sole”. È anche vero che se uno ordina un iPhone da 1.400 euro si fa trovare in casa, anzi, sta tutto il giorno ad aspettare... ma magari era un sapone liquido, o qualcosa con una batteria, o qualcosa di plastica... tutte cose che non avrebbero fatto bella vita sotto il sole. Decido, così, a dispetto di qualcuno che può osservare e disapprovare, di arrivare fino alla porta riparata da un portichetto e poggiare il pacco sul tavolino.
Arrivato a quattro passi dalla casa, noto un movimento attraverso la tenda della finestra: “Allora c’è qualcuno!”. Torno in fretta al cancellino e suono di nuovo. “Chissà, magari li ho svegliati e stanno solo ora rendendosi conto che hanno suonato alla porta, o è un anziano che non sente”. Sono tanti, quante volte telefono e il figlio-genero-figlia-nuora-nipote mi dicono di lasciare il pacco anche fuori che i genitori-suoceri-nonni sono un po’ sordi, ci penseranno loro a chiamare per telefono e ad avvisare che il pacco è arrivato...
Insomma suono, ancora niente. “Fatti loro”, dico, “entro e glielo lascio sul tavolino, mi chiudo il cancellino alle spalle e me ne vado”. Deciso, stavolta, a non perdere tempo, mi muovo verso il tavolino a passo spedito, col pacco sollevato in bella vista, pronto a dire, se qualcuno sbucasse dalla porta o dalla finestra: “Corriere! C’è un pacco per Mariuccia Quaresmini”!
Appoggio il pacco fissando la finestra. Stavolta niente movimenti.
Faccio per andarmene, sento: “Stomp!” da dentro. Mi giro e guardo la finestra. Attraverso le tende non intravedo alcun movimento. Mi sposto lateralmente fino ad arrivare davanti alla porta. Busso e strillo: “Buongiorno, sono il corriere Amazon! C’è un pacco per Quaresmini!”.
La porta si apre, penso: “Finalmente”, ma c’è un uomo con una pistola e me la sta puntanto contro. “Dentro!”, dice a bassa voce.
Capisco subito. Sono ladri. Piego le ginocchia per uscire dal range della pistola e, facendo leva sulle gambe, mi fiondo in avanti. Abbraccio il malvivente alla vita e finiamo tutti e due a terra.
Un calcio da destra nel costato mi conferma che sono in due. Il calcio mi fa fare una giravolta e mi scaraventa accanto al mio aggredito a pancia all’aria. Il complice si abbassa su di me e mi punta una lama alla gola: “Se tu muove, ti taglio gola!”.
Con un rapido movimento del braccio colpisco il suo, il coltello finisce a terra dall’altra parte della stanza. Appoggio le mani accanto alle spalle, sollevo le gambe in aria, mi spingo con le braccia e con una veloce acrobazia sono in piedi.
L’uomo, ormai disarmato dal coltello, mi arriva addosso con una gragnuola di pugni. Faccio in tempo a mettere gli avambracci vicino alla testa per difendermi dai colpi. Appena vedo uno spazio libero, parto con un jab sinistro al mento, poi un altro, poi un altro ancora, vedo che non è esperto e tiene le mani giù, allora faccio partire un montante destro dal basso e lo colpisco sotto il mento facendolo sollevare da terra un paio di centimetri. Il colpo è da knockout, le gambe molli, l’uomo si accascia a terra.
Torno al primo aggredito e, prima che abbia finito di alzarsi, con un calcio alla Roberto Carlos lo colpisco in piena testa. Cade indietro tramortito. 
Esco di corsa gridando: “Aiuto! Aiuto! Ci sono i ladri!”. La gente esce dalle case. “Chiamate la polizia! Ci sono i ladri dai Quaresmini!”.
Salgo sul furgone e mi chiudo dentro. Chiamo il 112 e spiego la situazione.
Faccio in tempo a vedere, nel campo retrostante la casa, i ladri che si allontanano, uno col braccio al collo dell’altro.

Ho aspettato che arrivassero i Carabinieri. Ho raccontato l’avvenuto, così come ora l’ho raccontato a voi. Hanno chiesto le generalità.
Ho chiamato in ufficio, hanno mandato tre corrieri a prendere i pacchi che dovevo ancora consegnare e sono potuto andare a casa.
Il ladri sono stati presi.
La signora Quaresmini è stata trovata legata col marito in camera da letto.

15 commenti:

  1. Ma questa è roba da thriller puro! però la pistola l'avrei recuperata e messa al sicuro. Nel nostro condominio spesso ritiriamo per i vicini.. fate un lavoro stressante e immagino quando non trovate nessuno.. se non si lavorasse di fantasia.. ti danno una settimanella di riposo extra ora?

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    1. Non ho pensato alla pistola, infatti sono un novellino, me la sono cavata per puro caso...
      I primi tempi, con la pressione che ci mettevano addosso per consegnare tutto dato che non abbiamo la giacenza, rompevo le scatole a chiunque pur di mollare il pacco, ora non lo faccio più, a meno che il cliente non mi dica chiaramente per telefono un vicino preciso da disturbare, magari previ accordi...
      E comunque no, niente extra, solo un premio produzione annuale.

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  2. mizzica che lavoro avventuroso
    per fortuna che erano abbastanza timorati

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    1. Se mi capitasse davvero non penso ne uscirei vivo.

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  3. Cioè, ti è davvero successo questo ??? Mamma mia!
    Dimmi che è un racconto di fantasia...

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    1. Certo che è di fantasia!
      Ho provato a immaginare cosa succederebbe se...

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    2. Io ho cominciato a leggerlo come se fosse un fatto che ti era successo e ho pensato "Oh mamma!!!!" e ho sperato che fosse un racconto di fantasia.
      Ci sono cascata benissimo! Perché sembrava davvero vera vita...

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  4. Se è un racconto di fantasia, bravo! Se non è un racconto di fantasia, bravo due volte! Nel primo caso sono sorpresa in positivo, nel secondo sbalordita. Letteralmente.

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    1. Se mettessi ko due ladri sarei il primo a essere sbalordito! Contento tu abbia apprezzato.

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  5. .. la pistola ti ha fregato infatti..

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  6. Però è proprio un bel racconto!sembra pure credibile!

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  7. Si', racconto tutto realistico.
    Meglio che sia rimasta fantasia. Con i tempi che corrono c'e' una repressione durissima per coloro che si difendono dai criminali.
    Una legislazione sadica che, dai salotti radical chic, viene imposta sugli schiavi servi inferiori quando si difendono dalla nocenza, dalla criminalita' ad essi impartita da quei salotti.
    Una sinistra incultura della illegalita' che parte dalla violazione sistematica di tutte le leggi che non sono conformi alla Sacra Ortodossia stabilita dalle oligarchie progressiste fino ad arrivare a vari gradi di gravita' criminale e di certezza delle impunita' che e' il propellente della criminalita', alla repressione sistematica di ogni resistenza.
    I salotti della sinistra al caviale gongolano sempre quando gli inferiori, piccolo borghesi, lavoratori, poracci, etc. subiscono la giusta violenza da parte di coloro che la sinistra usa come arma biologica per scardinare la societa' e creare il loro Mondo Nuovo. Nulla e' cambiato dalle sevizie sadiche, fini, pensate e attuare da Lenin e sodali a coloro che non si adattavano al Mondo Nuovo bolscevico.
    Le riverniciature non cambiano la sostanza riverniciata.

    Meglio che rimane fantasia, Filippo.
    Sareste gia' in una orribile spirale di cervellotiche e infinite procedure di (in)giustizia penale, per anni, fino ad arrivare a condanne e alla beffa del risarcimento ai criminali.

    Buonasera

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  8. Meglio che rimanga fantasia...

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    1. Sì, sì, meglio che rimanga fantasia, anche perché nella realtà andrebbe diversamente... le prenderei...

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